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Le Monde, Figaro, Médiapart

Alcuni editori francesi non sembrano presi dal panico per la crisi. Ecco alcuni appunti presi al convegno di Asti in materia.

David Guiraud, direttore generale del gruppo Le Monde
“La crisi dei giornali? È apocalisse o metamorfosi? Di sicuro è una sfida. Si è passati dalla logica dell’offerta alla logica della domanda. E poi a una nuova situazione nella quale tutti offrono e domandano. In questo percorso si è distrutto molto valore. (Ma Le Monde non resterà a lungo gratuito su iPhone). Il valore che resta e che conta è quello del marchio. Che fare? Ricentrare l’organizzazione dei giornali sui lettori. Ricreare forme di scarsità: con articoli speciali. Allargare il territorio del marchio. Sviluppare un marketing complesso. E comprendere meglio le specificità cognitive dei diversi supporti”.
Luciano Bosio, direttore della comunicazione, strategia e ricerca del gruppo Le Figaro
“Il fatturato del gruppo è solo per una parte minoritaria generato dal quotidiano, ma tutto il valore di quello che facciamo è generato dalla qualità del giornale. Che fare? Tagliare i costi e ridurre le redazioni, oltre un certo limite, riduce la qualità del giornale. Dobbiamo puntare sulla qualità se ci vogliamo far pagare. Siamo riusciti a rimontare su internet e a diventare il primo giornale online francese: sicché mentre la pubblicità online cala, in Francia, per noi aumenta del 17% e tende ad arrivare al 20% del fatturato del gruppo. Ma anche il giornale deve migliorare. C’è un restyling. E c’è una nuova stampa che produce un oggetto che non sporca più le mani. Inoltre la linea editoriale decisa dal direttore è concentrata su tre funzioni: prestigio, pedagogia, piacere. La crescita del quotidiano passa per gli abbonamenti: con consegna alle 7:30 ogni mattina”.
Gérard Desportes, fondatore del sito d’informazione Médiapart
“Dare le notizie gratuitamente è stato un errore per i giornali. Ha abbassato la qualità delle notizie su internet. Noi facciamo giornalismo, andiamo in Afghanistan e seguiamo con le nostre forze i fatti. E abbiamo oltre 400 blogger che aggiungono informazioni di prima mano. Il nostro notiziario si può leggere soltanto con abbonamento: 9 euro al mese. Rifiutiamo la pubblicità. E abbiamo 16.500 abbonati paganti”.

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  • OT Carino vendredi.info ma mi chiedo perché non mettere a disposizione degli utenti feed RSS divisi per argomenti; Luca, è un problema che ho anche per quel che riguarda Nòva24: se voglio seguire i blog che trattano di “tecnologia” non ho un feed dedicato (o almeno, è così nascosto che non sono riuscito a trovarlo) e devo “crearmelo” con Yahoo! Pipes…

  • ieri sera stavo guardando Presa Diretta (mi è piaciuto un sacco) e ho pensato che pagherei per inchieste così…
    non sarebbe possibile realizzare un network in cui gli utenti comprano dei “puntiinchiesta”(tipo prepagata) con cui “promettono” un finanziamento a dei giornalisti che fanno proposte di inchieste.
    nel momento in cui l’inchiesta ha preso abbastanza punti viene scalato il credito a chi ha promesso e il giornalista inizia a fare il suo lavoro…
    non so se si capisce bene e se è originale come idea ma mi è sembrata carina..
    saluti

  • Stefano, qualcosa del genere esiste negli States e si chiama Spot.us. In Italia, non esiste un servizio simile: insieme ad altro, ci sta provando chi scrive a realizzarlo…

  • Federico !, perché vuole ( cerca ) ad ogni costo dei fees rss se
    sono morti ? ( e non risorgeranno – mio parere )
    http://www.techcrunchit.com/2009/05/05/rest-in-peace-rss/
    se può legga nova ( 173 ) pagina 23 / il pezzo di Valdemarin
    ( ultime 5 righe )
    Citando il paradigma dell’UOMO che morde il CANE, è
    probabile che la vera notizia l’avremo quando i GIORNALISTI
    inizieranno a commentare i post dei propri lettori.
    E non siamo lontani ! ( mio parere )
    Vincenzo

