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Attenzione media

Attenzione media informazione

Dibattito dei post giornali

Il terrore che pervade il mondo dei giornali continua. L’impatto di internet non è facile da assorbire e l’esempio del disastro avvenuto nel settore della musica, per la scarsa lungimiranza delle major e per la difficoltà a innovare il modello di business, fa pensare alle più gravi conseguenze. Il dibattito si muove tra chi sostiene il superamento della figura dei giornali – e dei giornalisti – e chi pensa che tutto quello che conta sia rinnovare il modello di business. La confusione delle analisi è particolarmente grande. Anche perché tutto rischia spesso di ridursi a...

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Dissociated press

L’Associated Press ha deciso di perseguire tutti i giornali e blog online che utilizzano, riassumono, aggregano e citano le sue notizie. Non è detto che i tribunali puniranno i presunti “pirati dell’informazione”. E non è detto che l’Ap possa davvero guadagnare da un’attività costosa e di incerta riuscita come quella che evidentemente è necessario fare per trovare tutti coloro che usano più o meno indebitamente le sue news. Ma è una voce che si aggiunge al coro di proteste degli editori contro l’uso gratuito di tutto online. A sua volta, sul giornale...

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Autori, editori, piattaforme

La crisi dei giornali tradizionali si sente meno oscura se ci si concentra sulle opportunità che contemporaneamente stanno venendo fuori su internet. E al Festival del giornalismo ieri c’è stata una dimostrazione di questo nel corso di un panel con Julio Alonso e John Byrne. La soluzione, in effetti, è anche nel modo in cui si pone il problema.  Il problema è che la rete ha separato funzioni che prima erano verticalmente integrate in un sistema industriale lineare: autori, editori, piattaforme. Il problema è che i media tradizionali resistono a questo cambiamento, talvolta senza pensare...

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Basta con il panico dei giornali

Non è certo con il panico che gli editori e i giornalisti possono reagire costruttivamente alla crisi. Anche se i fatti non sono facili da digerire, l’unica strada è comprendere sul serio la situazione che si sta creando, costruire una visione del servizio che il giornalismo può svolgere nella società e innovare con coraggio per arrivarci. Su questa strada vanno avanti le iniziative, le proposte intellettuali, le discussioni. Steven Berlin Johnson fa un riassunto della conversazione seguita al suo discorso di Austin. Il suo contributo è gratificante per il “tenutario” di...

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I soldi dei giornali

Alessandro Gilioli ha commentato il post di ieri, nel quale si parlava dell’eventuale ruolo dei giornalisti nel contesto mediatico che si va costruendo. Così: “Sì, Luca, ma forse sarebbe sottolineare il fatto che la pubblicità on line paga un decimo – ad andar bene – di quella su carta, e che quindi se questa cosa non cambia parecchio, e in fretta, le aziende di media saranno per forza costrette a produrre – sul Web o altrove – un giornalismo di qualità più bassa.A me non frega nulla della carta in sé, non è una piattaforma a cui sono in alcun modo...

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Senza giornalisti

Ebbene. Si può fare a meno dei giornalisti, ipotizza qualcuno. Gaspar ha efficacemente ricordato che le stesse fonti possono dare al pubblico l’informazione che serve. Dave lo ha ridetto nel suo modo simpaticamente burbero. E non c’è nulla di assurdo nell’ipotesi che un giorno non lontanissimo i giornalisti scompaiano con i giornali che non stanno più in piedi. E se nessun giornale stesse più in piedi… Chiunque sano di mente sa che se una categoria professionale è obsoleta non può essere tenuta in vita con le flebo. Ma anche questa, come tutte le ipotesi riferite a una...

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L’informazione e’ troppo importante per lasciarla ai generalisti

Gaspar Torriero segnala (via Jay Rosen) un pezzo sui modelli emergenti di giornalismo. E sottolinea che il primo problema dei giornali tradizionali è che sono generalisti. Mentre il pubblico, ormai, può cercare informazione soddisfacente aggregando diverse testate specializzate, i giornali tradizionali continuano a credere che una testata generalista possa soddisfare tutti.  È un’obiezione forte. E motivata. Alla quale si può rispondere solo che una testata, dal punto di vista teorico, può avere un significato: quello di promettere un certo comportamento, un certo metodo, un certo...

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Conversando di simbiosi

Massimo Russo ha pubblicato una critica del mio piccolo paper sulla strategia della disattenzione, ho risposto e lui ha risposto ancora con qualche domanda. Per rispondere premetto che dal mio punto di vista occorre vedere il medium delle persone che si va sviluppando su internet come un medium, appunto, distinto da altri media e da altri sistemi editoriali: da altri media, perché ovviamente funziona in modo diverso da televisione o giornali di carta; da altri sistemi editoriali, perché non è basato sulle strategie aziendali di major più o meno grandi (che usano uno o più media compreso...

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Informazione emergente

Jason Lee Miller segnala un’epidemia di blogger che abbandonano. E il New York Times pubblica un resoconto sui giornali che chiudono. Entrambi rispondono con qualche idea per comprendere che cosa emergerà da questa crisi della produzione di notizie, dalle iniziative editoriali al pubblico attivo. Sta di fatto che il bisogno di informazione continua a esistere. Una soluzione è necessaria. E si trova nella costruzione di un ecosistema della conoscenza sostenibile. Nel quale ci sia infodiversità ed equilibrio simbiotico tra lavoro professionale e attività delle persone che vogliono...

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Strategia della disattenzione

Un pezzo pubblicato su Link, febbraio 2009. Grazie alla redazione che mi permette di postarlo anche qui. Ecologia dell’attenzione Televisione, radio, giornali. Posta elettronica, social network, blog. Messaggi sonori nelle stazioni, cartelloni pubblicitari nelle vie della città, telecamere per la sicurezza degli uffici. La presenza capillare dell’informazione nella vita quotidiana delle persone nei paesi occidentali è un’esperienza generalizzata. Ciascuno ne fruisce e ne genera in continuazione. La quantità di messaggi cresce inesorabilmente, senza un ordine apparente...

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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