Un’impressione su tutte da Asti (convegno segnalato ieri): ci sono editori tosti, che non si fanno prendere dal panico ma costruiscono. Come Le Monde e Le Figaro. (Cenni su twitter.com/lucadebiase). E c’è una piattaforma per giornalisti tosti che riesce a farsi pagare per i contenuti, rifiutando la pubblicità: Médiapart. (Domani altre info: ora sono di corsa col cellulare).
Approfondimenti
Domani sui giornali
Domani il dibattito: “L’ultima edicola: crisi, bulimia e cambiamenti dell’informazione nel nuovo millennio”. Ad Asti, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Piemonte. Tra i partecipanti annunciati: David Ghiraud direttore generale di Le Monde, Werner De Schepper del gruppo svizzero Aargauer Zeitung Medien, Peter Rothenbuelher direttore di Edipress e caporedattore de Le Matin, Luciano Bosio Direttore studio marketing di Figaro Medias. Credo che sia finita la discussione sulla fine dei giornali. E che sia ora di parlare di transizione. I giornalisti e...
Data mining attivo
Si scopre che le Poste Italiane, come del resto pare la Telecom Italia, sono interessate a sviluppare prodotti da offrire alle aziende, con sistemi di raccolta di dati sui consumatori basati sull’utilizzo dei media sociali. Dati aggregati, naturalmente, che non mettono in discussione la privacy dei singoli. E fino a prova contraria questa è la realtà. Il potenziale conoscitivo che i movimenti online delle persone è enorme. Ad Amazon, 35 milioni di utenti, fanno addirittura esperimenti sui movimenti dei consumatori, cambiando un po’ la forma delle pagine, il numero di prodotti...
Emergenza di informazioni
Spotlight su GoogleNews fa emergere i pezzi approfonditi, sulla base delle segnalazioni dei blogger (anche se non si sa bene come funziona l’algoritmo). E’ un esempio di una serie di piattaforme che tentano di rispondere alla domanda di segnalazioni di articoli di qualità online. Ne parla NiemanJournalismLab. La selezione realizzata sulla base di algoritmi e media sociali sta procedendo. Per i giornalisti la consolazione è che i pezzi più importanti sono di solito realizzati da professionisti. Il problema è soprattutto degli editori.
Survey del giornalismo su se stesso
La NewYorkBookReview ripercorre il dibattito sulla crisi e il futuro del giornalismo. Un taglio sintetico per navigare nella quantità enorme di informazioni e idee che emergono su questo tema:– il giornalismo deve fare ricerca, per migliorare il metodo di lavoro che lo distingue nella raccolta, selezione, valutazione, interpretazione, dei fatti (il giornalista non è definito dalla tessera ma dal metodo, artigiano ma epistemologicamente attento, con il quale produce le notizie)– il giornalismo deve fare sperimentazione, per migliorare l’uso delle piattaforme e fare emergere...
Ottimisti e pessimisti
Secondo Bertolino un ottimista è solo un pessimista male informato. Fa ridere. Ma per la stessa ragione per cui il professore di giornalismo della Columbia insegna che un editoriale pessimista ha più successo. Il pessimismo sembra coraggio di guardare ai fatti, mentre in realtà sarebbe vero proprio il contrario. Il coraggio di guardare ai fatti e di saper guardare anche oltre in nome di un progetto realizzabile per cambiare il mondo trova ancora più consenso. Il pessimismo blocca, l’ottimismo alimenta, l’ottimismo consapevole costruisce. Insomma, alla fine, il pessimista fa più...
Gian Arturo Ferrari contro l'”ideologia di internet”
In Italia ci sono 3,2 milioni di persone che leggono almeno un libro al mese. Ci sono 2901 case editrici. E in un anno si pubblicano circa 61mila titoli. Il 60% dei titoli stampati non vende neppure una copia. I piccoli editori hanno un invenduto del 95%. I 5 grandi editori (Mondadori, Rcs, Messaggerie, DeAgostini, Feltrinelli) vendono quasi il 90% dei primi 500 libri più venduti. L’Italia è il settimo mercato del mondo di libri. Evidentemente si tratta di un business ad altissimo rischio, con una concentrazione enorme, con un pubblico piuttosto ridotto. Internet è una soluzione o una...
BookBlogging – L’ossimoro del potere intelligente
Esiste il potere intelligente? Oppure il potere è solo un meccanismo banale che offre a chi lo detiene l’unica priorità di esercitarlo per mantenerlo? Domande antiche. Che non si possono evitare. Specialmente in un’epoca in cui se non la sostanza, almeno l’espressione culturale del potere si trasforma profondamente, insieme a tutto l’ecosistema della conoscenza. Aprendo scenari nuovi per un esercizio più intelligente del potere ma anche per un esercizio ancor più sottile, manipolatorio e verticistico del potere. Il momento storico richiede riflessioni vere su...
Laboratorio musica per tutta l’editoria
La musica è più avanti di tutti i vari comparti dell’editoria nell’adattamento alla rete digitale sociale. E le considerazioni di Rafat Ali vanno lette anche in questo senso. C’è da imparare per tutti, compresi i giornali.
1. Comunità strette intorno agli artisti, non ai loro editori
2. Piattaforme sulle quali può succedere di tuttto, non un solo modello di business
3. Nuovi servizi, da scoprire e sperimentare.
Giornali da discutere
E dunque. I giornali sono in crisi e cercano una soluzione per uscirne. Qualche editore pensa di poter vendere l’accesso ai giornali online. Altri pensano a provvidenze statali. Molti lamentano l’indebita interferenza degli aggregatori che vendono pubblicità usando le notizie pubblicate dai giornali. La discussione sul giornalismo che si è sviluppata grazie ai commenti su questo blog ha evidenziato alcuni temi che mi sembrano da riordinare e approfondire. Riassumo qui. E in fondo al post riporto i commenti originali. 1. Gli editori non hanno mai venduto le notizie; hanno sempre...
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