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Educazione strategica innovazione

I libri di scuola stanno per cambiare

L’editoria digitale, l’attività dell’insegnamento e soprattutto la pratica dell’apprendimento stanno già cambiando. Ma le conseguenze sintetiche del fenomeno non si sono ancora palesate in pieno.

L’elearning è andato avanti a grandi annunci e grandi flop per troppo tempo. Forse perché non riusciva a staccarsi dall’idea barbosa di simulare le aule con i computer. Ma ormai le cose si stanno aggiustando. Kahn Academy è già un enorme successo nella ridefinizione del modo di insegnare/imparare la matematica. I tablet e i reader sono già enormi successi nella strumentazione comoda e utile per leggere. Gli editori che si stanno muovendo sono moltissimi. Vanno sperimentate le formule nuove. E vanno superate le barriere al cambiamento dei sistemi tradizionali di produzione e vendita dei libri di testo.

Chissà che l’annuncio della Apple, previsto per il 19 gennaio non dia qualche nuova ulteriore indicazione alla prospettiva che abbiamo davanti in questo fondamentale settore. (Wsj)

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  • d’accordo sui nuovi prodotti editoriali. Detto questo, secondo me la prima condizione è che i nostri (nuovi) insegnanti impararino a insegnare diversamente ai loro (nuovi) allievi.
    Non ho alcun intento polemico, voglio solo dire che il modello di insegnamento di Kahn è innovativo e funziona (l’ho provato anch’io, e in matematica sono davvero scadente). Nel suo caso, la barriera verso l’utenza italiana è linguistica.
    Se però emergesse un Kahn italiano, e un certo numero di insegnanti ben disposti nei suoi confronti, credo che i tempi sarebbero maturi per una sua diffusione virale.

  • E le materie umanistiche? L’attuale preparazione dei futuri insegnanti di Lettere, Storia e Geografia è assolutamente priva di strumenti al passo con i tempi. Eppure non capisco come sia possibile che la categoria che più dovrebbe occuparsi dello sviluppo di nuovi prodotti editoriali si sia tirata indietro. A Napoli sta crescendo una generazione di futuri professori di Lettere che crede ancora che gli ebook reader siano delle “diavolerie” e che il Devoto-Oli si debba comprare nella sua materiale edizione al triplo del prezzo perché così si è sempre fatto. Personalmente il tentativo personale di alcuni insegnanti che ho incontrato nel corso della mia carriera da studente (alle elementari ci hanno spesso fatto lavorare su ipertesti e alle superiori un professore di matematica illuminato ci spiegava le equazioni utilizzando visual basic) mi hanno aiutato a capire che se il fine è l’apprendimento a) non ci si deve far spaventare dalla sperimentazione b) qualcuno deve spiegare agli insegnanti che il loro concetto di “comodità” e “utilità” non è universale (Per un mio professore l’encicolpedia cartacea è più comoda di un enciclopedia digitale – per il suo intero corso no).
    E credo che il problema sia la pigrizia intellettuale, perché gli stessi professori che non si impegnano in questa fase di passaggio sono gli stessi che non hanno problemi a creare propri siti personali, ad utilizzare l’iphone, e a creare profili ed eventi su facebook.

  • Sono d’accordo sul titolo e sul fatto che il fenomeno Khan Accademy sia un grande successo. Peccato che non si tratti affatto di un fenomeno basato su di una nuova metodologia! Si tratta di barbosissime lezioni frontali registrate in audio-video: metodologia vecchia su di un supporto nuovo, con l’unico vantaggio della fruizione asincrona (comunque non da poco).
    Più che sulla metodologia, il fenomeno Khan è basato sulle modalità di rilascio dei materiali prodotti, ovvero la fruibilità aperta e gratuita (nello specifico si tratta di una licenza “Creative Commons”) che ne ha consentito la diffusione veramente notevole.
    In Italia non sarebbero mancate, e tuttora non mancano, possibilità dello stesso genere: si pensi alle lezioni del “Consorzio Nettuno”, ormai accumulate nel corso di più di un decennio: ben altra diffusione avrebbero avuto – e tuttora avrebbero – se, al posto di essere trasmesse ad ore impossibili della notte fossero state rese disponibili su Youtube…..

  • Ma se i prof sono talmente diffidenti e refrattari che non usano nemmeno la mail…
    Lo sapete quali sono i libri di testo adottati con maggior successo? Quelli che hanno un volume apposito per spiegare all’insegnate cosa insegnare giorno per giorno, insomma i libri che fanno il lavoro al posto dell’insegnante, con tutto precotto e digerito. Per non fare nemmeno la fatica di prepararsi…
    Sapete qual’è la maggiore voce di spesa corrente (parlo di una media di 1500 -2000 euro) in un Istituto comprensivo elementare media? Le fotocopie: intese quelle per i compiti e per le schede di verifica degli alunni. Naturalmente anche quelle precotte e pre-preparate. Per risparmiare la fatica di “inventarsi” degli esercizi da scrivere sulla lavagna. Una montagna di carta sprecata per questionari a risposta multipla, i quiz insomma… Altro che e-book…
    La formazione ormai non avviene più principalmente a scuola. Su questo ci sarebbe molto da riflettere..

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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