Luca De Biase

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An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
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Venerdì, 2 marzo 2007

Delphi: che cosa succederà...

Oggi sono andato al convegno Delphi, organizzato da Mimmo De Masi e dai suoi di S3.Studium. Molto divertente. Una serie di persone di bella finezza intellettuale sono state intervistate sul futuro. E la S3.Studium nel ha tirato fuori un rapporto con previsioni molto nette per i prossimi tre anni.

Sono emerse luci e ombre. E già questo è ottimistico, in un paese dominato dalle ombre.

Molta importanza al web 2.0 ("dalla rete vengono fuori le nuove idee"), al multipolarismo geopolitico ed economico, alla cultura della sostenibilità.

Innocenzo Cipolletta, presiedente delle Ferrovie dello Stato, ha detto che non crede che il prezzo attuale del petrolio stimolerà abbastanza gli investimenti sulle nuove fonti di energia. Alfonso Fuggetta ha detto che sta perdendo terreno l'importanza dei sistemi operativi e sta diminuendo fortemente la barriera che separa le reti dei cellulari e internet. Stefano Pileri, capo della tecnologia di Telecom Italia, ha parlato dell'avvio della costruzione della rete in fibra e della banda larga mobile: dieci anni per 7 miliardi che potrebbero indicare la strada di una modernizzazione delle telecomunicazioni. Speriamo sia fatta come si deve...

Maurizio Beretta, direttore generale della Confindustria, ha messo in luce le luci delle aziende ("non abbiamo bisogno di preoccuparci per le imprese italiane") e le ombre del sistema: una sorta di groviglio di diritti di veto sembra bloccare ogni innovazione forte a livello di sistema. Vito Di Bari, docente al Politecnico, ha segnalato che la nostra scuola è tanto inefficiente che, in termini di risultati, si può paragonare a un percorso di studi di quattro anni contro i venti che frequentano i ragazzi dei paesi più avanzati. E Vito Volpe, psicologo di Ismo, ha segnalato l'emergere dell'esigenza forte di economia della felicità.

Ho riassunto troppo in fretta. E mi dispiace. Ma l'impressione generale è questa: se si parla sia delle luci che delle ombre l'analisi viene fuori più credibile e interessante di quanto non accada quando ci si concentra (come avviene di solito) solo sulle ombre.

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