Chiariamo l’obiettivo. Una società sana dispone di un sistema efficiente, indipendente e qualitativamente ricco per sapere come stanno le cose. Internet alimenta le opportunità per costruire, manutenere, sviluppare un sistema del genere. Per cogliere queste opportunità occorre passare da una mentalità lineare caratteristica dell’epoca industriale a un approccio adatto alla complessità dell’epoca della conoscenza.
Uno dei problemi da affrontare riguarda la ricerca orientata alla generazione di informazione indipendente, che ha bisogno di professionisti delle inchieste, partecipazione delle fonti e dei cittadini, vasta attenzione del pubblico. La riduzione delle risorse che l’editoria tradizionale può destinare a questa ricerca rende necessaria una modernizzazione della mediasfera.
Per questo si stanno sviluppando nuove idee:
1. collaborazioni internazionali per ricerche di vasto raggio come quelle che hanno portato a conoscenza del pubblico la finanza offshore
2. informazione di mutuo soccorso tra cittadini che portano avanti iniziative orientate alla conoscenza, alla trasparenza dei dati, e che si scambiano esperienze, risultati, aiutandosi nelle difficoltà, magari con l’aiuto di professionisti che alimentano i flussi, come nel caso di Cittadini Reattivi avviato Rosy Battaglia per una ricerca sulle aree industriali da bonificare
3. assegnazione di risorse non profit per grant di ricerca indipendente su temi civici come quelli decisi dalla Fondazione Ahref e che si spera diventino una pratica molto più diffusa.
Le startup giornalistiche si moltiplicheranno, probabilmente. C’è spazio per molti tentativi. E c’è bisogno di un ecosistema che li renda possibili. Sia in ottica profit che non profit. Ma la cifra di tutto va ricercata nella qualità della ricerca di informazione, nell’indipendenza, accuratezza, completezza e legalità dell’azione.
Inutile ricordare ancora una volta come il percorso di sviluppo dell’informazione non sia sempre privo di ambiguità perché mentre mette in crisi vecchi sistemi, rendendo possibile l’ineluttabile modernizzazione, apre anche ovvi varchi per la disinformazione e la manipolazione. C’è un’infinità di cose da fare per migliorare la situazione, dalla diffusione delle pratiche di factchecking civico alla collaborazione costruttiva con le testate importanti e sensibili per l’innovazione. L’innovazione nel giornalismo è chiara e visibile anche in questo periodo tanto scuro. Ma ora c’è tanto lavoro da fare. Se ne parla oggi al Festival del giornalismo di Perugia. (vedi appuntamenti)
Credo che alle importanti sfide si aggiunga la necessità di una riflessione etica sul modo di fare giornalismo e sul modo in cui le grandi testate giocano il loro ruolo nella sfida del giornalismo digitale.
Faccio un esempio che sembra piccolo, ma è fondamentale: quante volte i siti delle grandi testate prendono idee e spunti per articoli dai blog? Quante volte non citano la fonte? Quante volte le testate inseriscono un link nei loro articoli post? Si tratta di piccoli gesti che potrebbero innalzare la massa critica del web, rafforzare le relazioni tra i vari contributor.
La mia non è la classica lamentela sulla cannibalizzazione, ma una riflessione più ampia sulla necessità di una conoscenza che sia davvero condivisa e giocata con le stesse regole.
Buon Festival, da una che non ci potrà essere e si limiterà a seguirlo dal liveblogging di un ottimo amico giornalista http://ilmonella.com/2013/04/23/liveblog-ijf13-diretta-multimediale/
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