Luca De Biase

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An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
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Domenica, 2 dicembre 2007

Bookblogging
L'organizzazione informale
Rubrica settimanale casuale ma non troppo sui libri che prendo in mano

Settimana conclusa il 2 dicembre 2007
Sto leggendo
Remo Bodei, Le forme del bello Il Mulino
Emanuele Scotti e Rosario Sica, Community management, Apogeo
Ho acquistato
Yona Friedman,Utopie realizzabili, Quodlibet
Ho ricevuto
Helga Nowotny, Curiosità insaziabile, Codice Edizioni
Nicla Vassallo, Filosofia delle conoscenze, Codice Edizioni

Emanuele Scotti e Rosario Sica entrano in un territorio di ricerca complesso ma necessario. Il community management è un concetto di frontiera per la gestione delle aziende, difficile da definire senza rischi. Le relazioni informali tra le persone sono una realtà che gli autori scoprono anche in azienda, ma la loro gestione è una funzione tutta da inventare. Una funzione che può apparire densa di promesse, ma che si può rivelare molto delicata. In qualche caso, secondo alcuni, persino impossibile.

Pensare le aziende e le organizzazioni come social network conduce a scoprire valori che nessun bilancio attuale può registrare. (Il che dimostra peraltro i limiti dell'attuale tecnica della valutazione del valore in azienda). Le persone si esprimono e si connettono con i colleghi, con i pari al di fuori delle aziende, persino con i clienti e i fornitori, generando in modo informale una quantità di soluzioni a molti problemi della vita quotidiana sul lavoro. La qualità dei risultati dipende certamente dalla qualità di queste relazioni. Così come la diffusione della conoscenza, la creazione di nuova conoscenza, la formazione. Persino le dinamiche dell'innovazione sono influenzate fortissimamente dal clima generato da queste relazioni informali.

Le community informali nelle organizzazioni nascono in modo fondamentalmente spontaneo. Per la passione o la disponibilità delle persone. Risolvono problemi aziendalmente rilevanti, ma la loro struttura non ha necessariamente bisogno di interventi manageriali. E forse in questo senso, l'unico community management possibile può sembrare il non fare nulla. Il management che voglia controllare le community informali può anche rovinarle. L'intervento è certamente un'opportunità, che però va colta solo in base alla cultura giusta. Come definirla? Gli autori rispondono che le comunità informali non si "progettano" o "costruiscono": ma si possono coltivare, come suggerisce Etienne Wenger.

Le attività del management che coltiva le comunità in azienda vanno dall'incoraggiamento rivolto alle persone giuste, alla creazione di piattaforme adatte e alla valutazione dei risultati. "Coltivare differisce dal progettare in quanto riconosce la natura autopoietica delle comunità di pratica e si concentra sul mettere in atto azioni di sostegno e di costruzione di condizioni e infrastrutture abilitanti".

Su quest'ultimo terreno, gli autori si concentrano. Parlano di tecnologie. E parlano di servizi messi a disposizione delle community (redazioni, coordinamento, moderazioni, e così via). La ricerca in questo senso è validamente supportata da un insieme di casi attentamente analizzati e da interviste con esperti e studiosi. Resta a mio parere da sviluppare la consapevolezza del valore di queste community per l'azienda: una formalizzazione dei servizi alle community può essere importante, ma una formalizzazione del valore delle community e dei social network per il calcolo del valore dell'azienda stessa potrebbe addirittura essere più importante. Questo cambierebbe lo scenario: da un'attività volontaristicamente portata avanti da manager - magari delle risorse umane - particolarmente illuminati, diventerebbe anche agli occhi dei manager meno illuminati e più preoccupati dei mercati finanziari un irrinunciabile elemento del valore dell'azienda. Un valore basato sulle persone.

