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Le regole dei social media: Musk, Europa, Usa. Chi arriva prima e chi arriva bene?

A quanto dice, Elon Musk vuole comprare Twitter per garantire che quella piattaforma sia una piazza dell’informazione libera nella quale si possa discutere apertamente e in modo trasparente. Vuole che l’algoritmo di raccomandazione sia reso noto e migliorabile dalla comunità degli sviluppatori. Vuole che la libertà di espressione sia la scelta di default quando ci siano dubbi sulla moderazione dei post. E naturalmente si affida alla legge per qualsiasi altra cosa. Se avesse letto quello che si preparava in Europa avrebbe forse avuto meno fretta. Stamattina in Europa, i rappresentanti di Commissione, Consiglio e Parlamento hanno compiuto un passo che sembra decisivo per l’iter di approvazione del Digital Services Act.


  • Le motivazioni Elon Musk che lo conducono al tentativo di acquisire Twitter sono nella sua intervista a TED.
  • La cronaca delle decisioni di Commissione, Consiglio e Parlamento sul Digital Services Act sono su Politico.
  • La pagina che informa sull’avanzamento dei lavori per il Digital Services Act (migliorabile) è sul sito del Parlamento.

Nel frattempo l’amministrazione di Joe Biden in Usa tenta di lanciare una collaborazione tra i paesi occidentali per sostenere un’internet aperta, libera, interoperabile (Euractiv). Riferendosi a principi molto simili a quelli della Dichiarazione dei principi e dei diritti digitali della Commissione europea.

Insomma. La leadership della Commissione europea sta spostando nettamente il paradigma normativo che governa l’impatto delle grandi piattaforme digitali nella società, abbandonando l’autoregolamentazione e passando alla co-regolamentazione.

Il principio dell’interoperabilità, per il quale occorre trovare la strada operativa, sarà fondamentale per ridurre il potere delle piattaforme sul loro settore di riferimento. Il principio della responsabilità delle piattaforme sul loro impatto sociale servirà a cambiare radicalmente i sistemi di raccomandazione e le interfacce che attirano il pubblico e lo mantengono incollato allo schermo. Ci sarà una proporzione tra la dimensione delle piattaforme e la loro responsabilità, per esempio, sulla diffusione di false notizie o sulla polarizzazione e radicalizzazione delle opinioni in rete. Saranno vietate le forme di pubblicità dedicate ai bambini e altre categorie riferite al genere, alla religione, alla salute. Le leggi degli stati, alle quali Musk sembra riferire le decisioni da prendere nella moderazione dei post su Twitter, diventeranno più stringenti e precise.

Se le decisioni prese oggi dall’Europa sulle regole per la qualità dell’informazione sull’internet saranno accompagnate dalla costruzione di un sistema efficiente per farle rispettare il cambiamento potrà essere importante e positivo. Mentre ci si occupa di definire sempre meglio l’equilibrio tra i vari diritti umani, come la libertà di espressione, la privacy, la libertà di innovare, il diritto a non essere disinformati, il diritto a un mondo digitale multilingue e inclusivo, e così via, parte anche la costruzione di un sistema capace di sostenere e alimentare questo equilibrio.


Human Right” by riacale is marked with CC BY-NC-ND 2.0.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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