  • @vincenzo secondo techcrunch i feed rss sarebbero con un piede nella fossa non perchè inutili nella loro funzione ma perchè quest’ultima viene svolta meglio da servizi come twitter che consentono l’interazione real time tra blogger/altro e lettore. Sull’effettiva possibilità di perfetta sostituzione tra i due servizi i dubbi non sono pochi ed in questo senso basta leggere i commenti che seguono l’articolo di TC da lei citato.
    Il problema in Italia, a mio avviso, non è quello della sostituibilità. Twitter può prendere il posto di google reader solo quando giornalisti, blogger, amici e conoscenti accanto all’rss feed utilizzano i tweets. Secondo alcuni dati riportati anche in questo blog (http://bit.ly/3H8gA), in Italia a luglio i visitatori unici di twitter erano meno di 500.000(Visitatori unici e non utilizzatori del servizio). Mentre negli Stati Uniti secondo Alexa è il 12° sito più visitato, in Italia è solo al 55° posto. Anche se twitter fosse effettivamente il killer dei Feed , nel nostro paese deve ancora imparare a sparare.

  • @emilio !, lei ha già incanalato la discussione nel verso giusto – che sia un tweet o feed rss la ” cosa ” non cambia perchè è tutto
    ” PRESENTIFICAZIONE ” vale a dire la morte del giornale di carta – mi spieghi ( non sono un professore ! ) quale differenza corre tra INTERAZIONE ( real time ) e COLLABORAZIONE ( real time ) / prima di continuare dobbiamo intenderci BENE su quali sono le reali differenze tra interagire e collaborare !.
    Le parole di Valdemarin sono chiare ( la pregherei di leggerle di nuovo )
    Citando il paradigma dell’UOMO che morde il CANE, è
    probabile che la vera notizia l’avremo quando i GIORNALISTI
    inizieranno a commentare i post dei propri lettori.
    vado in palestra.
    Vincenzo
    +

  • @vincenzo: a non essere professori siamo in due e immagino che anche valdomarin, pur non conoscendolo, non sia detentore unico della verità assoluta e sia quindi passibile di errore nelle sue previsioni(tra l’altro non mi sembra si sbilanci poi più di tanto).
    In ogni caso il mio commento non voleva entrare nel merito di cosa sarà notizia e cosa no, di uomini che mordono cani (ammetto la mia ignoranza) ne ho sentito parlare solo in racconti sui peggiori ristoranti cinesi. Non so dirti (passo al tu visto che non siamo professori e dare e ricevere del lei nei comment mi mette un pò a disagio, spero non ti offenda) se le news in futuro verranno fuori dalla collaborazione (o di interazione, io non ci vedo tutta questa distanza semantica) tra giornalisti e lettori. Ciò che intendevo semplicemente far notare è che i tweet o i feed(di ff) potranno prendere il posto del rss feed se e quando blogger, giornalisti, giornali, persone ecc. utilizzerano effettivamente servizi come twitter o friendfeed che consentono la fruizione della notizia e l’interazione real time con il redattore e gli altri lettori. Al momento nel nostro paese siamo lontani da questa situazione e per tale ragione in molti casi conviene fare affidamento su rss feed e feed reader piuttosto che su twitter. Voglio dire prendi l’esempio dei quotidiani on line, diciamo che io leggo repubblica e mi interessa la pagina dedicata alla tecnologia, il feed rss esiste mentre non c’è un account su twitter o friendfeed da poter seguire. Se ci fosse la mia esperienza di fruizione magari sarebbe migliore e potrei anche considerare di chiudere il rubinetto dei feed come suggeriva techcrunch. Purtroppo non siamo negli Stati Uniti, la Repubblica non è il ny times e questa possibilità semplicemente non esiste ancora. Non dico che gli rss sopravviveranno in eterno come veicolo dell’informazione (ad esempio alcuni blogger, tra cui luca de biase, li seguo più da twitter che con brief) però credo che sancirne il decesso oggi, nel nostro paese, sia quantomeno prematuro.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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