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Telecom Italia, Mediaset, Fastweb, Metroweb, ecc. Il consolidamento delle telecomunicazioni

Telecom e Fastweb (Sole). Enel e Metroweb (Sole). Non si è capito che cosa ne pensa l’Antitrust. Anche perché queste manovre non appaiono del tutto come riduzione della concorrenza ma si presentano come aumento degli investimenti nella rete. E poi Telecom e Mediaset (Sole): qui l’Antitrust non parla e non pensa anche perché per ora è tutto frutto di fantasia.

In tutta Europa le telecomunicazioni consolidano da anni. Ovvio: hanno lasciato la tecnologia ai fornitori e il valore del servizio agli over-the-top, pur di mantenere posizioni di vantaggio con le quote di mercato nei mestieri “a rendita”. Lottano per mantenere il valore aggiunto usando più gli avvocati che gli innovatori. Anni di consolidamento dunque. Negli stessi anni la Telecom Italia è stata maltrattata dai suoi proprietari, raider, burocrati, politici e improvvisati gestori. Adesso almeno sembra aver perso molti dei freni in passato posti dalla politica: anche perché la politica sembra farle concorrenza con i piani di rete pubblica e l’appoggio all’Enel. Infatti, Telecom Italia parla senza problemi di FTTH, un passaggio inevitabile per le aree ricche ma che significa meno occupazione, anche se di bassa manovalanza. Parla senza problemi di fibra, senza più menarsela tanto con il rame, come ai tempi in cui doveva far credere di avere un debito sostenibile grazie alla rete dei doppini. Vuole la sua rete, ovviamente, ma la fa in parte in collaborazione con Fastweb e chissà se davvero sarà ospitale per i concorrenti: visto che c’è anche Enel, con Metroweb, avrà forse ancora meno remore a giocare duro. Insomma: sembra avere una strategia, piaccia o no, e questo piace ai “bistecchieri” della borsa, che hanno bisogno di una storia da raccontare al “parco buoi”.

Che si rimetta in ordine, la Telecom Italia, è solo una cosa buona. Dopo tanto tempo di distruzione di valore per l’azienda che si è tradotta in grande distribuzione di valore per l’ecosistema dei suoi fornitori, amici e parenti. Forse i francesi non hanno di queste paturnie e sperano di fare un buon affare. Ma come lo sperano?

Migliorando in borsa. D’accordo. Ma come? Vendendo il Brasile per ridurre il debito? Non è detto, a questo punto. Se possono raccontare un’altra storia, più coerente con la loro è meglio, per loro. La storia è che Vivendi si occupa di contenuti e che in Italia con Telecom può acquisire Mediaset? Questa è una storia interessante. Controversa, ovviamente, come tutte quelle che riguardano Mediaset. Una storia di fantasia, da anni. Perché ritorna? E’ più credibile oggi? Le ambizioni politiche del proprietario di Mediaset sono tramontate e quindi dopo il Milan si può vendere anche Mediaset? E’ una storia interessante.

E’ anche importante? E’ lecito dubitarne.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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