Mi ero perso una notizia uscita qualche mese fa. Parla di un’azienda che si presentava come una startup capace di produrre app usando l’intelligenza artificiale e invece usava omini che programmavano nel segreto della rete. L’“umano che sostituisce le macchine” è come il mitico “umano che morde il cane”. Fa notizia perché il frame è opposto: ci si aspetta il contrario. Almeno dal 2013, quando gli ormai famigerati Carl Benedikt Frey e Michael A. Osborne, criticatissimi economisti di Oxford, hanno pubblicato un paper nel quale prevedevano che il 47% dei posti di lavoro americani sarebbero stati...
innovazione
Il neo-liberismo era non-liberismo. Il nuovo paradigma da definire. Appunti a valle del Festival della Tecnologia di Torino
Dopo il Festival della Tecnologia, ecco alcuni appunti su una delle questioni sistemiche tra quelle evocate nel corso della riuscita manifestazione torinese. Il rapporto tra il sistema di incentivi del vecchio paradigma neo-liberista ancora imperante e le possibilità di emersione di un nuovo paradigma. Solo appunti. Gli occidentali si sono organizzati per almeno 40 anni intorno alla convinzione che il sistema propugnato dal neo-liberismo fosse quello che otteneva i migliori risultati economici possibili e che poteva mantenere la promessa di un progresso sociale e civile duraturo e giusto...
L’innovazione di senso. Al Festival della Tecnologia di Torino
Joseph Stiglitz ha ottenuto il premio Nobel per l’economia nel 2001 anche per aver dimostrato le conseguenze dell’asimmetrica distribuzione delle informazioni. Tra l’altro, questa asimmetria comporta che il mercato non funziona come previsto dalla teoria generale dell’equilibrio economico, quella secondo la quale in condizioni di concorrenza perfetta si assiste alla migliore allocazione delle risorse possibile. In effetti, la teoria dell’equilibrio economico generale si basa su alcune condizioni incredibili, come quella che suppone che tutti gli operatori siano perfettamente informati...
Decode: un IPCC per la media ecology
Oggi a Decode si è parlato di come riportare il mondo dei dati, dell’intelligenza artificiale e delle piattaforme sotto il controllo della democrazia. La complessità del problema è evidente. Anche perché la democrazia attraversa una fase in cui molti la vedono in difficoltà a controllare anche sé stessa. E perché gli obiettivi di questo controllo vanno ben definiti: i diritti umani si applicano solo ai cittadini degli stati democratici o a tutti? La sovranità sui dati delle persone è affidata agli stati, ai mercati o alle comunità? E nell’ultimo caso: come si fa a scalare il tema...
Come i polli di Renzo
“Lascio poi pensare al lettore, come dovessero stare in viaggio quelle povere bestie, così legate e tenute per le zampe, a capo all’in giù, nella mano d’un uomo il quale, agitato da tante passioni, accompagnava col gesto i pensieri che gli passavan a tumulto per la mente. Ora stendeva il braccio per collera, ora l’alzava per disperazione, ora lo dibatteva in aria, come per minaccia, e, in tutti i modi, dava loro di fiere scosse, e faceva balzare quelle quattro teste spenzolate; le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura”...
Ottimisti sui robot: italiani per Doxa e Aidp
Ecco il comunicato stampa sulla ricerca di Doxa e Aidp intorno alla relazione tra automazione e lavoro. Robot, Intelligenza artificiale e lavoro: prevale l’ottimismo. Per l’89% degli italiani non potranno mai sostituire l’uomo, ma il 70% teme che porterà alla perdita di migliaia di posti di lavoro. Coloro che già utilizzano le nuove tecnologie sono i più ottimisti rispetto a chi le conosce meno. Ecco i risultati del secondo rapporto AIDP-LABLAW 2019 a cura di Doxa su Robot, Intelligenza artificiale e lavoro in Italia. Roma, 29 ottobre 2019 – Per il 94% del campione l’utilizzo dei robot e...
Il lavoro del futuro è alla Liuc
Ieri abbiamo fatto la prima lezione del corso sul lavoro del futuro alla Liuc di Castellanza. Quattro ore intense, parlando di: – economia della conoscenza (“il valore si concentra sull’immateriale”, una formula che si trova in “Cambiare Pagina“, 2012, capitolo “il valore del senso”) – motori del cambiamento (digitalizzazione, globalizzazione, cambiamento climatico) – futuro come narrazione (Institute for the Future) – lavoro come ogni attività che non è dormire o dedicarsi alla cura personale (ILO) – qualità...
Orgoglio pubblico: è possibile
Grazie all’Istituto italiano di cultura a Bruxelles, una discussione sul “Public pride” con Maria Savona dell’università del Sussex e Maarten Goos dell’università di Utrecht. Nessuna idea di tornare a una sorta di statalismo ma chiaramente un pensiero del ruolo pubblico rinnovato, orientato agli incentivi, alle regolamentazioni, alla costruzione di nuove soluzioni per l’inclusione sociale, la redistribuzione delle risorse, l’accesso alla cultura e all’istruzione: il tutto per guidare un sistema complesso come quello dell’economia contemporanea. Il fallimento del mercato...
Trivium reloaded
Nel Medioevo, il trivium era la prima parte dello studio delle arti liberali e preparava gli studenti in tre materie: grammatica, logica e retorica. La profondità del pensiero disciplinare di questa parte del curriculum è testimoniata dalla sua perdurante capacità di fascinazione. In effetti, in quest’epoca di comunicazione, il trivium resta un pensiero generativo. Basta pensare a come potrebbe essere ridefinito (i link puntano ad approfondimenti laterali): 1. Grammatica, le strutture del linguaggio compreso quello delle macchine sulle quali si scambiano le informazioni (Media ecology...
I dati non sono petrolio. Riflettendo su un testo di Maria Savona
La metafora estrattiva dei dati come petrolio dovrebbe essere superata (Nòva). I dati non sono una risorsa simile al petrolio. Hanno un grande valore, questo sì: ma lì finisce la metafora. Eppur per regolarne l’utilizzo, per immaginarne la capacità generativa di valore, per impedire gli abusi e liberalizzare la creatività, abbiamo bisogno di comprenderli. Per fare entrare qualcosa in una cultura, le metafore sono una porta d’accesso, perché avvicinano il nuovo al conosciuto. Ma alla lunga possono indurre in errore. A che cosa assomigliano davvero i dati? Alla Commissione europea...
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