A Google studiano l’automazione della scrittura di titoli. Si tratta di fare sommari, estrarre una parte essenziale, astrarne il valore perché sia generalizzato. Gli umani lo fanno, bene o male, da sempre. L’intelligenza artificiale sta imparando, a quanto pare: Rise of the robo-journalists? Google teaches an AI the art of writing a good headline. Intanto, Kuo-Hao Zeng, Tseng-Hung Chen, Juan Carlos Niebles, Min Sun, a Stanford, studiano l’intelligenza artificiale applicata alla scrittura di titoli per video: Title Generation for User Generated Videos. Mentre si fanno...
Approfondimenti
Mark Zuckerberg a Roma. Il senso delle percezioni
Tra un po’ incontriamo Mark Zuckerberg alla Luiss. Chi non è uno studente non può fare domande. E – nell’economia di tempo – mi pare anche giusto. Tutto si vedrà online, comunque. Quello che non si vedrà saranno gli incontri di Zuc con il governo e le altre visite delle quali forse parlerà lui direttamente sul suo spazio su Facebook. Tutto è gestito con enorme attenzione dai suoi addetti alle pubbliche relazioni. Lo spazio di controllo della comunicazione intorno a Zuc è evidente. Come del resto avviene per tutti i capi delle grandi multinazionali digitali (e non solo)...
Le gabbie dorate dei media digitali e il giornalismo: una storia del futuro
Il mondo digitale è diventato un argomento per i giornali generalisti nei primi anni Ottanta, quando è partito il fenomeno dei personal computer. Ma era un argomento assolutamente marginale. Almeno fino ai primi anni Novanta, in quei giornali, si faticava a ottenere spazio per qualunque articolo, persino un’intervista a Bill Gates. In America c’era qualcosa di più, non moltissimo. In Italia, Franco Carlini e pochi altri. Il genere del giornalismo interessato alla tecnologia digitale si è presto diviso tra i molti articoli per impallinati, con riviste specializzate per tirar fuori...
Byung-Chul Han. Nello sciame. Critica della ragione digitale
Il filosofo Byung-Chul Han vede un’umanità che vive nell’ambiente trasformato dai media digitali senza comprenderli e, dunque, a sua volta trasformata in uno sciame di individui schiacciati nella dimensione collettiva che viene loro assegnata dalle piattaforme. “Nel 1964, in riferimento alla rapidissima ascesa del medium elettrico, il teorico dei media Marshall McLuhan aveva osservato: ‘La tecnica dell’elettricità è però in mezzo a noi, e noi siamo storditi, sordi, ciechi e muti di fronte alla sua collisione con la tecnica di Gutenberg’. Lo stesso accade...
Qualcuno ha visto la pagina di Facebook che raccoglie quello che il social network sa delle nostre preferenze?
Praticamente ci si logga su Facebook e si va sulla pagina . E lì si trova quello che Facebook pensa ci interessi. E si possono aggiungere altre notizie su di noi. Per quello che ho visto, Facebook di me sa cose piuttosto marginali. O francamente sbagliate. E questo mi stupisce molto. Se i commentatori vogliono scrivere che effetto fa su di loro quella pagina sarò interessato a leggerli.
Vedere:
Liberal, Moderate or Conservative? See How Facebook Labels You (NYTimes)
Che cosa sono quelle piattaforme e perché vogliono la musica
Mentre l’internet si alimenta nella mobilità e il computing nella nuvola, le piattaforme come Apple, Amazon, Google, Facebook, Microsoft diventano le utility dell’ambiente mediatico emergente. Infrastrutture per mondi che esse stesse creano e governano algoritmicamente. Nei quali mondi vorrebbero trattenere e intrattenere le persone, a miliardi. Non per niente vogliono colorarle con le emozioni che la musica, i giochi, il cinema possono offrire agli abitanti. Per questo anche Amazon, forse, entra nello streaming musicale: questo si diceva oggi sul Sole. Nell’ecologia dei...
Speech at the ceremony for The James W. Carey Award for Outstanding Media Ecology Journalism
On June 25th, 2016, I gave a speech at the University of Bologna for “The James W. Carey Award for Outstanding Media Ecology Journalism” ceremony. Here are the notes.
Speech mea-award from Luca De Biase
Padova Nòva. Open innovation days: programma aperto Tavoli della Ragione. Si possono mandare proposte
Comincia il 29 settembre, alla sera, e finisce il 1 ottobre alla sera. Padova Nòva – Open innovation days è un percorso di ricerca che comincia. In una città che si comprende soltanto con la sua università. Il cui futuro è legato a quello della sua università. E in una università che deve aprirsi, alla città e al mondo, per dimostrare che il suo impatto è decisivo. La ricerca che comincia è relativa ai metodi e ai format che consentono alla società di parlare con la sua università e all’università di parlare alla società. Nell’economia della conoscenza questo è importante...
La disinformazione online e quello che possiamo fare. Quattrociocchi, Pariser, Menczer, Fournier, Quelch, Rietveld
La disinformazione non è nata con internet e tanto meno su Facebook. Gli esempi non mancano. Il caso Boffo è stato costruito sui giornali di carta e da giornalisti che non avevano molte idee sul digitale (Feltri su Repubblica). Il caso Telekom Serbia fu ingigantito dalla televisione posseduta dal capo di un importante partito italiano (Wikipedia). Ma ci sono anche casi più importanti e recenti: se la Brexit è un disastro politico tra le sue cause c’è la disinformazione portata avanti nel tempo dai giornali di carta più popolari in Inghilterra e Galles (questo blog). Il problema non è...
La Guerra Fredda si è trasformata nella Guerra Digitale. Le spie sono ovunque. E non si sa chi vince
E il gruppo di spie digitali Shadow Brokers ha messo in vendita all’asta online molti file che dovevano restare segreti, comprese alcune cyberarmi. A quanto pare, gli Shadow Brokers si fanno così vanto di aver violato la NSA e Equation Group l’organizzazione di spie digitali che si vocifera fiancheggi l’agenzia segreta per la sicurezza americana – famigerata per l’iperspionaggio ai danni di più o meno tutti reso noto da Edward Snowden. Equation Group è stata leader per vent’anni nel cyberspionaggio e si dice che abbia infettato con i suoi sistemi di...
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