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Editoria scolastica, avanti senza fretta

E dunque, grazie a Mante, si nota una mancata novità nell’editoria scolastica. Come richiesto con energia dall’Aie, non senza motivi rispettabili, ci sarà ancora tempo per riformare i testi scolastici. La rivoluzioncina italiana non parte nel settembre 2013. È rimandata. Inutile domandarsi se la prudenza governativa sia una scelta o un obbligo durante una campagna elettorale.

Il punto è che la scuola fatica a rinnovarsi. Senza una sorta di roadmap forte e chiara, con tappe precise e incisive, le forze della conservazione continueranno la strategia del muro di gomma. Ne conseguirà che la parte innovativa della scuola continuerà ad avanzare con pochi mezzi e tanta capacità, mentre la parte che tira a campare e a salvaguardare le posizioni di rendita non avrà motivo di preoccuparsi: i ragazzi che avranno la fortuna di partecipare a scuole innovative andranno molto più avanti dei loro coetanei meno fortunati. Aumenterà il learning divide.

Se non sarà il 2013, che sia il 2014. Ma mentre il mondo va avanti e una parte importante d’Italia langue, i docenti e gli studenti che innovano costruiscono esempi e soluzioni che faranno sempre più concorrenza allo strumentario tradizionale della didattica. L’editoria scolastica non si salverà solo ritardando le riforme.

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  • Secondo me la vera questione non è cartaceo vs. digitale, ma libro di testo si vs. libro di testo no. La mia risposta è LdT no, magari solo “libro” (magari digitale). Il LdT rassicura gli insegnanti e li inchioda ad una didattica per nulla innovativa. Paradossalmente, il digitale (che per me è un dovere, anche a scuola) a volte maschera l’assenza di innovazione didattica autentica. Non basta dire “digitale” o “tecnologie” per avere innovazione a scuola. Qui una riflessione un po’ più ampia http://www.giannimarconato.it/2013/01/i-libri-di-testo-servono/

  • Io credo che l’adozione e l’introduzione dei tablet come strumento didattico poss favorire una rivoluzione dell’impianto formativo molto di più che la semplice “conversione” dei libri di testo in ebook. L’utilizzo dei social media, degli enhanced ebook, text ebook, le app possono innovare seriamente il modo in cui il sapere viene creato oltre che condiviso.
    Credo che alla scuola italiana serva un progetto ambizioso che possa andare ormai anche oltre l’editoria scolastica digitale, che con tutti questi ritardi rischia persino di sembrare “anacronistica”.

  • Dal mio punto di vista, ovviamente non imparziale, non credo che il punto della questione dell’editoria scolastica sia digitale vs. cartaceo, e nemmeno libro di testo si’ o no.
    Il punto cruciale, da editore, mi pare sia contenuto chiuso vs. contenuto aperto.
    E’ il passaggio al contenuto aperto che i colleghi editori scolastici dell’AIE non vogliono (Garamond è uscita dall’AIE due anni fa proprio per questa radicale divergenza) e per questo ad esempio non partecipano ai progetti di innovazione recentemente promossi dallo stesso Ministero.
    Non si vuole riconoscere che il digitale e la rete implicano la rinuncia alla qualifica proprietaria del sapere didattico (un vero non-senso, soprattutto quando il contenuto è svincolato dal supporto), e l’avvio di una nuova era del mestiere editoriale, basato sulla conoscenza come bene comune, sulla costruzione collaborativa del sapere e sulla valorizzazione dei beni realmente scarsi online: l’attenzione, la reputazione e la capaità di generare e gestire comunità di pratica e di apprendimento.

  • I sondaggi commissionati dai politici e dai loro lacche’ puzzano di broglio lontano un chilometro, siccome vengono utilizzati a fini propagandistici, noi, in linea con l’idea che la rete non mente e che difficilmente può essere imbavagliata o condizionata, abbiamo pensato di partire con l’esperimento dei sondaggi online, scegliendo il metodo del voto-unico associato all’account facebook che per molti motivi che non voglio discutere in questo commento rende molto difficile i voti multipli che falsano gli altri sondaggi on-line.In italia gli utenti FB sono 20 mil. su 57 in continuo aumento e rappresentano 1/3 della popolazione e rappresentano bene o male tutta la società.Se questo esperimento funzionerà (lo sapremo a febbraio) avremo un’altro strumento utile e libero che non potra altro che far bene alla democrazia. L’importante ora non sono i like che date alla pagina, ma il numero di votanti, quindi vi chiediamo di aiutarci e condividere con gli amici, grazie a tutti. http://www.nalsystem.com/stats/?p=25

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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