Non è una grande scoperta. I politici faticano a essere credibili. Da una parte ce la mettono tutta per disperdere il loro capitale di credibilità, adottando una serie di comportamenti criticabili, o peggio. Da un’altra parte appaiono incapaci di incidere davvero sulla realtà che dovrebbero governare. Le promesse mancate, le cose fatte che non bastano mai, la grandezza dei problemi e l’impotenza del potere. Gli stati sembrano superati dalle aggregazioni sovranazionali ed erosi dalle altre dimensioni del potere, politiche o finanziarie. La realtà che dovrebbe essere governata...
Bill of rights
Come cambiano i diritti umani nell’epoca di internet?
Mediaset, Telecom Italia, Vivendi: le somme non sono moltiplicazioni
Nella battaglia per Mediaset, Vivendi attacca e Fininvest difende (Sole). Come interpretare questa vicenda? Che cosa vogliono? In questi episodi finanziari ci sono sempre più obiettivi e diverse dimensioni. Ma i loro protagonisti cercano sempre di dare una veste ragionevole alle loro azioni. In questo caso, un punto in discussione è la presunta “convergenza di contenuti e telecomunicazioni”. È davvero ragionevole? Tra gli obiettivi di questa battaglia finanziaria c’è sicuramente il potere. C’è anche una speculazione, vista l’influenza che la vicenda ha sui valori...
Ripensando all’internet come architettura distribuita
La centralizzazione della maggior parte del traffico in rete e delle risorse realizzata dal successo delle piattaforme private del nuovo millennio e delle operazioni dei servizi segreti pubblici è una tendenza rispettabile ma non definitiva e ineluttabile, viste tutte le conseguenze controverse che porta con sé (equità fiscale, rischi monopolistici, difficile protezione della privacy…). Soprattutto è importante salvaguardare la caratteristica strutturale della rete: il protocollo internet è – e resta – un bene comune, le tecnologie di base del web anche, la regola della net...
I costruttori di tecnologia che conoscono le proprie responsabilità
Se qualcuno pensa che i programmatori siano semplici esecutori dei progetti dei loro committenti farebbe meglio a leggere la storia raccontata da Bill Sourour: The code I’m still ashamed of (segnalato da JC De Martin). Justine Cassell, della School of Computer Science alla Carnegie Mellon University, ne fa una questione decisiva: chi fa tecnologia dovrebbe avvertire la responsabilità delle conseguenze delle sue opere (web page di Cassell). Il 5 dicembre ci sarà un convegno importante su Etica e responsabilità sociale dell’informatica a Milano. Il fatto è che i progetti tecnologici sono...
Obama, Snowden, Trump, Putin… i rischi aumentano
Un movimento di opinione ha tentato di convincere Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, a perdonare Edward Snowden prima della scadenza del suo mandato. Amnesty International era tra i promotori: Edward Snowden is a hero not a traitor. Ma alla fine Obama ha detto alla stampa tedesca che non può perdonare Edward Snowden se non si presenta davanti a un tribunale americano (Spiegel). Evan Greer del gruppo Fight for the Future dice che invece Obama potrebbe (UsNews). Mike Pompeo, destinato alla Cia da Donald Trump, dice che Snowden merita la pena di morte (Intercept, Independent). Nel...
Lessig e la diseguaglianza elettorale
Alla fine si è saputo che la maggioranza degli americani ha preferito Hillary Clinton: con uno scarto di più di un milione e duecento mila voti. Non ha dunque vinto Donald Trump. Ha vinto chi ha disegnato i collegi elettorali e le regole dell’elezione. Lawrence Lessig raccoglie un po’ di dati sul risultato di tutto auesto: il voto di un elettore di certi stati vale di più di quello degli elettori di altri stati: See just how unequal we are. Per esempio un voto in Alaska vale quasi quanto tre voti in Texas. Vedi: Trump. Commenti, voti e vittorie. E vedi: Preconcetti, strategie...
Post-truth democracy, politically correctness and other lies
We are debating like creazy about post-truth democracy. But we should put it in perspective. Before post-truth politics there wasn’t any “politics of truth”: lies have been the raw material of the political fabric for a lot of time (see a really great survey by the Economist). And yet there is an impression of a sort of accelerating pace for the lying side of politics. Some are trying to explain it by looking into the dynamics of social networks. Others are more convinced that the origin must be in the changing structure of Western societies. But these analytical directions are not helping...
Però la app economy alla fine va presa sul serio
Non c’è dubbio che si è fatta una tale “caciara” sulla “app economy” che per un po’ di tempo le persone di buon senso hanno pensato di snobbarla. Ci sono stati troppi ideologi della banalità secondo la quale il “combinato disposto” app-startup-incubatori-comunicatori-americanofili poteva risolvere ogni problema e rinnovare tutto in fretta. I sostenitori seri dell’innovazione digitale non ci hanno mai creduto. Ma i venditori di fumo hanno sballato tanto le coscienze per qualche anno da fare superare il livello di tolleranza a chi lavora...
Lavoratori di Uber
Un tribunale del lavoro britannico ha deciso che i lavoratori di Uber non sono indipendenti e hanno diritto a salario minimo e ferie pagate (azeem, Guardian). La sentenza si può leggere con gusto perché dimostra che i giudici sanno di che cosa parlano (sentenza).
Vedi:
The battle over Uber and driverless cars is really a debate about the future of humanity
Una legge proporzionata sul cyberbullismo è meglio di una legge sgangherata che fa la voce grossa ma non si applica
Torna al Senato la legge sul cyberbullismo. E torna a essere discussa la giusta proporzione con la quale si deve scrivere una legge perché possa essere efficace. Se ne parla su Vita con tutti i link che servono: Vita.
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