Luca De Biase
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Mercoledì, 5 dicembre 2007
 

Strategie anti-bolla 2.0
Semplice: non parliamo di soldi per un po'

Se Facebook è valutata 15 miliardi di dollari e la Ford 16 miliardi, vuol dire che siamo alla bolla 2.0? Riassume il dibattito un ottimo post di Nicola Bruno. Ecco due o tre considerazioni:

1. Certo, le valutazioni delle aziende 2.0 sono sgangheratamente elevate. Ma c'è una bella differenza rispetto alla bolla 1.0: allora tutti andavano in borsa e i soldi mal spesi erano dei risparmiatori, più o meno manipolati dal circo finanziario-mediatico; oggi i soldi sono delle grandi aziende che hanno un modello di business e che acquistano le start up perché vogliono le loro tecnologie o la loro audience.

2. Il fatto che Microsoft e Li Ka-Shing valutino una fettina di Facebook in modo tale che se si vendesse allo stesso prezzo tutta la società la capitalizzazione sarebbe di quella portata non significa che la capitalizzazione sia di quella portata. Qui c'è una strategia di acquisizione a fettine molto furba da parte dei Facebook. Dopo Skype e YouTube che hanno venduto tutto insieme, perdendo progressivamente la propria identità, Facebook ha trovato il modo di rendere farsi acquisire a pezzetti, mantendo la propria indipendenza. L'audience è la sua prima forza. E non la scioglie nel mondo di un acquirente. Il problema di Facebook non è la sua capitalizzazione: il problema è il passaggio alla monetizzazione dell'audience. L'introduzione della pubblicità virale rischia di contaminare la community, creando una distanza tra i partecipanti e la piattaforma.

3. I soldi sono un problema, infatti. Lo dimostra la storia di Philip Bensaid, co-fondatore di Crusher, che per ora rifiuta i soldi degli investitori. "Creare un prodotto desiderabile non riesce se si pensa troppo a monetizzare: la pressione a far soldi distorce la visione di chi crea un prodotto per i consumatori, inducendo a ficcarci dentro a forza dei modi per monetizzarel. Noi vogliamo prima fare evolvere il nostro prodotto. E' molto più divertente". via Wired.

4. I costi per sviluppare un nuovo prodotto 2.0 non sono quelli che servivano all'epoca 1.0. Open source e capacità tecnologiche, costi della banda e servizi disponibili online sono motivi forti per avere meno bisogno di soldi al momento di creare una start up. Quindi gli imprenditori sono liberi dai finanziatori per un tempo più lungo. Mentre la pubblicità è un modello di business più importante oggi di allora e quindi consente a chi non abbia pretese miliardarie di fare crescere un sito contando su un piccolo fatturato piuttosto che su un accordo con il capitale di rischio.

5. Gli utenti sono molto più competenti di quanto non fossero all'epoca 1.0. E quindi si accorgono delle buone idee mentre scartano velocemente quelle meno buone. Il numero di utenti effettivi e la velocità di adozione delle nuove proposte sta dunque diventando un indicatore piuttosto buono della qualità delle start up.

Detto tutto questo, la speculazione è sempre in agguato. Ma se la cultura è quella di gente come Philip Bensaid - non affascinato dai soldi e molto più attratto dalla felicità di fare un bel lavoro - allora la bolla 2.0 è meno pericolosa.

Allora, secondo me, per le aziende grandi che hanno un orientamento all'acquisizione, il vero tema è comprendere che cosa vogliono: audience, prodotti, persone? La valutazione delle acquisizioni non dovrebbe essere basata su multipli del valore dell'audience (gli analisti finanziari sono maestri nel creare pensieri fittizi in materia), ma sul valore che l'acquisizione porta nell'acquirente. E credo che il valore più grande e più sottovalutato sia quello che viene dalle persone che, attraverso l'acquisizione, possono entrare a far parte dei collaboratori dell'acquirente.

Collaborare con quelle persone, creative e intelligenti, che sono riuscite a fare un prodotto di valore, dovrebbe essere il vero obiettivo dei manager delle aziende che vogliono acquisire la loro start up.

Sintesi. Parliamo meno di soldi e più di persone. E' così che ci salviamo dalla bolla.


9:49:03 AM    comment [];


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