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Chiose sul governo da fare: i prìncipi e i princìpi

Se l’ipotesi del governo M5S-Destra è fallita – e sottolineo se – lo è perché si è parlato di veti e potere più che di programmi. Non è un male, se si considera che i programmi più ambiziosi delle due parti andavano nella direzione di far correre gravi rischi ai conti pubblici (visti i costi prevedibili per eliminare la riforma Fornero delle pensioni, introdurre il reddito di cittadinanza e la flat tax, misure non pareggiate dal progetto di tagli drastici alla spesa pubblica). Ma non è particolarmente un bene se, passando all’ipotesi del governo M5S-Sinistra non si...

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Pragmatica del contratto per il governo

Il dibattito sulle alleanze per il governo si può risolvere o per apparentamento ideologico tra le forze in campo o per pragmatico accordo sulle cose da fare. Il primo percorso sembra praticamente escluso: o i partiti superano i preconcetti ideologici, i giudizi morali e le antipatie personali, col rischio di perdere la propria specificità identitaria e fare arrabbiare gli elettori, oppure i partiti si accordano sui programmi, in modo molto puntuale. Credo che quest’ultima strada sia percorribile e che non faccia fare brutta figura, anzi. Se ne parlava quest’anno e cinque anni fa:...

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Le regole cambiano Google

Un pezzo del Financial Times (in abbonamento), “Google under fire over tactics for EU data regulation”, è costruito intorno ai tentativi dell’azienda americana di aggirare le nuove regole europee sulla protezione dei dati personali e mantenere il suo attuale modello di business. Non stupisce. Ma un argomento che merita riflessione, finora sottovalutato, è nelle ultime righe: «Google has also said it will create a new advertising service not based on any personalised targeting.» C’è una parte del nuovo regolamento europeo che va assolutamente preso in considerazione...

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Visibile, invisibile e verità

Rileggendo “Il visibile e l’invisibile” di Maurice Merleau-Ponti, pensando alla prossima edizione della Biennale Democrazia di Torino, che avrà lo stesso titolo, rifletto sulla presentazione di Mauro Carbone. Il libro è un’evoluzione del progetto originario di scrivere sull'”origine della verità”. E si confronta con la visione platonica secondo la quale la verità sta nel mondo delle idee, l’invisibile, mentre il visibile inganna. Nell’esperienza occidentale, che ha attraversato la rivoluzione scientifica, probabilmente c’è bisogno di...

Bill of rights informazione partecipazione perplessità Post

Solidarietà con Barabasi e gli ungheresi liberi

Figyelő è una rivista ungherese un tempo considerata autorevole oggi acquistata dal gruppo editoriale di Maria Schmidt che riesce a riempirla con pubblicità del governo o delle aziende di stato dell’Ungheria guidata da Viktor Orban. La rivista ha pubblicato una lista di persone che, secondo l’articolista, erano coloro che Orban aveva in mente quando ha accusato il miliardario ungherese-americano George Soros di pagare mercenari intellettuali per indebolire il suo governo e aprire l’Ungheria agli immigrati. Nella lista ci sono circa 200 persone: con esponenti di Amnesty...

informazione Post

Le storie che fanno del brand una promessa da mantenere. Appunti pensando a Perugia

Il marchio è la sintesi di un insieme di valori, azioni, biografie, esperienze e, soprattutto, storie, che un’azienda mette in circolazione nella grande conversazione del mercato (Cluetrain Manifesto docet). I mercati sono conversazioni non soltanto perché determinano un prezzo, ma anche e soprattutto perché connettono un prezzo a un valore. Nell’economia della conoscenza il valore non si misura solo con la differenza quantitativa tra il prezzo e il costo, perché si comprende solo nel momento in cui chi compra riconosce il senso di ciò che viene offerto. Ma poiché il senso è la...

Bill of rights partecipazione Post visioni

Evgeny Morozov sui commons dei dati

La proposta di Evgeny Morozov sul trattamento dei dati personali che sono raccolti dalle grandi piattaforme va discussa, soppesata e adottata nei modi compatibili con le leggi e la ragionevolezza. In pratica, dice Morozov, che nell’insieme i dati sono un bene comune (Guardian). Non sono del tutto individuali, in effetti, perché riguardano le persone, ma anche le relazioni tra le persone. Del resto, la conoscenza esiste in comune o non è riconoscibile come tale. La conoscenza come bene comune, in un certo senso, è tipicamente accettata nella scienza. E i recenti problemi della scienza...

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Modelli di adozione tecnologica

Jameson Wetmore, uno scienziato sociale che lavora alla Arizona State University, osserva che gli Amish non rifiutano la tecnologia. Ma la adottano solo dopo una discussione generale nella comunità e una votazione unanime. Vogliono adottarla solo se capiscono che non stravolgerà i loro valori (Quartz). In un kibbutz dove ho lavorato nel 1975, una comunità di socialismo realizzato per l’epoca tecnologicamente avanzatissima nei sistemi produttivi, compravano una televisione o un’auto per uso comune solo dopo un’assemblea e un voto generale. Al kibbutz tentavano di comprendere...

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Il reddito universale di cittadinanza non si fa senza un pensiero. Joi Ito da leggere

Chi sia interessato al reddito universale di cittadinanza dovrebbe leggere Joi Ito. Il direttore del Media Lab all’Mit fa una ricognizione razionale del tema e si mostra possibilista sulla sperimentazione, non sull’applicazione diretta e immediata. Probabile che una proposta elettorale sia cambiata in corso d’opera da un governo che nascesse attraverso compromessi con i suoi ex avversari politici. Diventando così un oggetto di polemica ulteriore. Ma supponendo che si potesse discutere in modo sensato che cosa si potrebbe dire di quella policy? Primo. Non è una cosa...

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La gestione della conoscenza. Un corso all’università di Pisa

Il knowledge management è un concetto in piena evoluzione. Ne parliamo al corso 2018 all’università di Pisa. Nell’epoca della conoscenza, l’immateriale intorno al quale si concentra il valore non è più un patrimonio di dati ma un processo creativo. Del resto, in questo contesto, il management non è più la gestione di un insieme di risorse noto e stabile in virtù dell’applicazione di una volontà strategica definita dal livello imprenditoriale dell’azienda: è una cultura che interpreta le risorse e le loro capacità di rispondere alle sfide della contemporaneità. Grazie a Enzo Rullani sappiamo...

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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