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Sabato, 1 dicembre 2007
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Il papa e l'Onu
Il papa attacca il relativismo che domina, secondo lui, l'Onu e le organizzazioni internazionali. E invoca la "legge morale naturale". Ne parla Repubblica.
Mi pare che la contrattazione di piccolo cabotaggio nella quale si infilano le organizzazioni internazionali per arrivare a compromessi possibili sia brutta. Mi pare anche che una grande visione planetaria, orientata a indirizzare il popolo mondiale verso una convivenza pacifica e dignitosa per tutti gli abitanti della Terra (uomini, animali, piante, aria, acqua...) sia una necessità importantissima e impellente. Ne sento la mancanza.
Le autorità culturali che possono dichiarare qualche cosa in proposito ed essere seguite, però, mi paiono a loro volta invisibili. E i canditati istituzionali a questo ruolo, i capi religiosi e politici, non mi sembrano in grado di conquistare la credibilità sufficiente. Troppi sono gli interessi di bottega che emergono dai loro discorsi. La generosità di donare una grande visione non può essere incarnata dalle stesse persone che quotidianamente si occupano della difesa delle regole istituzionali e organizzative che ne garantiscono il potere.
La generosità delle autorità culturali delle quali il mondo ha bisogno, vive di ecumenismo sul piano religioso. E di laicismo rispettoso e umanamente profondo sul piano politico. Secondo me.
Se dietro la formula un po' vecchia della "legge morale naturale" ci fossero questi pensieri, credo che occorrerebbe rifletterci profondamente. Ma ci sono?
(Scrivo con la piena consapevolezza dell'umiltà che questi argomenti richiedono. Per questo, in fondo, non riesco che a formulare domande).
2:47:54 PM
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Museo del design
Il ponte di bambù, una linea ardita quanto bellissima. Le grandi sale. Il gigantesco pannello-schermo. Il teatro, di alluminio fuori e dentro di legno. Il gigantesco muro che connette ai molti piccoli musei del design delle molte aziende italiane che operano in questo settore. Decine di persone ci stanno lavorando. Materiali per imballaggio,
trapani e martelli, cavi dappertutto. Eppure giovedì 6, il nuovo nuovo Museo del Design, alla Triennale di Milano, viene
inaugurato. Ho potuto dare un'occhiata al cantiere con il direttore generale, Andrea Cancellato, e con la architetta-designer Laura Aquili che collabora con Nòva.
E' una scoperta entusiasmante. Si sta costuendo un centro simbolico, educativo, organizzativo, dell'eccellenza italiana nel design. Per decenni, i designer italiani sono andati in ordine sparso, condotti dalla propria creatività e dalle circostanze. Come sempre succede in Italia. Il Museo offre una dimensione in più al sistema. Non cambierà nulla di pratico, ma genererà una prospettiva nuova. Secondo me.
Non è un Museo degli oggetti di design. E' un progetto della progettualità. Vivrà di pensieri temporanei, costuendosi continuamente intorno a temi scelti e coltivati con alcuni registi italiani (il primo è Olmi). Una visita al Museo non sarà quasi mai uguale alla precedente. E i designer si sentiranno meno soli. Mentre gli italiani impareranno a rispettarli di più.
Non dubito che non mancheranno le polemiche. Le divisioni. Le difficoltà. Come possiamo farne a meno in Italia? E le giuste forme di concorrenza, come l'iniziativa dell'anno del design di Torino. Ma questo Museo è un simbolo che parla di qualcosa del quale avevamo bisogno. Qualcosa di cui andare fieri.
10:17:22 AM
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2008
Luca De Biase.
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2-01-2008; 9:17:02.
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