Si tratta di una ricerca fondamentale da leggere per chiunque abbia interesse ad approfondire il senso dell’evoluzione del lavoro e del welfare nell’epoca digitale. Va letta qualunque cosa si pensi delle sue conclusioni. L’ha svolta il Conseil national du numérique per conto del ministero del Lavoro. Un riassunto è proposto da Bien. Il testo integrale è disponibile su CNNum (in pdf). Il senso della ricerca è chiaro. Il digitale sta creando condizioni radicalmente nuove per il lavoro, la solidarietà, la sicurezza economica delle persone, il ruolo dello stato. Il rapporto...
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Cambia il lavoro nella “on demand economy”: freelance, contractors, digital labor, e altre ambiguità
Il lavoro che non c’è. Il lavoro che ancora prima di esserci, cambia. Il lavoro che richiede una flessibilità preventiva. Un racconto che va avanti insieme alle terribili statistiche sull’occupazione e la disoccupazione giovanile italiana. E alla narrazione delle opportunità digitali, delle piattaforme online, delle startup. Va bene o va male? Come si può fare andare meglio? Vogliamo riflettere su questa questione? Come si può vedere con equilibrio e larghezza di vedute questo problema? Propongo ai commentatori che per caso passano di qui di lasciare un pensiero. Oppure sulla...
Obama e la politica delle armi
È un discorso bellissimo. Sembra stanco Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, ma è invece emozionato: ricorda le vittime della violenza in America, dice che non c’è un altro paese sviluppato con tanti morti per armi da fuoco, dichiara di essere d’accordo con il dettato costituzionale che protegge il diritto degli americani di difendersi, ma afferma che questo non può andare a scapito di altri diritti, come la sicurezza dei bambini e delle persone inermi e innocenti. Tutti i diritti si bilanciano. Il discorso è un riassunto delle incredibili pretese della lobby dei venditori...
I vincoli all’innovazione italiana sono superabili? Altri suggerimenti prima della fine dell’anno
Un bel dibattito è partito ieri dopo un articolo concreto di Massimo Sideri, seguito da un contributo pubblicato su questo blog (È possibile rispondere all’arretratezza italiana nell’innovazione?). In sintesi. L’ecosistema dell’innovazione italiano è bello e impossibile, popolato da “innovatori naturali” frenati da un contesto che non li valorizza, non li finanzia e non li lascia neppure troppo in pace (Corriere). Si può e si deve fare qualcosa. Una proposta era quella di puntare a finanziare l’innovazione con una parte degli stessi soldi che sono destinati a...
La sorprendente naiveté di Zuckerberg sulla questione indiana
Mark Zuckerberg si sorprende candidamente del rifiuto indiano ad accettare il suo “dono” chiamato Free Basics, un tempo Internet.org (QZ) In breve: Zuck ha creato un’organizzazione che attraverso accordi con gli operatori telefonici dei paesi in sviluppo offre gratuitamente il traffico telefonico che serve all’accesso a una selezione di siti web decisa da lui. In genere, per quanto se ne sa, molti abitanti dei paesi in sviluppo, di fronte a questa offerta, la prendono. E una parte – secondo Facebook la metà – dopo 30 giorni passa al servizio a pagamento che...
È possibile rispondere all’arretratezza italiana nell’innovazione?
Massimo Sideri ha prodotto un servizio eccellente, oggi sul Corriere della Sera, sui ritardi dell’investimento italiano in ricerca e innovazione. Il titolo è “La grande ricchezza sprecata. Solo l’1,3% del Pil va all’innovazione” (Corriere). L’idea è straordinariamente efficace: l’Italia è un paese tradizionalmente innovatore, o almeno densamente popolato di innovatori, ma non riesce a innovare oggi. E al centro della questione c’è la scarsità di investimenti in ricerca e in venture capital per sostenere lo sviluppo delle startup. L’articolo esce in un momento...
Lo 0,7% che possiede il 45,2% della ricchezza del mondo
Credit Suisse ha pubblicato una vasta ricerca sulla distribuzione della ricchezza nel mondo. E ha trovato che 3,4 miliardi di adulti hanno meno di 10mila dollari a testa, il 3% della ricchezza mondiale, mentre i più ricchi, lo 0,7% degli adulti, possiedono 45,2% della ricchezza mondiale (Global Wealth Databook 2015, pdf da 10mega). In totale, il 92% della popolazione adulta mondiale ha il 15,5% della ricchezza del mondo. L’8% della popolazione adulta mondiale ha l’84,5% della ricchezza del mondo. Lo studio è stato realizzato da Anthony Shorrocks e Jim Davies. The Credit Suisse...
CRISPR-Cas9, gene editing: il bisogno di una scienza delle conseguenze
La locuzione “gene editing” ha avuto successo. Dal nulla è arrivata a crescere verticalmente (nella foto in alto, il risultato di una ricerca del termine su Google Trend). Dà l’idea che si possano ormai modificare le sequenze di geni di ogni specie vivente con la stessa facilità con la quale si “edita” un testo sul computer. Ed è il titolo più comune che si affida agli articoli relativi alla tecnica CRISPR-Cas9 che ha reso facile e poco costoso cambiare un pezzo di DNA con un altro. Le conseguenze di quella tecnica sono visibili. La diffusione degli esperimenti...
La misura nell’ecosistema dell’innovazione. Quello che è importante e il resto
La questione del rapporto tra realtà, informazione e comunicazione è essenzialmente una questione di equilibrio. Un po’ come l’equilibrio ecologico è diventato un punto di riferimento concettuale per valutare la salute di un ambiente, così potremmo imparare l’equilibrio mediatico per valutare la salute di un’infosfera. Le critiche che vengono sempre fuori – non solo in Italia – dopo un evento che annuncia qualcosa cui molti tengono e che però non appare in linea con la realtà, sono piuttosto fisiologiche. Casomai è patologico il livello di tensione polemica...
Il bicchiere a metà. L’identità di un paese non è definita dallo storytelling, ma dalla storia
Una policy orientata al bene comune ha una portata di lungo termine, è implementata da una successione di governi e dovrebbe essere inclusiva, aperta, collaborativa. Spesso non è così. La policy europea di questi anni è andata avanti in modo poco inclusivo e sta generando contraccolpi distruttivi. Come si è visto con le elezioni polacche e francesi. Con fermenti analoghi in molti altri paesi. Vediamo in proposito una microstoria. Quella del digitale italiano. Quando le logiche della comunicazione partigiana sono applicate a un tema strutturale come quello della modernizzazione digitale di un...
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