Appunti per una tavola rotonda sulla formazione online. Mi scuso per lo schematismo. La pubblicazione di questi appunti tanto deboli è motivata dalla speranza che i commenti diano cibo per la riflessione.
Il tema cruciale della trasformazione della scuola nel contesto digitale ha un’ampiezza straordinaria. Chi sta pensando a costruire piattaforme per contribuire a questa trasformazione è costretto a pensare a un contesto difficilissimo, perché le resistenze sono enormi e i vantaggi comprensibili solo a chi ci abbia riflettuto davvero.
In realtà il digitale scioglie i vecchi confini anche nell’istruzione. Liberando energie. E preoccupando chi preferisce lasciare le cose come stanno.
La rete è però già uno degli ambienti mediatici che hanno grandi conseguenze educative. Ogni operazione della vita quotidiana allena il cervello dunque lo forma. In che direzione? Insegna contenuti, abitua a comportamenti, indirizza a certe strategie per l’accesso alle conoscenze.
Sappiamo per esempio che la strategia della memorizzazione sta cambiando: dall’apprendimento dei contenuti alla velocità di accesso ai contenuti registrati in rete. Questo ha conseguenze su tutta la struttura del sapere. Le discipline peraltro hanno bisogno di innovarsi ricombinando elementi noti della conoscenza e questo non avviene altrettanto creativamente e facilmente se non sono conosciuti ma solo reperibili on demand.
Come si riqualifica l’apprendimento dei contenuti? I quadri interpretativi hanno un fascino da storytelling. Il framing ha un effetto di induzione a comportamenti connessi ai modelli proposti. L’agenda setting influenza il percorso di superamento di livelli. In contesti così generati oltre a imparare l’abilità a trovare i contenuti si possono imparare anche i contenuti stessi.
L’obiettivo di un rinnovamento digitale della formazione è arrivare a migliorare il risultato, nel contesto contemporaneo. Se ci si occupa delle facoltà di base il percorso può alimentare le capacità di concentrazione e l’apertura alle curiosità. Se ci si occupa dei contenuti si deve lavorare su framing, priming e agenda setting.
Una piattaforma che migliori la formazione per ora non esiste. Ma sta nascendo da molte iniziative. Biblioteche e corsi online, da Coursera a MediaLibraryOnline. Sistemi di authoring: da iBooks Author a 20lin.es. Sistemi di gamification da KahnAcademy a Fungo Studios. E molto altro.
I modelli di business vanno dal B2B alla vendita alla famiglia. Dal finanziamento statale al finanziamento a base di beneficenza. si può far pagare una sottoscrizione o l’esame finale per ottenere un certificato. I migliori editori scolastici stanno pensando profondamente a questi argomenti. Per ora a quanto pare mostrano più timori che speranze.
Non si risolve se non pensando allo scopo della formazione:
Ascensore sociale
Contrasto al learning divide
Valorizzazione dei talenti
Addestramento a operare con gli strumenti di lavoro o per hobby
La felicità di comprendere
In sintesi, l’aspetto dell’apprendere digitale che considero più affascinante, ma anche più insidioso per l’idea e la pratica corrente di didattica, è il fatto che si attenuino i confini fra i soggetti, fra gli oggetti, fra le funzioni e che, di conseguenza, l’intero territorio formativo ne risulti sconvolto.
Si apprende dagli altri prima che da chi insegna, si apprende involontariamente (e dunque ci vorrebbe qualcuno o qualcosa che aiutassero a formalizzare quanto ci si accorge di sapere), si apprende al di là e al di qua delle discipline, si apprende stando in gruppo e condividendo l’esperienza di apprendimento, si apprende facendo e poi riflettendo su quel che si fa (sempre che tale passaggio sia sollecitato e sostenuto).
Se vogliamo, è tutto un tornare indietro, alle dinamiche pedagogiche e umane che erano proprie delle botteghe artigianali.
Di fatto, si apprende che l’insegnamento accademico, così come lo concepiamo ancora e ancora la pratichiamo, è relativo ad un contesto che sta cominciando a non essere più il nostro.
Quest’ultimo è l’apprendimento più importante, ma anche il più doloroso. Dunque, non dobbiamo stupirci se gli addetti ai lavori e i loro pubblici resistono a una tale evidenza.
Una cosa ancora va aggiunta. Che tutto ciò non è frutto esclusivo della tecnologia, ma corrisponde ad una crisi (mi auguro di crescita) che è propria del mondo, delle società, delle arti, dei saperi (non da trent’anni, ma da centotrent’anni), e che, comunque la si voglia interpretare, ha anche a che fare con l’ampliamento della democrazia.
Il digitale è agente e specchio di tutto ciò.
