La proposta direttiva sul copyright è controversa (Sole). Le sue componenti qualificanti a quanto pare sono:
1. gli editori hanno nuovi diritti da vendere, per esempio il diritto agli snippets (quelle due righe che un aggregatore usa sotto il link a un articolo per spiegare che cosa contiene)
2. i ricercatori e gli educatori possono usare i materiali soggetti a copyright per fare ricerca ed educazione
3. alla lunga i diritti dei prodotti video dovranno avere un mercato unico europeo (ora si devono comprare stato per stato).
La questione degli snippets è chiaramente ridicola. Se Google non li vuole comprare può chiudere Google News (come ha fatto in Spagna). Se gli editori non vogliono perdere il traffico generato per i loro siti da Google News possono non far pagare per gli snippets (come hanno fatto in Germania). In generale non si tratta di un diritto che possa ragionevolmente salvare il business degli editori.
Il solo modo per salvare il business degli editori di giornali è puntare sul valore della qualità dell’informazione (cioè della qualità del metodo con il quale viene generata) e investire per innovare i modi con i quali questa qualità viene proposta al pubblico che dovrebbe pagare per il servizio.
E allora: l’unico motivo per cui la decisione della Commissione sul copyright degli snippets può avere qualche effetto è che potrebbe dare il senso di un clima regolatorio favorevole agli editori spingendoli a crederci di più e a investire. Imho.
Ma questo però è più che possibile. Il bisogno di qualità nel mondo dell’informazione sta emergendo prepotentemente. Vale la pena di crederci.
Commenta