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Giornalismo insostenibile

Un pezzo ricchissimo di Mark Bowden su Arthur Ochs Sulzberger Jr., editore del New York Times. E un assaggio:
“American journalism is in a period of terror. The invention of the
Internet has caused a fundamental shift not just in the platform for
information–screen as opposed to paper–but in the way people seek
information. In evolutionary terms, it’s a sudden drastic change of
climate. One age passes and a new one begins. Species that survive the
transition are generally not the kings of the old era”.

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Giornalismo sostenibile

Dopo Propublica, la strada del giornalismo sostenuto dal finanziamento della comunità si sta riempiendo di nuove iniziative. Il Center for media change ha lanciato ReelChanges, un sito per organizzare documentari finanziati da una comunità di sostenitori, e Spot.us, un servizio per organizzare giornalismo a sua volta finanziasto dai cittadini. Nel frattempo, lo Huffington Post sta organizzando una raccolta di fondi per sostenere giornalisti investigativi freelance nel loro lavoro. E’ chiaro che si tratta di una conseguenza dell’idea secondo la quale il giornalismo è un servizio...

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Iht: l’Europa insegna a fare i giornali…

Il sito rinnovato dell’International Herald Tribune è diventato anche graficamente la versione “global” di quello del New York Times, il suo editore.

Dedica un lungo articolo ai giornali europei di fronte alla crisi, osservando che in alcuni casi si mostrano molto abili nell’adattarsi a internet, spesso molto più di quanto non accada ai giornali americani.

Per chi fosse stupito da questa osservazione, va precisato che i giornali europei di cui si parla nell’articolo sono prevalentemente tedeschi e norvegesi…

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Basta con il panico dei giornali

Non è certo con il panico che gli editori e i giornalisti possono reagire costruttivamente alla crisi. Anche se i fatti non sono facili da digerire, l’unica strada è comprendere sul serio la situazione che si sta creando, costruire una visione del servizio che il giornalismo può svolgere nella società e innovare con coraggio per arrivarci. Su questa strada vanno avanti le iniziative, le proposte intellettuali, le discussioni. Steven Berlin Johnson fa un riassunto della conversazione seguita al suo discorso di Austin. Il suo contributo è gratificante per il “tenutario” di...

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Salvataggio pubblico dei giornali

Non sta in piedi l’idea che i giornali siano salvati dall’autorità pubblica. Non si può fare informazione indipendente come dipendenti dello stato. Anche se in America ne stanno parlando (e Jeff Jarvis lo critica duramente, via Felice). E anche se in Italia le dinamiche stato-mercato restano vagamente immature (sì, l’understatement non mi dispiace…). A parte gli scherzi, i salvataggi in questo periodo possono essere visti come una soluzione immediata agli effetti dolorosi dei cambiamenti in atto. Ma non sono un modo per evitare i cambiamenti fondamentali. Dei quali...

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Nòva online: ontheroad

Un piccolo sito di un grande editore come quello di Nòva ha il compito di sperimentare. E le idee non mancano. Ora che una buona parte dell’archivio di Nòva è online, abbiamo finalmente creato un link strutturale tra la “piattaforma” dei blog e la “piattaforma” della redazione tradizionale. Il senso di questo link verrà fuori dalle persone che ne faranno uso. Secondo me, Nòvaonline si utilizzerà più come un luogo di navigazione che di consultazione. E la mappa delle parole segnala proprio questa – spero non soltanto ipotetica – possibilità di andare...

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Archivio di Nòva online

Abbiamo avuto il permesso dall’editore di pubblicare in rete una buona parte degli articoli usciti su Nòva nei suoi tre anni e mezzo di vita. La prima versione di questo servizio è già online. Deve certamente migliorare. Ma è un passo avanti. La mappa delle parole è in fieri, naturalmente. Il search è alle prime armi. E l’elenco degli articoli è organizzato per filoni di ricerca giornalistica. Mi pare che siamo riusciti a fare un sito che si fa navigare. Dobbiamo migliorare nella consultabilità. Ma spero che risulti utile e divertente. Nel frattempo, è nato anche il Twitter di...

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I soldi dei giornali

Alessandro Gilioli ha commentato il post di ieri, nel quale si parlava dell’eventuale ruolo dei giornalisti nel contesto mediatico che si va costruendo. Così: “Sì, Luca, ma forse sarebbe sottolineare il fatto che la pubblicità on line paga un decimo – ad andar bene – di quella su carta, e che quindi se questa cosa non cambia parecchio, e in fretta, le aziende di media saranno per forza costrette a produrre – sul Web o altrove – un giornalismo di qualità più bassa.A me non frega nulla della carta in sé, non è una piattaforma a cui sono in alcun modo...

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Senza giornalisti

Ebbene. Si può fare a meno dei giornalisti, ipotizza qualcuno. Gaspar ha efficacemente ricordato che le stesse fonti possono dare al pubblico l’informazione che serve. Dave lo ha ridetto nel suo modo simpaticamente burbero. E non c’è nulla di assurdo nell’ipotesi che un giorno non lontanissimo i giornalisti scompaiano con i giornali che non stanno più in piedi. E se nessun giornale stesse più in piedi… Chiunque sano di mente sa che se una categoria professionale è obsoleta non può essere tenuta in vita con le flebo. Ma anche questa, come tutte le ipotesi riferite a una...

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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