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partecipazione perplessità Post

Il bicchiere a metà. L’identità di un paese non è definita dallo storytelling, ma dalla storia

Una policy orientata al bene comune ha una portata di lungo termine, è implementata da una successione di governi e dovrebbe essere inclusiva, aperta, collaborativa. Spesso non è così. La policy europea di questi anni è andata avanti in modo poco inclusivo e sta generando contraccolpi distruttivi. Come si è visto con le elezioni polacche e francesi. Con fermenti analoghi in molti altri paesi. Vediamo in proposito una microstoria. Quella del digitale italiano. Quando le logiche della comunicazione partigiana sono applicate a un tema strutturale come quello della modernizzazione digitale di un...

Bill of rights Post

Diritti e poteri

L’opposto dei diritti non sono i doveri, ma i poteri. La questione centrale dei diritti umani è l’equilibrio dei poteri. L’asimmetria del potere, in internet e non solo, va limitata con l’affermazione dei diritti umani. E la difesa dei diritti umani va ottenuta limitando il potere di infrangerli. La sorveglianza di massa non va valutata in termini di contrapposizione tra sicurezza e privacy, ma in termini di conseguenze di potere. Chi può operare una sorveglianza di massa acquisisce un potere enorme, inarrivabile, totale, sulle persone. Un potere che è poi...

libri Post

Luca Spaziani: DigitAbili. L’innovazione tecnologica come opportunità per superare l’handicap

Luca Spaziani ha scritto “Digitabili” un libro eccellente sulle opportunità offerte dall’innovazione tecnologica per superare le limitazioni che incontrano le persone con handicap. E mi ha chiesto una prefazione. La riporto qui. Quando la batteria dello smartphone sta per esaurirsi la persona che lo usa comincia a sentirsi a disagio. Quello strumento si è insinuato nella sua vita quotidiana in modo tanto intenso che farne a meno è una prova. Non sono moltissime le tecnologie che hanno avuto altrettanto impatto sul cambiamento umano, ma non sono neppure pochissime:...

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Questa volta è diverso. Agenda digitale senza alibi. Ed è positivo

Dicevamo su Nòva, domenica scorsa, che la governance dell’agenda digitale non ha più alibi. È un’espressione giornalistica che sintetizza una convinzione: i piani sono buoni, il tempo perso è troppo, la qualità della comunicazione ha caricato molto le aspettative. Quindi non c’è altro da fare che realizzare quanto promesso. La prossima volta che ci sentiremo, dovrebbe dire il governo, sarà per spiegare le cose che saranno state fatte. Non ci sono alternative. In ogni caso, la prossima volta che gli italiani staranno attenti a quanto dice il governo su questa vicenda non sarà...

Attenzione media innovazione Post

L’equilibrio tra aspettative e realtà. Il senso critico. La strategia dell’innovazione. Dalla ricerca di consenso alle decisioni strutturali

Ieri al convegno sul digitale “Direzione Hackathon 2016” che si è svolto al Castello Svevo di Trani ha parlato Francesco Caio, amministratore delegato delle Poste. Oggi ne riferisce Andrea Biondi sul Sole 24 Ore: «Il digitale – dice Caio – è per i nostri anni come la siderurgia per la fine dell’800. Un motore di sviluppo. Ma ci si è chiesti dove si vuole puntare? Il sistema finanziario zoppica e la politica industriale non è granché. Ci si è chiesti come sostenere i centri universitari, sul come attirare i fondi, sulle regole per la fiscalità?». È stata costruita una strategia operativa...

Bill of rights Post

Sorvegliare e terrorizzare

Come in un riflesso pavloviano, il discorso intorno alla sicurezza a fronte degli attacchi terroristici sfiora pericolosamente l’antica opinione secondo la quale la lotta al terrorismo è una guerra e per difendersi in una guerra bisogna rinunciare alla libertà. È esattamente quello che ha fatto chi comandava l’amministrazione andata sotto il nome dell’ex presidente americano George W. Bush: orrore, paura, irrazionalità, possibilità di cambiare le leggi per aumentare il potere del governo e dei servizi, conseguentemente prendere decisioni che altrimenti sarebbero state impopolari o illegali...

perplessità Post

Quando… da Parigi a dentro di noi

L’emozione per la strage di Parigi è ribollente. A Parigi ho studiato. Ho trovato amici per la vita. Ho sofferto la scomparsa di grandi maestri. Ho lavorato. Ho passato momenti bellissimi con i miei cari. Piango per la strage di ieri. Ascolto le ricette dei veri esperti e spero che trovino una soluzione sensata. Mi viene soltanto in mente di riflettere. Non è la prima volta che questo genere di cose succedono. Non siamo sempre stati le vittime. Molte volte gli europei hanno fatto provare ad altri popoli queste emozioni in passato. Quando politici e militari inglesi hanno sparato sulla...

Attenzione media informazione Post

Creatività. Esiste un movimento per il giornalismo performativo

Il giornalismo non è quella cosa che viene pubblicata sui giornali. È una disciplina di ricerca che con un metodo abbastanza artigiano – fatto di documentazione, verifica, indipendenza, accuratezza, legalità – produce conoscenza. Magari non è sempre scoperta, più spesso è svelamento, o almeno diffusione per un pubblico più vasto di qualcosa che sapevano in pochi. Un pubblico informato è l’obiettivo del giornalismo. I giornali, nella loro forma tradizionale, sono solo una delle soluzioni per fare incontrare il giornalismo con il pubblico. Da un po’ di tempo, il...

Attenzione media english (sort of) informazione Post

Can journalism be the next big thing? Notes during #SEEMF2015

What publishers use to call “new technologies” are not new anymore. The audience lives in a digitized world using more and more the smartphone to connect, record and compute relevant information and giving to it most of its time and attention. What is less and less understandable for them is the set of activities that didn’t adapt to this environment. Examples? Public administration, politics, and often, newspapers. The infosphere is real now. And it has problems. Journalism has a future. If it doesn’t think at “digital” as “the uncertain...

Economia Felicità partecipazione Post

Manifestazione pacifica all’università di Bucharest contro la corruzione

Ventimila persone in piazza all’università di Bucharest hanno dato una spallata memorabile al governo. I ragazzi di Bucharest, le famiglie, le persone contrarie alla corruzione che sembra dilagare in Romania si trovano a migliaia davanti all’università. Non hanno leader. Si informano e si organizzano via internet e si trovano nel posto stabilito. Il loro obiettivo è soltanto essere tanti. Per esporre i loro cartelli. Sono riusciti a concentrare l’attenzione. Il premier si è dimesso, accusato a sua volta di corruzione. L’occasione scatenante è stato l’incidente in...

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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