Luca De Biase
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Lunedì, 24 dicembre 2007
 

Tecniche di depressione a mezzo stampa
Perché nessuno parla del boom delle esportazioni italiane


Ancora un articolo internazionale che descrive la depressione italiana. E ancora molti commenti orientati a chiosare, con poca critica e molte lamentazioni. Uno psicodramma italiano che continua. E che deriva da una tecnica mediatica molto nota, della quale dovremmo essere più consapevoli.

Si chiama frame setting. Il frame è una sorta di quadro interpretativo generale che consente di leggere un periodo storico in modo semplice e chiaro. Tutti lo accettano e grazie ad esso tutti scrivono articoli che trovano consenso. Poco importa se il frame sia una semplificazione o una banalizzazione della realtà. Le notizie che stanno in frame passano con grandi titoli, le notizie che non confermano il frame vengono messe in secondo piano.

Tutte le notizie che confermano il frame della depressione italiana trovano grandi titoli e numerosi commenti. Perché chi scrive quei titoli e quei commenti sa di conquistare facilmente il consenso del contesto. Ma questo acceca di fronte alle notizie di segno contrario.

Questa Italia "depressa" ha aumentato le esportazioni dell'11.5 per cento nei primi nove mesi del 2007. E ha conquistato quote di mercato mondiale. Solo Germania e Cina hanno fatto qualcosa di simile. Mentre tutti gli altri grandi paesi, compresi ovviamente Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, hanno perso quote di mercato nel mondo.

Ricordo perfettamente che quando l'Italia perdeva quote di mercato, all'inizio del nuovo millennio, quel fatto era considerato una prova del declino italiano e se ne parlava molto. Ma di questo boom di esportazioni italiane del 2007 non si parla molto. Quasi per nulla. Perché non è in frame. Non si trova consenso richiamando questo dato: anzi, si fa la figura dell'ottimista a tutti i costi, un po' pazzo un po' interessato a sostenere qualcuno o qualcosa. E invece il fatto è che se le esportazioni italiane sono aumentate dell'11.5 per cento vuol dire che l'Italia non è soltanto un paese depresso.

E' evidente che questo dato non annulla tutti i motivi di preoccupazione posti dalla situazione sociale ed economica italiana. E' evidente che l'invecchiamento della popolazione, la gestione erratica dell'immigrazione, la perdita di potere d'acquisto dei salari, il peso del debito pubblico e tutte le nostre altre palle al piede sono realtà. Ed è evidente che il senso di disapprovazione generale che la classe politica si è conquistata non deriva solo dalla polemica spicciola o dal fuoco incrociato degli scandali.

Il paese attraversa una trasformazione profonda. Usciamo dall'epoca industriale. Entriamo nell'epoca della conoscenza. La globalizzazione è una sorpresa continua. E la paura del futuro è comprensibile perché una larga parte della popolazione soffre per la trasformazione. E manca un'elaborazione vera, un progetto che serva anche a capire in che direzione andiamo.

L'elaborazione di questa visione del futuro è la grande responsabilità della leadership. E questa manca. Ma la qualità della narrazione collettiva dipende anche dal sistema dei media. Se i media si appiattiscono sul frame ogni notizia di segno contrario sparisce. Si scopre oggi che i mutui hanno smesso di salire per fortuna. Forse si attuerà un piano di riduzione fiscale per i lavoratori dipendenti (valuteremo). La comprensione può avvenire solo tenendo conto di tutte le notizie e le tendenze, non solo quelle che fanno il gioco del frame.

Se il sistema mediatico usa la tecnica del frame acceca il pubblico. Sta ai nuovi media emergenti criticare il frame e tentare di testimoniare che il caos nel quale ci sentiamo di vivere può essere anche creativo. Senza sciocco ottimismo. Ma con sano realismo storico: la storia è tutto insieme, leggerla è leggere tutto insieme, per quanto possiamo. Gli innovatori, in Italia, ci sono. Che si facciano sentire! Una visione progettuale, della quale abbiamo tanto bisogno, può venire fuori solo se contribuiamo a vedere i fatti nella loro giusta e complessa prospettiva.

Altri commenti via BlogBabel. Quinta, Entronellantro, Enrico, Franco Ziliani, Visti da lontano, Beppe Grillo, Federico Pepe.

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9:34:37 AM    comment [];


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