Il presidente degli Stati Uniti parla di governo e tecnologia, come si può accelerare il governo e migliorare la qualità dell’effetto sociale della tecnologia. Parla di democrazia e della difficoltà di votare in America. E parla di crittografia: non può intervenire direttamente su Apple vs. FBI. Ma cerca un modo per spiegare che cosa si può fare.
[youtube][/youtube]
News
Premi alle perdite
Un articolo di Fabio Pavesi sul Sole 24 Ore di oggi parla dei bonus ai manager della Deutsche Bank. La banca tedesca ha perso nel 2015 6,8 miliardi di euro. E ha destinato ai premi per i manager un monte bonus di 2,4 miliardi. Il monte bonus è stato tagliato del 17% rispetto all’anno prima. L’anno prima non c’erano state quelle perdite. E le perdite sarebbero state – coeteris paribus – di 4,4 miliardi invece che di 6,8 miliardi se la banca non avesse premiato i responsabili di quelle perdite con 2,4 miliardi. Questo è quanto appare a un lettore non troppo tecnico...
Specializzazione o diversità nello sviluppo della città?
Ritrovando una ricerca del 1997 sulle specializzazioni o le diversità delle economie cittadine, ripartono vecchi e nuovi dibattiti. Perché a prima vista la specializzazione è richiesta da diverse policy europee. Ma la diversità è potenzialmente più adatta a generare innovazione. Ma rileggiamo questo paper: Innovation in cities: Science-based diversity, specialization and localized competition, di Maryann P. Feldman e David B. Audretsch. Whether diversity or specialization of economic activity better promotes technological change and subsequent economic growth has been the subject of a heated...
Apple vs. FBI è uno scontro per il controllo della mente e può avere un finale a sorpresa
Matthew Noah Smith è un filosofo che insegna a Leeds e ha un’idea sullo scontro Apple vs. FBI che può portare a un finale a sorpresa. La sua visione parte dall’osservazione dell’importanza dello smartphone per la persona moderna. Oggi il telefono e tutto quello che fa e contiene è un’estensione della mente. Consentire all’FBI di forzare il telefono è come consentirle il controllo della mente di milioni di persone. È una scelta da prendere con molta attenzione. Ma perché ci si dovrebbe fidare di più di un’azienda privata? In realtà, non solo l’FBI...
La fine di un tabù da vecchi padroni. L’impresa moderna fa soldi ed è ecologica. Uno studio Ocse
Per molto tempo, specialmente nelle società con una cultura imprenditoriale arcaica, si è sentito dire che un aumento delle regole per la salvaguardia dell’ambiente avrebbero reso meno conveniente produrre e meno competitivo il sistema delle imprese. L’Ocse esce in proposito con uno studio che rivela come tutto questo sia un tabù da superare. In pratica, il grande centro di analisi economica parigino osserva che le regole a tutela dell’ambiente non hanno una significativa influenza sulle esportazioni di un paese: Environment and trade: Do stricter environmental policies hurt...
Qual è il punto di forza degli umanisti secondo Harvard
È chiaro che servono ingegneri, scienziati, matematici e altre persone che hanno una preparazione orientata al risultato, aperte al feedback empirico, capaci di gestire l’epistemologia. Ma è anche chiaro che servono persone adattabili, che sanno coltivare l’immaginazione, che sanno raccontare. La sintesi di queste culture è quello che ci vuole. Ad Harvard dunque rivalutano gli umanisti per equilibrare i tecnici: «perché sanno gestire problemi che non hanno una sola soluzione corretta» spiega il direttore delle ammissioni, Dee Leopold (Qz).
Cory Doctorow. Reputazione, meritocrazia e diseguaglianza
Cory Doctorow (nella foto accanto di Jonathan Worth pubblicata su Wikipedia) ha scritto un pezzo super interessante sulla relazione tra reputazione e diseguaglianza, segnalando tra l’altro che la meritocrazia non esiste (LocusOnline). Certo, leggere Doctorow da un punto di vista italiano è ancor più interessante. Cory si preoccupa delle motivazioni per cui il merito è spiegato non solo dall’impegno e dalle qualità personali ma anche dalle condizioni di partenza e dunque dalla fortuna. Per questo segnala i limiti dell’ideologia del merito. E poi in fondo non tutto è...
Evgeny Morozov e la liberazione dal liberismo
Il nuovo libro di Evgeny Morozov unisce alla critica rivida e radicale cui l’Autore ha abituato i lettori un implicito programma di liberazione. Dal liberismo finanziario. È un’apertura alla speranza che in precedenza traspariva forse meno da Morozov, ma che diventa necessaria. Una speranza senza illusione: si tratta di un programma difficile. Rendersi conto dei limiti del liberismo è facile per chiunque osservi le vicende delle crisi finanziarie recenti. Ma non è facile prenderne le conseguenze. Anche perché – e questo è il punto – le tecnologie di...
Bocconi: media ecology. Gli appunti di sei lezioni
Una carrellata di temi e riferimenti sull’ecologia dei media. Con una linea di fondo: vivere criticamente e attivamente nell’infosfera. Questo il senso, umile, delle lezioni tenute alla Bocconi e terminate ieri. Grazie ai partecipanti. (Qui gli appunti, che restano aperti ai suggerimenti di chi ne vorrà dare: Bocconi)
Sull’uberizzazione del lavoro e il “digital labor”
La InaGlobal pubblica un importante dossier sul “digital labor“. Un dossier da consultare. Si tratta, in super sintesi, del lavoro svolto dall’utente delle piattaforme digitali che porta valore alle piattaforme stesse ma non è remunerato. Ma in realtà, dietro un’etichetta unificante si trovano realtà molto diverse. E in alcuni casi si può pensare a trovare forme di compensazione o addirittura remunerazione; in altri casi si tratta di importi talmente piccoli che non si vede come potrebbero essere interessanti per i “lavoratori digitali”; in altri casi...
Commenti