Mercoledì 5 dicembre 2007 alle h. 18.00, a Milano in via Santa Marta 18 presso SIAM 1838, presentazione del libro "Community management" con una tavola rotonda sul tema:

L'organizzazione informale è più efficiente di quella gerarchica?
Enterprise 2.0 /social networking /Folksonomy /Social media /Web 2.0
Nuovi destini per:
Management /leadership /gestione dei saperi /formazione /innovazione

Partecipano: Luca de Biase (Nova/IlSole24ore), Emanuele Quintarelli (socialenterprise.it), Giuseppe Scaratti (Università Cattolica), Marco Vergeat (AD Isvor Fiat), Franco Villani (Direttore commerciale BTicino). Intervengono nel dibattito anche: Roberto Bellini (AICA), Davide Biolghini (consulente), Giuseppe Braga (consulente), Antonio Fossati (consulente), Francesco Robiglio (manager).

Le puntate precedenti di questa specie di "rubrica"...
Il comune senso del capitalismo (4 novembre 2007)
Il gioco della matematica (28 ottobre 2007)
Numeri da leggere (7 ottobre 2007)
Fantadesign da leggere (30 settembre 2007)
Vivere una lettura filosofica della politica / 2 (23 settembre 2007)
Vivere una lettura filosofica della politica (16 settembre 2007)
Leggere il video partecipativo (5 agosto 2007)
L'identità delle vittime (29 luglio 2007)
La poesia di un amico è il titolo del racconto della tua vita (22 luglio 2007)
Leggere l'incomprensione (15 luglio 2007)
Il destino di leggere (8 luglio 2007)
Leggere la razza padrina (1 luglio 2007)
Leggere un incontro di civiltà (24 giugno 2007)
Lettura bella e popolare (17 giugno 2007)
Ricchezza della lettura in rete (3 giugno 2007)
Mutazioni nella lettura (27 maggio 2007)
Leggere nel futuro della città (20 maggio 2007)
Leggere il segreto di un inventore (13 maggio 2007)
L'organizzazione da leggere (6 maggio 2007)
La felicità di leggere (29 aprile 2007)
La scommessa di leggere (22 aprile 2007)
Leggere nel pensiero (15 aprile 2007)
Leggere nella mente digitale (8 aprile 2007)
Leggere nella rete (1 aprile 2007)
Leggere gli effetti dell'autobiografia (25 marzo 2007)
Leggere memi (18 marzo 2007)
Leggere l'identità del reporter (11 marzo 2007)
Leggere gli scenari (4 marzo 2007)
Leggere di quelli che lavorano (25 febbraio 2007)
Leggere dentro e fuori (18 febbraio 2007)
Leggere parole chiave (11 febbraio 2007)
Leggere appunti su ciò che non può essere scritto (4 febbraio 2007)
Rileggere quello che va riletto (28 gennaio 2007)
Leggere quello che gli amici hanno scritto (21 gennaio 2007)
Leggere quello che gli altri leggono (14 gennaio 2007)
Leggere per viaggiare (7 gennaio 2007)
Leggere per meditare (31 dicembre 2006)
Leggere per citare (24 dicembre 2006)
Gli occhiali per leggere (17 dicembre 2006)
Leggere, leggerezza, legge (10 dicembre 2006)
Leggere o non leggere (3 dicembre 2006)
Leggere per lavorare o lavorare per leggere? (26 novembre 2006)

Tag: letture, libri, community management

Scrivono di libri: Clelia Mazzini (Akatalēpsìa), Luisa Carrada (Il mestiere di scrivere), Stefania Mola (Squilibri), Ste (melodiainotturna), Ossimora (Antonia nella notte), Remo Bassini (Appunti), Seia Montanelli (Paese d'Ottobre), Renee (Book of the day), Mitì Vigliero (Placida Signora), Gian Paolo Serino (Satisfiction), Gattostanco, Gabriella Alù (Non solo Proust), Patrizia Bruce (Dimmi, cosa leggi?), Angèle Paoli (Terres del femmes), Alessio (L'Aleph). E... Vibrisse, Lipperatura, Litteratitudine. Wittgenstein, talvolta. E inoltre: Bottega di Lettura, Penna e mouse, Bookrepublic. La Frusta. Zam. Booksblog. E MilanoNera. E Sottotomo... BooksWebTv.

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In libreria: Economia della felicità, dalla blogosfera al valore del dono e oltre, Feltrinelli

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