Luca De Biase

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An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
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Sabato, 3 marzo 2007

Piccole imprese: il paradosso dell'agilità

Paolo ritorna sul rapporto tra le piccole imprese e il web. Contribuisco con alcune idee che si possono usare come promemoria per ulteriori riflessioni:
1. Tra le piccole aziende italiane ci sono quelle che costituiscono il nerbo dell'economia. Ma ci sono anche quelle che vivono di piccoli privilegi, quelle che rifiutano l'innovazione, quelle che sembrano imprese ma sono forme di lavoro dipendente autonomizzato in reti locali di produzione.
2. La loro proverbiale flessibilità è anche una trappola nel momento in cui la loro massima concentrazione è sul processo produzione-vendita e non lascia spazio alla ricerca, alla formazione, all'investimento, all'immaginazione, alla comunicazione.
3. L'uso delle risorse della rete è poco sviluppato tra le imprese italiane. Il rapporto Delphi invita a prevedere che in futuro questo cambierà. Ma come cambierà? Una strada è l'acculturazione che le persone stanno vivendo, non nelle loro funzioni professionali (visto che le imprese non stimolano in questa direzione) ma nelle loro funzioni personali (un appunto in materia). La cultura pratica del web 2.0 che si va formando tra i prosumer potrebbe diventare il momento formativo che poi si potrebbe riversare sulle imprese.

E' chiaro che le imprese che si svilupperanno intorno a queste risorse di rete saranno più interessanti di altre. E' chiaro che molte sono nate, per esempio, solo per lavorare via eBay (migliaia anche in Italia). Ma occorre fare evolvere la consapevolezza dell'intero ecosistema delle imprese. Su questo punto, ho l'impressione che qualcosa si stia muovendo. Ma molto lentamente. E con molta confusione.

(Grazie per i commenti al post precedente di Davide, Roberto, Dario, Pedro, Sid).

Tag: piccole imprese, Paolo Valdemarin, agile companies

12:53:48 PM comment [];

Notizie a sera tarda. Microsoft, Sony-Bmg, Mediaset, Telecom Italia

Alla fine di un viaggio. Leggendo in treno mi sono appuntato tre notizie da ricordare. E le annoto qui dopo la mezzanotte (per questo la data è quella di domani).

1. Le autorità antitrust europee hanno ripreso a martellare la Microsoft. E soprattutto hanno ripreso a indagare sul caso della fusione tra le attività musicali di Sony e Bertelsmann che ha dato luogo a Sony-Bmg: la loro indagine vuole arrivare a capire se quella fusione ha influito sull'aumento dei prezzi della musica registrata. Mi piacerebbe sapere in quale mercato cala la domanda e non scende (o addirittura aumenta) il prezzo. La risposta sarebbe: "in un mercato oligopolistico".

2. Dopo cinque anni di record con profitti in aumento, la Mediaset ha visto un anno di profitti in calo. Nei cinque anni di governo Berlusconi, i profitti della Mediaset erano aumentati ogni anno di più. Nell'anno della perdita della premiership, i profitti della Mediaset sono diminuiti. (Va detto che sono diminuiti più nella prima parte dell'anno che nella seconda...).

3. Telecom Italia ha deciso di investire nella banda larghissima. E va bene. Nel frattempo Pirelli ha avuto notizie dalla Spagna. E va male: perché la Telefonica potrebbe essere interessata a dialogare con Telecom Italia, ma non ha alcun interesse a salvare Olimpia (dunque Pirelli) dall'insostenibile fardello del possesso di azioni Telecom supervalutate. Lo ha detto il boss di Telefonica. E perché non prenderci una soddisfazione intellettuale osservando che a quella storia non ci si poteva proprio credere? Eppure la borsa ha premiato Pirelli quando è saltata fuori quell'idea balzana. E l'ha penalizzata quando si è capito che era troppo balzana. Ma che cosa capisce la borsa?

Tag: Sony-Bmg, Mediaset, Telecom Italia

12:37:00 AM comment [];