La proposta direttiva sul copyright è controversa (Sole). Le sue componenti qualificanti a quanto pare sono: 1. gli editori hanno nuovi diritti da vendere, per esempio il diritto agli snippets (quelle due righe che un aggregatore usa sotto il link a un articolo per spiegare che cosa contiene) 2. i ricercatori e gli educatori possono usare i materiali soggetti a copyright per fare ricerca ed educazione 3. alla lunga i diritti dei prodotti video dovranno avere un mercato unico europeo (ora si devono comprare stato per stato). La questione degli snippets è chiaramente ridicola. Se Google non li...
informazione
Google. Automazione applicata ai titoli di articoli, post, video
A Google studiano l’automazione della scrittura di titoli. Si tratta di fare sommari, estrarre una parte essenziale, astrarne il valore perché sia generalizzato. Gli umani lo fanno, bene o male, da sempre. L’intelligenza artificiale sta imparando, a quanto pare: Rise of the robo-journalists? Google teaches an AI the art of writing a good headline. Intanto, Kuo-Hao Zeng, Tseng-Hung Chen, Juan Carlos Niebles, Min Sun, a Stanford, studiano l’intelligenza artificiale applicata alla scrittura di titoli per video: Title Generation for User Generated Videos. Mentre si fanno...
Le gabbie dorate dei media digitali e il giornalismo: una storia del futuro
Il mondo digitale è diventato un argomento per i giornali generalisti nei primi anni Ottanta, quando è partito il fenomeno dei personal computer. Ma era un argomento assolutamente marginale. Almeno fino ai primi anni Novanta, in quei giornali, si faticava a ottenere spazio per qualunque articolo, persino un’intervista a Bill Gates. In America c’era qualcosa di più, non moltissimo. In Italia, Franco Carlini e pochi altri. Il genere del giornalismo interessato alla tecnologia digitale si è presto diviso tra i molti articoli per impallinati, con riviste specializzate per tirar fuori...
La disinformazione online e quello che possiamo fare. Quattrociocchi, Pariser, Menczer, Fournier, Quelch, Rietveld
La disinformazione non è nata con internet e tanto meno su Facebook. Gli esempi non mancano. Il caso Boffo è stato costruito sui giornali di carta e da giornalisti che non avevano molte idee sul digitale (Feltri su Repubblica). Il caso Telekom Serbia fu ingigantito dalla televisione posseduta dal capo di un importante partito italiano (Wikipedia). Ma ci sono anche casi più importanti e recenti: se la Brexit è un disastro politico tra le sue cause c’è la disinformazione portata avanti nel tempo dai giornali di carta più popolari in Inghilterra e Galles (questo blog). Il problema non è...
Che senso ha parlare di politica su Facebook
Una ricerca Atlas pubblicata anche da QZ mostra come si comportano gli utenti di Facebook con i post che riguardano le opinioni politiche di chi li scrive. In pratica, solo una incredibilmente piccola minoranza dice che ha cambiato idea su un argomento politico dopo aver letto un post su Facebook (15% di indipendenti, 8% di democratici, 6% di repubblicani). Queste percentuali si spiegano soltanto in due modi: 1. Su Facebook non si trovano notizie e argomentazioni che illuminano un tema che si conosce poco 2. Su Facebook non si cercano notizie e argomentazioni che illuminano un tema che si...
La cultura del piagnisteo. Un passaggio del pezzo di Scott Anderson che si può generalizzare
Il grande reportage-storico di Scott Anderson con le foto di Paolo Pellegrin, della Magnum, è stato pubblicato dal New York Times Magazine ed è disponibile online. Una traduzione in italiano è stata riportata ieri su Repubblica. È un grande pezzo di giornalismo. Con qualche angolo che va oltre. Come quando Anderson trova le parole per descrivere “la cultura del piagnisteo, dove a giocare un ruolo centrale non era quello a cui aspiri, ma quello a cui ti opponi”. In inglese suona più pulita: One of the Arab world’s most prominent and debilitating features, I had long felt, was a...
Olimpiadi. Copertura automatizzata al Washington Post. Collaborazione giornalisti e programmatori
C’è qualche caso in cui una buona forma di collaborazione emerge tra i giornalisti e i designer nella produzione di innovazione nei giornali. È più raro e altrettanto necessario che si sviluppi una buona forma di collaborazione tra i giornalisti, i designer e i programmatori. La nuova squadra intellettuale e operativa generatrice di giornalismo e innovazione è formata da autori, designer e programmatori. Al Washington Post sembra si sia formata una buona collaborazione tra i giornalisti che si occupano di sport e i programmatori che stanno sviluppando Heliograf, un sistema di produzione...
Separati dalla pubblicità. Concentrati sui lettori. I giornali che ce la fanno
Dieci anni dopo abbiamo qualche conferma e qualche idea in più. È sempre più chiaro che: 1. Il giornale non è la sua carta 2. Gli editori tradizionali sono il cuore del problema 3. Il rapporto con il pubblico attivo è strategico Inoltre sappiamo che: 1. Il giornalismo è il suo metodo 2. I giornali servono la comunità che cerca un senso 3. La pubblicità è un business tecnologico 4. Le notizie si trovano 5. La ricerca di qualità scarseggia Nell’information overload esiste una domanda per il servizio di filtro. Questo può essere fornito automaticamente dagli algoritmi delle grandi...
Se i tedeschi spiano i giornalisti stranieri
Reporter sens frontières chiede al Parlamento tedesco di cambiare la legge che consente alla Germania di spiare i giornalisti stranieri (Rsf). Cercando notizie sul seguito della storia via Google non se ne trovano. Chi ha notizie e vuole condividerle nei commenti o altrimenti è benvenuto.
Brexit: la Chernobyl dell’ecologia dei media
Le bugie che hanno convinto tanti inglesi a votare per la Brexit sono state parte di un inquinamento mediatico che ha provocato danni incalcolabili alla società (Economist). Viste le conseguenze, quell’inquinamento mediatico durato anni che ha diffuso panzane sul funzionamento dell’Europa è una specie di Chernobyl dell’ecologia dei media. Nello stesso tempo l’Europa si deve domandare se non si debba curare il suo eccesso di tecnocrazia (Miopia). È il punto di partenza della “lezione” proposta alla Media Ecology Association in occasione del conferimento del...
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