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Chi è il GAO e perché non piace tanto alle lobby antipirateria

IL GAO, Government Accountability Office, è un’agenzia che deve fare studi per il Congresso americano in modo indipendente e non partisan sul modo in cui il Governo federale spende i soldi dei contribuenti. Il capo del GAO è nominato dal Presidente sulla base di una rosa di nomi indicata dal Congresso.

Juan Carlos De Martin segnala uno studio del GAO dell’aprile 2010 dedicato alla ricerca sugli effetti complessivi sull’economia della contraffazione e della pirateria. Il GAO conclude dicendo che è impossibile valutare l’insieme delle conseguenze economiche della pirateria. Perché gli effetti sono molteplici e di segno diverso. (cfr. Peter Menell di Berckeley)

Allo stesso modo, sarà difficile calcolare gli effetti complessivi delle azioni antipirateria. Compresa la decisione che sarà presa dall’Agcom il 6 luglio.

Quello che sappiamo è che l’insieme del patrimonio culturale, la ricchezza di idee che circolano in una società, la capacità di elaborarle, scambiarle e costruire nuove idee sull’esperienza precedente è un valore immenso per l’insieme dei cittadini, anche se ciascun cittadino non riesce a metterlo chiaramente nel suo personale attivo di bilancio. E invece sappiamo che per pochi grandi editori la pirateria è sentita come una minaccia di importanza vitale – così come il continuo allargamento dello spazio culturale coperto da copyright è un’opportunità di grandissima rilevanza – sicché le loro lobby combattono con una forza e una violenza inaudita per affermare il loro punto di vista.

La percezione dell’importanza della pirateria discende dall’attenzione alla materia di pochi superinteressati. Ma le decisioni politiche dovrebbero tener conto dell’interesse di tutti. Il GAO aiuta a comprendere che per lo meno non è chiarissimo che i superinteressati siano anche superinformati.

Detto questo, vendere materiali altrui senza permesso è sbagliato. E imperdonabile. Se, come chiedono alla stessa Fimi, si riuscisse a fare una regola che riguarda soltanto chi commercia illegalmente in prodotti soggetti a copyright senza mettere in difficoltà chi fa siti normali la nuova regola non potrebbe essere che benvenuta. Il che significa che ci vuole un diritto alla difesa e che dalla discussione sulla questione occorre che esca una decisione giusta. Coraggio: non è impossibile.

Da lettere Guido Vetere. Alcune tappe della discussione, prevalentemente seguita sulla Stampa: De Martin, Calabrò, Aria. Sul Sole. Corriere Comunicazioni. Mello. E poi: Gilioli, Post, Zamba, Isoladeicassintegrati, Pierani, Riccini, Zorro, e molti, moltissimi altri, come si fa a citarli tutti?

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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