Formazione online e scuola digitale sono due tematiche differenti: la prima si riferisce alla formazione a distanza, vecchia di 150 anni, gestita con le possibilità del web, la seconda riguarda l’utilizzo delle tecnologie digitali, non necessariamente di rete, nella scuola malta-e-mattoni. Pochi elementi in comune, se non il digitale. Gli impatti, le potenzialità, le questioni da affrontare (logistiche, tecniche, metodologiche, di business …) si declinano differentemente a seconda del contesto ed è impossibile trattarle come fossero un tutt’uno.
Quello che si può certamente dire è che con riferimento alle due dimensioni sopra citate, la prospettiva del digitale potrebbe cambiare (nel senso di cambiamento autentico) tante cose, ma potrebbe lasciare tutto come prima soprattutto per quanto riguarda i processi educativi e di istruzione e di apprendimento.
Per questo bisognerebbe focalizzare meglio la tematica: così come viene qui posta presenta questioni con confini troppo labili.
A mio avviso gli aspetti su cui ragionare potrebbero essere:
• Cosa cambia nei modelli di business e nel “prodotto”
• Cosa cambia sul piano istituzionale e quali le policy adeguate
• Cosa cambia nei processi di istruzione e quali gli impatti per l’apprendimento, nello sviluppo di conoscenza
Stando sui punti qui esposti, a mio avviso non c’è alcun cambiamento nelle strategia di memorizzazione, a meno che non si usi memorizzazione come sinonimo di apprendimento (operazione concettualmente errata); quando parliamo di apprendimento è limitativo fermarci ai contenuti; non vedo utile la parlare di “piattaforme”.Tanto altro ci sarebbe da dire
Su tutto, concordi in pieno con la conclusione: tutto cambia a seconda di quale assumiamo sia lo scopo della formazione
Proprio qualche giorno fa mi è capitato di leggere questo post “How Harvard’s CS50 Renewed My Hope for Online Education” http://www.modernwanderlust.com/show_post.php?id=93 in cui l’autore descrive un’esperienza di apprendimento, finalmente soddisfacente e appagante dopo diversi esperimenti fallimentari, il succo del discorso, al di là della tecnologia, mi pare sia, as usual, “people matter most”. Interessante anche http://cacm.acm.org/blogs/blog-cacm/156836-teaching-programming-to-a-highly-motivated-beginner/fulltext .
In realtà “una piattaforma che migliori la formazione” esiste già, ed è il Web. Mi spiego:
1)- esiste una enorme disponibilità di strumenti e servizi online – sostanzialmente gratuiti – che possono essere preziosi per la formazione. Dalla solita wikipedia (indispensabile, checchè ne dica chi non ha capito cos’è) a tutti i social media (sia per permettere comunicazione e cooperazione fra docenti e discenti, sia per i contenuti che contengono, es. youtube), ai motori di ricerca più o meno semantici, a tutti i tools di elaborazione di vario tipo (per es. per la matematica) ecce ecce cc.
2)- occorre resistere alla tentazione di costruire una piattaforma integrata. Non solo di tipo proprietario (su cui sono ovviamente fortemente contrario), ma anche open source. Data la velocità di evoluzione della rete, sarebbe obsoleta prima ancora di essere pronta. D’altra parte, è sempre più facile realizzare delle integrazioni “lasche” di componenti e servizi già pronti, con tecniche di mashup veloci. Ciò permette di assiemare velocemente degli aggregati di servizi utili per un certo scopo formativo, più o meno integrati. Magari sono fragili, ma possiamo usarli per sperimentare nuove forme didattiche. Sicuramente anche loro diventano obsoleti in breve tempo – poco male, ne realizzaremo altri.
3)- nella mia didattica universitaria mi sono sempre rifiutato di usare le piattaforme disponibili (es Moodle), per due motivi: sono molti anni indietro rispetto alle possibilità offerte dalla rete (per quanto sopra) e sono sistemi troppo chiusi: i contenuti didattici sono tendenzialmente protetti, mentre metto da sempre i miei contenuti sulla rete, in licenza creative commons.
Chiedo scusa per la fretta, mi rendo conto che il discorso dovrebbe essere molto più ampio.
LuciaBracci @LuciaBracci
@lucadebiase docebo? http://www.docebo.com/it/
Mirko Morini @mirkomorini
@lucadebiase avevo pensato a questo https://www.kunerango.com/ , lo segnalo anche se non è proprio centrato con il contenuto del post
marco favero @faveromarco
@lucadebiase tra i + buoni: atutor.ca, http://www.docebo.org , http://moodle.org , http://www.edutools.info , http://www.elene-tt.net
tiziano bonini @tbonini
“@lucadebiase: Chi ha suggerimenti per una piattaforma destinata alla formazione online? http://blog.debiase.com/2013/01/lampiezza-del-tema-della-scuola-digitale/ …” modello #SkillShare?
