Gli smartphone sono diventati centrali nella vita quotidiana di miliardi di persone. Non occorre leggere le statistiche che parlano delle due-tre ore che la gente passa sullo smartphone e delle 80-150 volte che guarda lo schermo ogni giorno. Basta andare in un luogo pubblico e guardare quello che fanno le persone: in gran parte interagiscono con il loro smartphone. Molti lo fanno addirittura camminando. La centralità dello smartphone ne dimostra l’utilità, ma amplifica anche i problemi connessi al suo funzionamento. La durata delle pile, la qualità della rete mobile, il ritmo di aggiornamento...
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In ogni epoca, l’apprendimento è un progetto che interpreta la matrice culturale e tecnologica fondamentale
Secondo appuntamento, ieri, della nuova serie di incontri sulla trasformazione digitale all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles. Quest’anno il titolo è “Make digital right”. Gli incontri tra ricercatori che si occupano di filosofia e scienza si svolgono al Bozar, alle 19:30. Ieri era la volta di Stefano Moriggi, filosofo che insegna a Brescia, Parma e Milano, e di Carey Jewitt, professore di apprendimento e tecnologia a University College di Londra. Il titolo della serata era: “Learning in the digital age”. Stefano Moriggi ha definito il campo di lavoro. La “digital age” è un periodo...
Spazi d’impresa cooperativa nell’economia della conoscenza
Il mondo cooperativo cerca le sue nuove vocazioni. Sentendo parlare i protagonisti ci si accorge di una sorta di inquietudine: è possibile che sia connessa a una sorta di disorientamento che i cooperatori sperimentano in un contesto politico nel quale le sponde tradizionali sono venute meno. Ma chi proiettasse la crisi dei partiti tradizionali in una crisi di tutta la sensibilità solidaristica, rischierebbe probabilmente di sbagliare di grosso. Perché proprio mentre si espande il politicamente scorretto, l’egoismo nazionalista e razzista, il pragmatismo anti-ideologico e tecno ingenuo...
L’estetica e l’intelligenza artificiale: aumentare e amputare le capacità umane
È cominciata ieri la nuova serie di incontri sulla trasformazione digitale all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles. Quest’anno il titolo è “Make digital right”. Gli incontri tra ricercatori che si occupano di filosofia e scienza si svolgono al Bozar, alle 19:30. Ieri era la volta di Mauro Carbone, professore di filosofia all’università Jean Moulin Lyon 3, e di Amélie Cordier, direttrice scientifica della Hoomano, azienda che produce intelligenza interattiva per robot sociali, basata anch’essa a Lione in Francia. Il titolo della serata era: “Esthétique de la vision numérique. Comment la...
Media ecology: fuor di metafora
Al Moebius quest’anno si parla anche di ecologia dei media. Sabato 6 ottobre 2018, a Lugano. La media ecology è restata a lungo una disciplina metaforica. O meglio. Chi la propone la vede come una realtà, ma chi ne sente parlare dedicando al concetto un’attenzione superficiale può essere tentato di considerarla una metafora: il mondo dei media è complesso e interdipendente, “un po’ come” un ecosistema. Ma fermarsi all’idea di metafora conduce a perdere occasioni di conoscenza e di azione. Per quello che ne so, l’idea di “ecologia dei...
Italia. Anarchia, rancore e felicità
Ci sono alcuni record italiani che non segnaliamo abbastanza. Nell’economia circolare il sistema produttivo italiano è più avanti degli altri. «Tra i grandi Paesi europei, siamo quello con la quota maggiore di materia prima seconda impiegata dal sistema produttivo», spiega Domenico Sturabotti, direttore di Fondazione Symbola, il punto di riferimento centrale in Italia per le imprese impegnate nella transizione verso un sistema produttivo circolare ed efficiente. In base ai dati di Eurostat, è materia prima seconda quasi un quinto (18,5%) del materiale utilizzato dal sistema produttivo...
Maxwell’s Bad Hammer. Liberare la scienza. Ricordare Aaron Swartz
Robert Maxwell è stato uno dei controversi raider, faccendieri, corsari, degli anni Ottanta, concentrato sull’editoria e sulle sue faccende poco chiare. La sua eredità più longeva però si trova nel principale modello di business usato per le pubblicazioni scientifiche: i ricercatori pubblicano senza essere pagati, i valutatori valutano gratis, la ricerca è pagata il più delle volte con le tasse dei cittadini, le biblioteche pubbliche e private pagano cifre da capogiro per gli abbonamenti alle riviste, i cittadini non possono leggere la scienza a meno di pagare decine di dollari per un...
Persone del governo, per favore, pensateci
Il mestiere dei politici è governare o essere eletti? Se è governare e fare il bene dei cittadini, qualunque sia l’ideologia che li ha portati al potere, i politici al governo vorranno tener conto degli scenari che si stanno elaborando sull’economia dei prossimi anni. Senza tante perifrasi, secondo molti osservatori, lo scenario 2020 non è buono. L’Economist, l’International trade center (Onu e Wto), Nouriel Rubini e altri parlano apertamente di una possibile recessione globale per il 2020. Gli scenari non sono previsioni ma racconti realistici di quello che potrebbe...
Equivoci e opportunità della blockchain agroalimentare
Si parla spesso di tracciabilità della filiera produttiva agroalimentare “dal campo al piatto”. E ovviamente non passa giorno che non si legga di una possibile applicazione della blockchain per certificare il percorso dei materiali alimentari che arrivano al mercato. (Per esempio: Emmanuel Delerm, su Forum Oecd). Il problema è che la blockchain può servire alla certificazione delle transazioni di documenti digitali. Per applicarla alle transazioni di cassette di frutta occorre qualcosa di più. Infatti, la connessione tra un documento digitale e un oggetto fisico può essere...
Morfologia della fiaba innovativa
Preferisco studiare chi scrive la storia piuttosto che chi si limita a fare storytelling: L’identità di un paese non è definita dallo storytelling, ma dalla storia, 8 dicembre 2015 A proposito di storia e storytelling, 20 dicembre 2015 Chi supera lo storytelling e ricomincia a scrivere la storia, 6 maggio 2016 Lo storytelling è peraltro una tecnica da conoscere. E ha una morfologia, come la fiaba di Vladimir Propp. Analizzando il racconto di un gran numero di startup e progetti innovativi, Julian Birkinshaw, ha trovato che esiste una morfologia della fiaba innovativa: Telling a good...
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