Luca De Biase An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
a laboratory for the study of broken democracy and creative capitalism.
Plus news about media and cultures.
Non è una cosa da lunedì mattina. Forse questo post starebbe meglio tra le cose a cui si riflette la sera. Ma se uno sta pensando a come evolve la televisione nel mondo della rete e si imbatte in una serie di pezzi come Quarterlife, non può fare a meno di prenderli ad esempio. E' come se (forse dopo Rocketboom) si fosse avviata una sorta di nuova attività creativa. Nelle notizie e nell'entertainment. E si capisce che anche per il web si sta sviluppando una professionalità di ottimo livello.
Ho visto sette episodi di Quartelife. Sono molto naif su queste cose. Non vedo quasi niente in televisione. Ma ho l'impressione che questa sorta di webtelefilm sia fatto molto bene. Semplice, ma non banale. Semplice perché deve avere il ritmo giusto. Tra il fumetto e il videoclip (il che non garantisce nulla ma non esclude nulla). E non banale perché affronta coraggiosamente un bel po' di temi in pochissime pennellate. Raccontare la vita quotidiana, relazioni più o meno complicate, difficoltà sul lavoro, inventarsi un'identità, riuscire, riflettere. Sequenze brevi. Musica ok (meglio di ok). Intreccio tenuto insieme a ogni episodio di dieci minuti. Attori bravi. Sceneggiatura molto ben pensata. Oh, mica è Wenders... Ma è una finestra su un mondo di opportunità per un sacco di gente.
E' un'occasione per tutti. Anche per noi qui. Non credo proprio che costi molto produrre per il web. Ma una cosa credo: non va preso alla leggera. Ci vogliono quelli bravi.