Un gruppo di ricerca dell’università Suor Orsola Benincasa ha raccolto una quantità di dati sull’infosfera italiana e sul modo degli italiani di informarsi. E li ha classificati secondo uno schema critico che aiuta a vedere gli effetti di filtro algoritmico, le concentrazioni di attenzione, la difficoltà di ridefinire l’autorevolezza delle fonti e molto altro (Infosfera italiana 2016, pdf.).
Approfondimenti
Computer a scuola e internet aperta
Mentre le regole per salvaguardare l’internet neutrale e aperta continuano a essere messere in discussione dalle lobby e difese dai movimenti dei diritti umani nell’era tecnologica, alcuni pionieri della rete chiamano a raccolta le persone di buona volontà perché contribuiscano a rifondare la struttura architettonica originaria dell’internet, quella struttura fondamentalmente creativa perché fondamentalmente organizzata come un commons (Ieee). Del resto, la concentrazione di potere nelle grandi piattaforme private non è priva di conseguenze e rende necessaria...
Il rigore tedesco. La sconfitta italiana. La psicanalisi
Giuliano Castigliego ha scritto un pezzo non consolatorio per tutti quelli che stanno meditando sul senso della sconfitta.
Meditare sulla sconfitta significa pensare a quello che veramente vogliamo vincere. Significa di conseguenza pensare alle forme dell’esclusione e dell’inclusione sociale. È un percorso di formazione, ovviamente. E soprattutto è la presa di coscienza di quella sorta di imperativo che gli umani si portano dentro: «devi farcela». Senza di esso, con tutti i rischi che esso produce, non ci sarebbe società, non ci sarebbe vita, probabilmente.
Quando il possibile muore nel potere
Deve esserci un preciso momento in cui il possibile muore nel potere. Una persona lotta per cambiare le cose, riesce a ottenere i mezzi per realizzare i suoi obiettivi, comincia a usarli e si trova a dover scegliere: tra consumare quei mezzi per compiere il cambiamento che voleva o difenderli da chi glieli vuole portare via. Visto dall’esterno, quel momento si riconosce solo dai suoi frutti nel tempo. Ma per la persona è in un preciso sistema di relazioni: se quello che fa discende da ciò che voleva fare, o se quello che fa deriva dalle richieste o dalle pressioni o dalle azioni altrui...
Populisti e tecnocratici. C’è una via d’uscita (a parte Brexit)…
Populisti o tecnocratici? Tertium datur: queste sono alternative pessime, estremiste, prevalenti attualmente ma non coprono tutto l’arco delle possibilità. Riprendiamo da un punto accennato in un precedente post. La Brexit ha evidenziato due punti di vista divergenti: secondo un punto di vista siamo di fronte al confronto tra il populismo stupido e un governo sovranazionale intelligente; secondo un altro punto di vista siamo di fronte a un confronto tra un popolo libero e un sistema tecnocratico stupido. La conclusione, parziale, era: probabilmente si sono confrontati un populismo...
Brexit: la Chernobyl dell’ecologia dei media
Le bugie che hanno convinto tanti inglesi a votare per la Brexit sono state parte di un inquinamento mediatico che ha provocato danni incalcolabili alla società (Economist). Viste le conseguenze, quell’inquinamento mediatico durato anni che ha diffuso panzane sul funzionamento dell’Europa è una specie di Chernobyl dell’ecologia dei media. Nello stesso tempo l’Europa si deve domandare se non si debba curare il suo eccesso di tecnocrazia (Miopia). È il punto di partenza della “lezione” proposta alla Media Ecology Association in occasione del conferimento del...
Media Ecology. Gli Awards: Luciano Floridi, Bruce Sterling e… Beh, incredibile: grazie…
La ricerca internazionale sull’ecologia dei media avanza in molte direzioni. I media sono ormai parte dell’ambiente nel quale si sviluppa l’esperienza umana, lo definiscono in parte influenzando i comportamenti in maniera cosciente e spesso inconsapevole, costituiscono un sistema complesso: l’infosfera assomiglia a un ecosistema e lo studio dei media assomiglia all’ecologia. Il congresso globale di “ecologia dei media” che per la prima volta si tiene in Europa comincia oggi a Bologna (Mea2016). La necessità dell’ecologia dei media è nella sensibilità di una parte non...
Media Ecology. Congresso mondiale a Bologna
Questa settimana, la Media Ecology Association tiene il suo congresso mondiale: il programma è fittissimo e si svolge tra il 23 e il 26 giugno a Bologna. Tra i direttori dell’associazione che saranno presenti a Bologna c’è Brian Cogan, NYU. Le definizioni di Media Ecology sono diverse. Ma ovviamente rispecchiano la crescente consapevolezza del fatto che i media sono ormai parte dell’ambiente nel quale si sviluppa l’esperienza umana e soprattutto indicano che l’approccio per comprenderli non è più quello lineare-industriale, ma si deve fondare sulla conoscenza dei...
L’ecosistema urbano per la salvezza del pianeta
La crescita demografica sul pianeta sarà concentrata nelle città (Ambrosetti). E sarà essenzialmente legata all’invecchiamento della popolazione (Onu). Lo spazio occupato dalle aree urbane continuerà a espandersi e la biodiversità sarà messa in discussione. Per questo Edward Wilson propone con molto coraggio intellettuale di destinare metà del pianeta a riserva naturale. Uno spazio inviolabile nel quale lasciare sviluppare l’ecosistema senza troppe interferenze umane, senza consumo di suolo, senza banalizzazione della biodiversità. La forza morale, dice Wilson, è propria delle...
Il Compasso di Ezio Manzini
Il momento in cui Ezio Manzini riceve il Compasso d’Oro alla carriera. Un momento bello, giusto e buono. Grande Ezio!
Vedi:
Una lezione di Ezio Manzini
Design per l’innovazione sociale
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