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Decode: un IPCC per la media ecology

Oggi a Decode si è parlato di come riportare il mondo dei dati, dell’intelligenza artificiale e delle piattaforme sotto il controllo della democrazia.

La complessità del problema è evidente. Anche perché la democrazia attraversa una fase in cui molti la vedono in difficoltà a controllare anche sé stessa. E perché gli obiettivi di questo controllo vanno ben definiti: i diritti umani si applicano solo ai cittadini degli stati democratici o a tutti? La sovranità sui dati delle persone è affidata agli stati, ai mercati o alle comunità? E nell’ultimo caso: come si fa a scalare il tema della comunità al livello che serve per confrontarsi con i giganti del web, le mega agenzie di servizi segreti come l’NSA, i super stati come la Cina?

I suggerimenti dei partecipanti sono stati interessantissimi anche se controversi.

Paul Mason (autore di post-capitalismo) ha parlato di spezzare Facebook con l’Antitrust
Geoff Mulgan (Nesta) ha suggerito di costruire un IPCC per l’ecosistema digitale
Amelia Andersdotter (Article 19) ha suggerito la necessità di una nuova governance europea per fare una nuova governance digitale
Bruce Sterling (storico del futuro) ha disegnato una distopia che portava a chiamare tutti in causa come responsabili di quello che può succedere alla società se si lascia che i poteri tecnologici proseguano senza freni
Juan Carlos De Martin (Politecnico Torino) ha richiamato la necessità di studiare molto di più le conseguenze delle scelte progettuali che portano alle tecnologie
Edoardo Reviglio (Cassa Depositi e Prestiti) ha parlato di un fondo europeo per l’innovazione sociale (che potrebbe anche incentivare i commons dei dati)
David Cuartielles (Arduino) ha detto che le piattaforme hanno un modello di governance e questo influenza il discorso pubblico: ma si possono ridisegnare

Mi scuso dello schematismo di questo riassunto.

Ho messo Mulgan nel titolo anche se non ha parlato di media ecology, sono io ad averlo tradotto così. Ma un grande centro di coordinamento tra gli studiosi dell’ecologia dei media digitali per arrivare a un’immagine complessiva di quello che sta accadendo e delle conseguenze che si possono attendere, per temi specifici, potrebbe essere un grandissimo luogo per divulgare, discutere, deliberare e decidere innovazioni consapevoli sulla media ecology.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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