Stefania Spina @sspina
@lucadebiase Moodle è una delle più usate, ed è open source. La usiamo all’università da 8 anni e ci troviamo molto bene.
Vincenzo Belluomo @VerdeVince
@oilproject !!! @lucadebiase
Galatea @IltwitdiGalatea
@lucadebiase la “piattaforma”per discutere sulla nuova didattica ok,ma in classe ci sono già soluzioni a costo zero @catepol @marcodalpozzo
Galatea @IltwitdiGalatea
@lucadebiase Un contributo per l’uso della LIM e la didattica digitale (a costo zero) http://nonvolevofarelaprof.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/01/22/lim-scuola-digitale-e-soluzioni-a-costo-zero/
Roberto Castaldo @RobertoCastaldo
@IltwitdiGalatea @lucadebiase La mia idea di formazione online a costo zero, risale a tre anni fa, ma è ancora valida! http://wp.me/P1OT68-hS
Galatea @IltwitdiGalatea
@RobertoCastaldo avevo provato con dropbox ma non carica le slide e quindi google è più completa @lucadebiase
Commenti precedenti da Twitter. Seguenti da Facebook:
Guido Marangoni Suggerisco docebo.com – Claudio Erba
8 ore fa tramite cellulare · Mi piace · 1
Osvaldo Danzi Ho avuto la stessa necessità per il MUSTer di FiordiRisorse. I nomi più accreditati a tutti coloro che ho chiesto sono stati Docebo e Moodle. Entrambi hanno purtroppo grosse carenze: il primo non é visualizzabile su mobile, scarsamente customizzabile, …Altro
circa un’ora fa · Modificato · Mi piace
Luca De Biase grazie!
circa un’ora fa tramite cellulare · Mi piace
Enrica Baccini Caso reale: tre scuole medie statali sperimentali, progetto wikischool, scuola Uniti Per Rinascita Livi di Milano, Pestalozzi di Firenze, don Milani di Genova, con CNR. Difficile ma emozionante
Galatea Vaglio
Be’ io mi mi sono “inventata”un sistema per sfruttare al meglio la LIM e digitalizzare una classe a costo zero.
Paolo Valenti Frieda Brioschi Stefano Epifani Stefano Quintarelli Caterina Policaro Luca De Biase Michele Ficara Manganelli Dania Cusenza Anna Io Beatrice Dondi
http://nonvolevofarelaprof.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/01/22/lim-scuola-digitale-e-soluzioni-a-costo-zero/
Samie Theobserver tutto questo a patto che internet giri…da noi il problema è stat proprio quello finora!
6 ore fa · Mi piace
Galatea Vaglio Oddio faccio notare che al limite basterebbe prendere un piccolo modem per la classe. (Al limite, eh, lo so che è un accrocchio, però…)
6 ore fa · Mi piace
Galatea Vaglio Aggiungo perché non me li fa taggare sopra: Davide Lo Scorfano Crescere Creativamente Alessio Jacona Paolo Sinigaglia Gianluigi Cogo Michele Vianello
6 ore fa · Modificato · Mi piace · 1
Paolo Valenti interessante utilizzo
6 ore fa · Mi piace
Galatea Vaglio Quando non ci sono i soldi, ci si arrangia, Paolo. Avevo provato anche con Dropbox ma non si caricavano le slide.
6 ore fa · Mi piace
Paolo Valenti i google docs sono ottimi strumenti! poi, non so se lo sai, potreste attivare gli account mail con gmail gratuitamente con il dominio della scuola quindi avreste anche aree vostre e tutti i servizi di google personalizzati.
6 ore fa · Mi piace · 1
Galatea Vaglio Bisogna che li guardi bene e li studi un attimo. Sono in fase di sperimentazione su tutto
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Paolo Valenti se hai bisogno sai dove trovarmi
6 ore fa · Mi piace
Galatea Vaglio Bisogna che ci sentiamo con calma un attimo, perché io ho delle lacune “tecniche” alle volte, e tu sei la persona giusta per colmarle.
6 ore fa · Mi piace · 1
Galatea Vaglio Uh taggo anche Maurizio Galluzzo Carlo Felice Dalla Pasqua
6 ore fa · Mi piace · 1
Carlo Felice Dalla Pasqua ah, ecco…
6 ore fa · Mi piace
Galatea Vaglio Eh non mi prendeva più nomi…
6 ore fa · Mi piace · 1
Maurizio Galluzzo Bello!!
