Una narrativa tragica ha conquistato il potere. I maestri della bellezza si sentono incompresi. I professionisti dell’ammirazione sembrano improvvisamente dei dilettanti. Gli occhi della città che si riteneva attraente sono increduli guardando al mondo che la respinge. I suoi abitanti che si davano tanto da fare nella loro navicella urbana lanciata verso il futuro e si ritrovano respinti in uno stanco, incerto passato. Sarà stato per sfottere che gli ischitani hanno emanato una direttiva, poi annullata, per impedire lo sbarco sulla loro isola ai lombardi. Ma non è per ridere che decisioni...
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Anche nei giornali “less is more”
L’esperienza del Guardian, del Times e di Le Monde è chiara: meno articoli, fatti meglio, più traffico e più abbonati (Digiday). È il contrario di quello che si pensava all’epoca dell’ossessione pubblicitaria che suggeriva di aumentare le pagine sulle quali pubblicare inserzioni aumentando le pagine pubblicate. Il che provocava meno qualità e più disaffezione dei lettori. Chi non l’ha ancora capito ne pagherà ulteriormente le conseguenze: l’informazione di qualità non è quella che fanno i giornali; è l’informazione fatta bene. Vedi Il giornalismo è il suo...
L’odio e altre trappole
In sintesi: chiunque ha il diritto di odiare chi vuole. E di mentire. E di coltivare sentimenti razzisti. Purtroppo chi si comporta così sta male. Qualche volta rovescia il suo malessere verso gli altri. Fine del discorso? Quasi: ci sono due chiose. Nell’ecologia dei media digitali, esistono incentivi ampi a usare le debolezze altrui per ottenere scopi commerciali e politici di ogni genere. La strumentalizzazione dell’odio è evidentemente una delle forme di propaganda più efficaci. Le sue conseguenze possono essere dirompenti. Il problema è certamente più culturale che normativo:...
Verifica giornalistica dei video
Il New York Times ha pubblicato un video che mostrava come il jet ukraino precipitato in Iran fosse effettivamente stato colpito da un missile. Ecco come ha verificato la fonte e il documento: How the New York Times verified the Iran missile-strike footage
Censis, Agi. A che servono i giornalisti
Ricevo e condivido questo comunicato stampa: GLI ITALIANI AI GIORNALISTI: ABBIAMO BISOGNO DI VOI MA DOVETE CAMBIARE! RAPPORTO AGI-CENSIS SULL’INFORMAZIONE Milano, 2 dicembre 2019 – Gli italiani sono consapevoli dell’importanza di una “buona e corretta” informazione e del ruolo centrale che possono svolgere i professionisti dei media, ma ritengono che il “modello italiano” sia lontano da quello ideale. Il 70% degli italiani pensa infatti che i giornalisti facciano poco per veicolare un’informazione corretta e professionale: un ritratto aggravato dal 58,8% degli intervistati che vede i...
Mathew Ingram, James Carey, la media ecology, il giornalismo e la comunità
Mathew Ingram, meritatissimamente, riceve oggi il James Carey Award della Media Ecology Association. Al congresso sulla Media Ethics, a Toronto, ha ricordato come Carey abbia sottolineato il fatto che le persone non cercano necessariamente nelle notizie una conoscenza di come stanno le cose e che invece ci trovano semplicemente conferme sulle loro convinzioni. Il che è proprio il problema esacerbato dagli algoritmi principali delle piattaforme oggi prevalenti. Non è questo il motivo della crisi del giornalismo, però. Il giornalismo è andato in crisi come prodotto o servizio nella dimensione...
Sulla storia di Google che guadagna con il lavoro dei giornali
La News Media Alliance, una lobby di editori americani, ha calcolato che Google fattura 4,7 miliardi di dollari con le pubblicità connesse alle ricerche di notizie prodotte dai giornali nel 2018. Tanti soldi. Dei quali gli editori vorrebbero una parte. Secondo Jeff Jarvis, il New York Times ha pubblicato lo studio senza verificare il dato e chiamando Google solo con forte ritardo sulla prima pubblicazione. Google comunque dice che quel numero è sovrastimato. E Jarvis osserva che non tiene conto del valore generato dal traffico che Google manda agli editori. Vedi: Google Made $4.7 Billion From...
Fisica della conoscenza
L’informatica e l’elettronica restano il fondamento tecnico della rivoluzione digitale. Ma la complessità delle dinamiche che si sono avviate su internet richiedono un approccio strategico e una capacità di astrazione e modellizzazione che hanno portato in prima fila i fisici, i matematici, i logici. Del resto i principali linguaggi di programmazione oggi sono fatti per persone che abbiano coltivato questi approcci alla conoscenza. Ovviamente, le conseguenze sull’occupazione potrebbero farsi sentire, aprendo la strada ancor più di quanto non sia già successo finora, appunto...
Il futuro del data analyst
Secondo McKinsey, potrebbe essere una questione di socialità e senso critico, più che di matematica. Data la crescente complessità delle analisi richieste e rese possibili dall’attuale ambiente di big data e deep learning, alla fine il data analyst potrebbe avere tra l’altro il ruolo di costruire network di persone che interpretano i pattern emergenti e un facilitatore del senso critico necessario per vincere i pregiudizi che spesso impediscono agli umani di trarre le più razionali conseguenze dalle analisi quantitative (McKinsey).
Promemoria, qualche vecchio post sul giornalismo
Dedicato alla discussione che faremo tra pochi giorni sul mestiere di giornalista per la televisione pubblica, a Lugano. Qui c’è una lunga (troppo) storia di riflessioni sul giornalismo nel contesto digitale. È come una una macchina del tempo. Che passa molto più lentamente di quanto sembri… Il giornale non è la sua carta 2006 La carta costa troppo 2007 Come sarà un giornalista 2007 Inquinamento dell’informazione 2008 Ecologia dell’attenzione 2009 Senza giornalisti 2009 Alba di un nuovo giornalismo 2010 Chi spera non aspetta 2010 Metodo giornalistico 2011 Ecologia...
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