Luca De Biase
An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
a laboratory for the study of broken democracy and creative capitalism.
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Domenica, 4 marzo 2007
 

Genetica del brivido
Disordinatamente rassegna stampa


Appassionante crescendo. Dal celebrato momento storico del sequenziamento del genoma umano, nel febbraio del 2001, un anno dopo lo scoppio della bolla, sette mesi prima dello scoppio della Guerra Infinita, è scoppiata anche la fantasia dell'economia genetica.

Da qualche mese si avverte nell'aria un bisogno di consapevolezza. E' ora di dire basta agli annunci più sciocchi: scoperto il gene dell'intelligenza, il gene dell'omosessualità, il gene della pigrizia, il gene di chi arriva tardi in ufficio... Un articolo pubblicato in febbraio da Nòva24 Review (Il Sole 24 Ore) e scritto da Stefano Gulmanelli ha dimostrato come il racconto mediatico superficiale delle scoperte genetiche stia ormai costruendo un'immagine della genetica completamente distorta: e le responsabilità sono ben ripartite tra i media che titillano la pigrizia intellettuale del pubblico, le aziende che sfruttano le scoperte genetiche, gli scienziati che vogliono far parlare di sé per avere finanziamenti.

Intanto, è arrivato il libro di Michael Crichton, Next. Ne conversavamo qui in gennaio. Una sorta di romanzo-popolare-denuncia-sofisticata: Crichton denuncia la dominanza culturale della finanza sulla ricerca scientifica nel campo genetico. E contesta la brevettazione in questo settore.

Nella scorsa settimana, sull'onda delle riflessioni sulla famiglia, sull'omossessualità, sui diritti in una società laica, sulla cultura religiosa e sulla cultura scientifica, è arrivata in agenda la discussione sull'uso della genetica per la determinazione delle caratteristiche dei nascituri. L'ingegneria genetica applicata alla selezione della razza bussa dunque alla porta. E i Cavalli Sforza ne hanno parlato su Repubblica, osservando come sia assurdo pensare che la genetica si possa usare per determinare i comportamenti umani. Mentre Gianna Milano, su Panorama, ha dato conto del dibattito in corso. Oggi infine la Domenica del Sole 24 Ore è tornata sull'argomento, dando voce a Crichton e lasciando un commento a Lucio Luzzatto.

Devo dire che qui, sul terreno dello sfruttamento della scienza genetica da parte di aziende necessariamente dominate dall'urgenza della finanza, dunque non restie a manipolare le percezioni dell'opinione pubblica per attirare investimenti alle loro ricerche, si gioca una battaglia culturale epocale. Per salvare la felicità della ricerca e la libertà della vita.

Perché questo della relazione tra denaro e scienza è diventato un tema per l'epistemologia.

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Bookblogging
Leggere gli scenari
Rubrica settimanale casuale ma non troppo sui libri che prendo in mano


Settimana conclusa il 4 marzo 2007
Libri comprati:
Letture:
Sergio Maistrello
La parte abitata
della Rete
Tecniche nuove

Paola Giuri,
Chiara Tomasi,
Giovanni Dosi
L'industria aerospaziale
Il sole 24 ore
(ricevuto per lavoro)


Joshua Ferris
E poi siamo arrivati
alla fine

Neri Pozza

Robert Scoble
Shel Israel
Naked conversations

Piazza Copernico
S3.Studium
Delphi 2007
Il futuro dell'Italia



Joshua Ferris - sagacemente - prosegue la sua narrazione di quella mente collettiva che riflette senza apparente intelligenza e che è formata da quelli che lavorano in un'agenzia di pubblicità di Chicago. Ma un posto vale l'altro. E' un mondo nel quale non succede nulla di significativo. Ma nel quale tutti cercano e vendono significato. Solo per questo, generando disperatamente significato.

Se non fosse per il fatto che la loro comunità è perseguitata da folate di licenziamenti, sarebbero tanto veri nella loro routine da sembrare disumani. E invece, quando qualcuno di loro viene reciso, mostra il lato lugubre di una vita senza più lavoro e rivela la solitudine che quella comunità serve a nascondere.

Trovo il libro di Ferris appassionante ma non - come dicono i recensori veri - unputdownable. Piuttosto si può centellinare. O leggere in un fiato, solo perché si ha tempo.

Tutto questo assume un valore bizzarro in più se nel frattempo si incrocia la lettura degli scenari proposti con il metodo Delphi da S3.Studium e il gruppo di Domenico De Masi.

Leggo: "La crescita della nostra economia risulterà sempre più differenziata in funzione delle leve competitive adottate dai settori e dalle singole imprese. Laddove le imprese punteranno sulla riduzione dei costi, i risultati saranno decisamente modesti. (...). Andranno invece decisamente meglio i settori e le singole imprese che punteranno sullo sviluppo della qualità della propria offerta". Già, perché produrre a prezzi bassi non indurrà i consumatori a comprare di più, non aumenterà le esportazioni a causa dell'euro forte, non si potrà neppure fare facilmente. Mentre produrre a prezzi alti purché vendendo qualità porterà risultati positivi soprattutto nei mercati internazionali.

La qualità è la strada. Qualità che implica motivazione delle persone che lavorano, visione e generosità di chi guida, concentrazione sulle esigenze del pubblico. Ferris racconterebbe una situazione del genere spiegando come la comunità dei suoi lavoratori di Chicago si metterebbe all'opera con spirito cameratesco per realizzare il progetto in tempo e soprattutto per fare bella figura. Non sarebbe la fine di ogni problema: sarebbe solo un'esperienza più interessante delle solite.

Perché intanto bisogna lavorare sul concetto di qualità. Che non va identificato con i concetti di moda e design (come in qualche riga il rapporto Delphi lascia pensare). Moda, design, innovazione, devono essere messi al servizio della qualità. Che a sua volta non è un dato, ma una ricerca.

Le puntate precedenti di questa specie di "rubrica"...
Leggere di quelli che lavorano (25 febbraio 2007)
Leggere dentro e fuori (18 febbraio 2007)
Leggere parole chiave (11 febbraio 2007)
Leggere appunti su ciò che non può essere scritto (4 febbraio 2007)
Rileggere quello che va riletto (28 gennaio 2007)
Leggere quello che gli amici hanno scritto (21 gennaio 2007)
Leggere quello che gli altri leggono (14 gennaio 2007)
Leggere per viaggiare (7 gennaio 2007)
Leggere per meditare (31 dicembre 2006)
Leggere per citare (24 dicembre 2006)
Gli occhiali per leggere (17 dicembre 2006)
Leggere, leggerezza, legge (10 dicembre 2006)
Leggere o non leggere (3 dicembre 2006)
Leggere per lavorare o lavorare per leggere? (26 novembre 2006)

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Scrivono di libri: Clelia Mazzini (Akatalēpsìa), Luisa Carrada (Il mestiere di scrivere), Stefania Mola (Squilibri), Ste (melodiainotturna), Ossimora (Antonia nella notte), Remo Bassini (Appunti), Seia Montanelli (Paese d'Ottobre), Renee (Book of the day).




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