Ethan Zuckerman scrive un grande pezzo sul tema delle notizie false (Medium: Stop saying “fake news”. It’s not helping). Va letto. Ma in sintesi dice che attribuire la responsabilità della vittoria di Trump alla disinformazione è purtroppo una forma di cattiva informazione. Che avvantaggia paradossalmente Trump. In quanto – e qui sta il punto – alimenta la sensazione che non esista buona informazione, che tutta l’informazione sia inquinata, che dei media non ci si possa fidare: con la conseguenza di rafforzare ogni tipo di manipolazione della realtà. La strada è costruire...
Attenzione media
Una critica radicale della soluzione algoritmica al problema del falso online
Non è possibile affrontare il falso sui social network senza il ricorso a un po’ di algoritmi, visto il gigantismo del numero di post prodotti dal miliardo e rotti di persone che in media sono per esempio su Facebook ogni giorno. Ma gli algoritmi non possono risolvere il problema del falso sui social senza prendere in considerazione un insieme di operazioni editoriali, perché in fin dei conti la questione è politica, dice Henry Farrell che insegna scienza politica e affari internazionali alla George Washington University (chronicle). Chi ha ragione? Farrell è convinto che la forza e la...
Stanchi di sentir parlare di “notizie false”? Il peggio deve ancora arrivare
Certo che la bufala della pizzeria di Washington nella quale si diceva si svolgesse un sordido traffico pedofilo che ha convinto un uomo a fare un viaggio di sei ore in macchina per andare a salvare le creature, armato di un fucile, è ancora un record. L’uomo è stato arrestato anche se non ha sparato visto che non ha trovato traccia di quell’attività inumana. Ma molti altri hanno continuato a scriverne online sostenendo che la bufala era il fatto che l’uomo non avesse trovato nulla di illegale nella pizzeria… (NYTimes). La quantità di notizie false che circolano è...
Per la bonifica dell’ecosistema dei media. Un passo alla volta
Abbiamo capito che la diffusione di false informazioni è un problema che si può affrontare soltanto progettando qualcosa di nuovo. Nel senso che non si torna indietro, si può solo andare avanti: in una società nella quale la classe dirigente tradizionale e le autorità culturali tradizionali hanno perso credibilità, ma in una società nella quale le nuove piattaforme sono troppo “algoritmiche” e generano relazioni e informazioni indistinte e indistinguibili. Occorre un progetto per il discernimento che serva a valorizzare la qualità. Occorre una teoria, una narrazione, una forma di...
«Making journalism great again»
Jack Shafer, su Politico, scrive, giocando sullo slogan principale del nuovo presidente che è stato eletto negli Stati Uniti: «Trump Is Making Journalism Great Again». Perché la connessione tra il trumpismo e la post-truth society potrebbe riportare in auge chi fa giornalismo, cioè informazione con un metodo di qualità, basato su un accuratezza, indipendenza, completezza e legalità; sempre che la campagna trumpiana contro quella che chiama la stampa d’élite non convinca le popolazioni a stare dentro le loro echo-chamber dove vengono informati da pseudonotizie che gratificano le loro...
Fake news. Opportunità per i giornali
Una ricerca del Reuters Institute for the study of journalism trova che in gran parte gli editori di giornali pensano che l’ascesa delle fake news online sia un’opportunità per il loro business (ReutersInstitute). In our survey of 142 leading Editors, CEOs and Digital Leaders for this report: 70% said worries over the distribution of fake/inaccurate news in social networks will strengthen their position, while… 46% say they are more worried about the role of platforms than last year 56% say Facebook Messenger will be important or very important part of their offsite initiatives...
Fake news. Un buon bicchiere molto pieno. Con un pizzico di veleno
Una ricerca pubblicata su Human Highway News ha fatto dire a MediaHub che la diffusione di bufale in rete è una bufala. I motivi di questa controversa convinzione sono da cercare nel fatto che solo una piccola quota del traffico sui siti che fanno informazione è destinato a siti che fanno informazione-bufala (Human e MediaHub): Ma quanto è diffuso il problema delle bufale nel nostro Paese? A dare una risposta alla domanda arriva la desk research di Human Highway, il cui amministratore delegato collabora da tempo con DataMediaHub. Partendo dalla black list di Bufale.net sono stati analizzati...
Democrazia e repubblica, scienza e giornalismo, verità e realtà: sono paroloni ma non per questo meno importanti. Per pensare umilmente e agire pragmaticamente
Oggi Juan Carlos De Martin ha scritto un grande pezzo sulla Repubblica, intitolato Democrazia e verità: i giornali e la Rete; come migliorare il sistema delle notizie (il pezzo è accessibile a pagamento sul sito della Repubblica). È un pezzo che si inserisce nel dibattito sulla cosiddetta – ironicamente – post-truth democracy. Ed è un pezzo che amplia la portata del dibattito ben oltre le schermaglie polemiche tra chi vuole mettere sotto controllo la Rete per contenere le bufale che vi circolano e chi sostiene che le bufale sono il prodotto di un potere al quale sono piuttosto...
Update. La pubblicità online è ancora una possibilità per chi non sia Facebook e Google?
In una serie di articoli, abbiamo notato che la strategia dei giornali che ce la fanno a superare la crisi non è basata sulla pubblicità ma è concentrata sulla qualità del giornalismo che convince il pubblico a pagare per poterne fruire (Separati dalla pubblicità. Concentrati sui lettori. I giornali che ce la fanno). Perché la pubblicità è una partita tecnologica e la tecnologia per ora non è stata capita dalla maggior parte degli editori di giornali e perché gli investimenti pubblicitari sono insufficienti per pagare tutto lo sviluppo innovativo che è necessario (non solo...
Aperto, connesso, confuso e migliorabile
Il sistema delle notizie al momento è molto confuso, dice il 64% gli americani che hanno risposto al sondaggio Pew uscito qualche giorno fa. Il 24% dice che c’è un po’ di confusione. Solo l’11% degli americani dice che non c’è nessun problema: e possono essere i supercompetenti o i superdisinformati. Quindi lo pensano sia gli elettori di Trump che quelli di Clinton. Molti di loro pensano di essere capaci di identificare le notizie false: il problema riguarda gli altri. Un quarto di loro dice di avere comunque creduto a notizie false e di averle condivise online. La...
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