Visualizza traduzione
6 ore fa · Mi piace
Frieda Brioschi ..perché non hai ancora incrociato sul tuo cammino Wiildos http://wiildos.wikispaces.com/Pagina+iniziale
Galatea Vaglio Sì, però non mi dà lo spazio per metterla subito on line, giusto, Frieda?
5 ore fa · Mi piace
Caterina Policaro se posso… non è che ti sei inventata niente nel senso buono…sono anni che predico di piegare gli strumenti gratuiti alla didattica e google documents/Drive è la soluzione base migliore bel post in ogni caso
5 ore fa · Mi piace
Frieda Brioschi Galatea, no, ma ti permette di parlare meglio con la tua lavagna.
5 ore fa · Mi piace
Galatea Vaglio No, ma l’ho provato ed è carino. Solo che io cercavo più una soluzione per condividere che un sistema operativo alternativo per LIM
4 ore fa · Mi piace
Frieda Brioschi Taggo anche Emma Tracanella che è interessata all’argomento
4 ore fa · Mi piace
Emma Tracanella Ciao Galatea davvero un bel post, su Google+ (l’ho spammato in giro) un insegnate mi dice che non si è trovato bene con le LIM, ma la mia esperienza da mamma è diversa. Segnalerò la cosa anche alla mia maestra
4 ore fa · Mi piace
Galatea Vaglio Con le LIM anche io ho perplessità, non solo sulle ricadute didattiche (tutte ancora da verificare) ma soprattutto perché i modelli sono diversi, e quindi alcune sono funzionali e altre molto meno.
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Michele Ficara Manganelli ma LOL
3 ore fa · Mi piace
Paolo Sinigaglia Grande Gala.
2 ore fa · Mi piace
Noi di Garamond stiamo lavorando esattamente in questa direzione. Ciò che penso sul tema dell’editoria scolastica, dei suoi ritardi, dei suoi timori e delle sue rendite l’ho detto qui:
http://www.letteratura.rai.it/articoli/insegnare-con-i-bit-garamond/16332/default.aspx
Sul piano pratico poi abbiamo sviluppato, con la direzione scientifica di Roberto Maragliano e il coordinamento progettuale di Mario Rotta, il sistema di social learning e creazione collaborativa di contenuti aperti EduCloud, presentato brevemente qui:
http://youtu.be/E7r54QZCb3k
con cui stiamo partecipando con successo al progetto ministeriale Editoria Digitale snobbato da tutti gli editori scolastici tradizionali.
Molte delle cose che pensiamo e che facciamo in Garamond, inclusa la determinazione di abbandonare l’idea di editoria proprietaria di contenuti chiusi e protetti a favore di un’idea aperta e collaborativa di creazione della conoscenza come bene comune, le abbiamo imparate leggendo proprio i tuoi libri, caro Luca, incluso l’ultimo “Cambiare Pagina” che contiene davvero molti spunti per chi volesse ripensare la forma e il contenuto dell’attività editoriale al tempo del digitale e della rete.
condivido volentieri una riflessione sul ruolo politico che gli editori dovrebbero avere nel promuovere l’agenda digitale, con qualche dato sul digital divide http://virginiafiume.wordpress.com/2013/01/17/ebookaftermaya-questione-di-abitudine/
Ciao Luca, avevo postato un commento ieri sera, che però non vedo pubblicato… Problemi?
Buongiorno Luca,
è sempre un piacere seguire il suo blog. grazie per le bellissime ed interessantissime riflessioni!
Chiamarla ‘digitale’ già mi sembra limitarne l’ampiezza. E’ la scuola, da rileggere certo alla luce di tutto il resto. Scuola non è sinonimo di formazione cos’ come viceversa. La formazione avviene off e online, avviene, talvolta nonostante i formatori. La scuola è un’istituzione e come tale dovremmo continuare ad intenderla, si esprima all’interno di aule di mattoni piuttosto che in quelle virtuali di una piattaforma.
http://www.openculture.com/2013/01/stanford_makes_open_source_platform_class2go_available_to_all.html
Qualche giorno fa Stanford ha messo a disposizione la sua piattaforma open source MOOC e il relativo codice.
grazie per tutti questi commenti interessantissimi! appena riesco li riprendo per quanto sono capace: l’argomento è cruciale.. (mi scuso per i ritardi nella pubblicazione dei commenti che secondo il sistema hanno bisogno di moderazione.. sono quelli con molti link.. li libero dai timori del sistema ogni volta che posso..)
[…] riflessioni intorno alla trasformazione della scuola che i commentatori a un precedente post hanno avviato sono molto importanti. E’ urgente […]
Trovo la discussione assai interessante e mi permetto di lasciare il mio contributo di semplice insegnante
saluti
valter
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