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La realtà è una sola. Ma vista dalla mediasfera non sembra. È un problema

La realtà è una sola. Per definizione. Ma per gli umani invischiati nel labirinto della mediasfera, dove applicano diversi modi per conoscerla, la realtà è un multiverso o, più pragmaticamente, un insieme di frammenti di realtà. Questo post raccoglie alcune letture in materia.

subliminalI media c’entrano. Marshall McLuhan ha introdotto un libro sulla seduzione subliminale con un testo importante del 1972 nel quale fa comprendere come i media siano parte della costruzione dell’ambiente culturale nel quale viviamo e dunque contribuiscono alla comunicazione in modo subliminale, osservando che questa è l’epoca della consapevolezza ambientale.

Il tema del momento è quanto i media prevalenti su internet siano conformati in modo da contribuire a dividere la società in gruppi di persone che si assomigliano.

Bernie Hogan scrive un articolo di etica della tecnologia intitolato How Facebook divides us. La tecnologia non dovrebbe avere problemi morali (Slate), eppure li ha. L’IEEE Standards Association (IEEE = Institute of Electrical and Electronics Engineers) ha creato la Global Initiative for Ethical Considerations in the Design of Autonomous Systems. Ma il tema non vale solo nell’intelligenza artificiale e nei robot: vale anche per il design e la programmazione algoritmica della parte tecnologica dell’intelligenza collettiva. Il Wall Street Journal ha pubblicato una dimostrazione di come Facebook divide le persone in gruppi che si assomigliano: Blue feed, Red feed. Tutto questo favorisce la disinformazione (Cnn) e la manipolazione dei fatti (NYTimes) o l’inganno vero e proprio (Buzzfeed). Riduce l’interesse a dedicare tempo per sapere come stanno le cose davvero (NYTimes). E nonostante tutto non se ne parla abbastanza, dice Sue Halpern: Facebook, Twitter & Trump (NYRdaily).

Tutto questo mette in crisi il giornalismo, dice Jeff Jarvis. Non è in contrasto con una tendenza alla frammentazione di internet (Economist). Di certo non aiuta a sviluppare una democrazia matura di cittadini consapevoli (NewYorker). Proprio per questo è l’epoca d’oro del giornalismo investigativo (Gijn). Quella disciplina che coltiva un metodo per generare informazione di qualità, accurata, completa, indipendente, legale, leggibile.

Vedi anche:
Preconcetti, strategie, pratiche: conseguenze di Trump sulla sinistra, la tecnologia, l’Europa
Disinformazione, strutturale ma non fatale
Facts and cats. For State of the net 2016
L’asimmetria della trasparenza. La realtà autoritaria dell’ingiustizia informativa

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Rispondi a Un'intuizione di Raffaele Simone sul falso - Luca De Biase Cancel reply

  • […] Se in passato lo spam è stato virtualmente vinto, potrebbero esserlo anche le bufale? Certo, dietro lo spam c’era un mercato di truffe. Le bufale invece sono la truffa e il loro mercato è nella pubblicità che riescono ad attirare con l’attenzione che riescono a catalizzare. Quindi la questione è diversa. Occorre un lavoro più profondo. Ed è tempo di cominciarlo: 1. se il giornalismo è il suo metodo occorre cominciare a mettere in azione una vera e propria discussione-promozione di questo metodo (Il giornalismo è il suo metodo). 2. se l’informazione di qualità è quella che è generata con un metodo di qualità occorre che venga incentivata, economicamente e socialmente (Qualità dell’informazione come progetto). 3. se non si fa niente perderanno credibilità sia le notizie false che quelle vere perché non si riuscirà a distinguere tra di esse e questo è un disvalore pubblico immenso (cfr. La realtà è una sola. Ma vista dalla mediasfera non sembra). […]

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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