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Che cosa gli ha preso a Marc Andreessen?

Marc Andreessen è stato un eroe del web. Il suo Mosaic, scritto all’università, è stato il primo browser popolare, era usato da tutti nella prima metà degli anni Novanta, prima che lui stesso fondasse Netscape e facesse la sua nuova versione di browser che lo avrebbe portato in borsa e alla celebrità. Sulla scorta di quell’esperienza è poi diventato un venture capitalist. E oggi su Twitter fa opinione.

Sicché il suo maldestro, superficiale, offensivo intervento di martedì scorso è stato come un fulmine a ciel sereno. Andreessen, forse perché siede nel consiglio di Facebook, si è sentito in dovere di difendere il Free Basics, un’offerta che Facebook propone nei paesi in sviluppo per dare a chi lo voglia qualche servizio web scelto dall’azienda regalando il traffico, che l’India ha respinto perché ovviamente non è “net neutrale” e ambiguamente generoso, tanto che molti pensano che faccia complessivamente più gli interessi dell’azienda che lo offre di quelli degli utenti che lo prendono.

Ebbene, Andreessen ha criticato gli indiani ed è arrivato a dire che hanno pagato cara la loro pretesa di sviluppare una politica anti-coloniale. Già. Secondo lui sarebbe stato meglio per gli indiani restare sotto l’impero britannico. Twitter gli è esplora in faccia. Gli hanno dimostrato che lo sviluppo indiano è stato infinitamente più veloce dopo la fine dell’impero. Ma soprattutto gli hanno fatto notare che aveva torto marcio su tutta la linea per quanto riguarda l’utilità di fondo di Free Basics. Facebook lo ha scaricato, visto che la sua difesa di Free Basics aveva effetti peggiori di un attacco. E Andreessen ha prima cancellato il post che argomentava sull’anti-colonialismo, poi si è scusato, e scusato, e scusato. Promettendo di non parlare più di India (Recode). Vabbè.

Il punto è che non si capisce proprio perché Facebook si accanisca tanto per fare accettare un “regalo” che la gente dell’India non vuole. Viene da pensare che il suo interesse sia appunto più forte della sua generosità. Ma se nel sottofondo della mente dei personaggi che popolano le stanze di Facebook ci fosse anche qualche minimo di pensiero simile a quello di Andreessen, allora la cosa assumerebbe connotati più preoccupanti. Imho.

Vedi:
I regolatori indiani chiedono a Facebook di smettere di fare lobby per Free Basics
Zuckerberg, buon pastore. Internet.org si aggiusta in Free Basics by Facebook
La sorprendente naiveté di Zuckerberg sulla questione indiana

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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