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BookBlogging – La valanga della crisi

Immagine di La valanga. Dalla crisi americana alla recessione globaleLa particolare gravità della crisi economica che stiamo attraversando è soprattutto nella difficoltà di spiegarla e di vederne i contorni. Fin dove si spinge la distruzione di valore causata dai banchieri senza scrupoli e senza intelligenza? Quanti titoli tossici ci sono in giro, chi li ha, quante perdite sono state comunicate e quante sono ancora ignote?

Dall’agosto del 2007 al settembre del 2008, il circo finanziario-mediatico-politico è riuscito a far credere che la crisi dei mutui fosse una faccenda seria ma non catastrofica e soprattutto che il sistema finanziario nel suo complesso sapesse quello che stava facendo. Ma la successione dei fatti minava ogni giorno di più quella convinzione. Quando la Jp Morgan con l’aiuto del governo americano salvò la Bear Stearns si capì che la situazione era grave ma si poteva ancora controllare. Perché la credibilità delle istituzioni finanziarie era ancora alta: perché credibilità e speranza coincidevano nella mente di moltissimi, perché non si voleva vedere che cosa stava davvero succedendo. Vederlo e dirlo avrebbe avuto effetti catastrofici. E anche per non vedere, si accettò la nazionalizzazione di Fannie Mae e Freddie Mac da parte del governo americano. Ma le bende sugli occhi del mondo non poterono resistere al fallimento della Lehman Brothers: 158 anni di storia bancaria scomparivano, con il valore degli investimenti e dei risparmi di tutti coloro che avevano continuato a credere che nulla di tutto ciò potesse mai accadere.
Massimo Gaggi, editorialista e inviato del Corriere della Sera, ricostruisce le vicende della Valanga finanziaria dopo che il mondo ha visto l’assurda vuotezza che si celava dietro la finzione della credibilità delle banche d’affari, ma mentre la maggior parte delle persone ancora si domanda quanto grave sia il danno che quelle banche hanno lasciato in eredità. Le misure del governo di Barack Obama sembrano essere riuscite a tranquillizzare parzialmente i mercati, ma certamente non risolvono il problema di lungo termine che la crisi ha prodotto.
Per comprenderne i contorni, il primo passo è ricostruire le vicende della crisi. Come fa Gaggi. A cominciare dalla cifra scomparsa: tra settembre 2007 e novembre 2008 sono spariti 9 trilioni di dollari, secondo le stime della Global Insight, una cifra quasi pari ai Pil di Francia, Italia, Germania e Gran Bretagna messi insieme! Il 63 per cento del Pil degli Stati Uniti… (Anche se è sempre sbagliato confrontare un patrimonio scomparso con il reddito generato in un anno…).
Le conseguenze della crisi saranno di lungo termine. Le banche d’affari sono scomparse e con esse un’idea della finanza totale, capace di gestire il rischio per via matematica, senza alcuna relazione con la realtà. Scompare un’idea della gerarchia del sapere economico, perché ne scompare un vertice. Scompaiono modelli sociali e culturali. 
Anche queste bende sugli occhi dell’immaginazione vanno eliminate: perché ormai riusciamo a vedere i guasti economici di breve termine ma non siamo ancora concentrati sulle strutture di lungo termine dell’economia. Solo così possiamo immaginare quello che può venire dopo. Per tentare di limitare le sofferenze immediate e costruire qualcosa di migliore…

Alcuni libri che ho comprato Impressioni mentre leggo
Andrea Vitali
Olive comprese
Garzanti

Marta Dassù
Mondo privato
Bollati Boringhieri

Il lavoro di un narratore
non è la storia che racconta
ma la storia che sa evocare
negli occhi della mente di chi legge.

Un’intellettuale che agisce
racconta la sua esperienza
tra potenti e pensanti.
Il sito del libro.

Le puntate precedenti di questa specie
di “rubrica”…
Il regime dei media (15 febbraio 2009)
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Numeri da leggere (7 ottobre 2007)
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Leggere, leggerezza, legge (10 dicembre 2006)
Leggere o non leggere (3 dicembre 2006)
Leggere per lavorare o lavorare per leggere? (26 novembre 2006)

Scrivono di libri: Clelia Mazzini (Akatalēpsìa), Luisa Carrada (Il mestiere di scrivere), Stefania Mola (Squilibri), Ste (melodiainotturna), Ossimora (Antonia nella notte), Remo Bassini (Appunti), Seia Montanelli (Paese d’Ottobre), Renee (Book of the day), Mitì Vigliero (Placida Signora), Gian Paolo Serino (Satisfiction), Gattostanco, Gabriella Alù (Non solo Proust), Patrizia Bruce (Dimmi, cosa leggi?), Angèle Paoli (Terres del femmes), Alessio. E… Vibrisse, Lipperatura, Litteratitudine. Wittgenstein, talvolta. E inoltre: Bottega di Lettura, Penna e mouse, Bookrepublic. La Frusta. Zam. Booksblog. E MilanoNera. E SottotomoBooksWebTv. Palagniac. Amalteo. Carmilla online. Antonio Genna. E Nazione indiana.


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In libreria: Economia della felicità, dalla blogosfera al valore del dono e oltre, Feltrinelli

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  • “il circo finanziario-mediatico-politico” = Massimo Gaggi che numero fa ? L’equilibrista sul filo ? Il trapezista senza rete ? La donna cannone (bum !) ? Il clown bianco ? L’ammaestratore di pulci ? Oppure è tra quelli che controllano i biglietti ? E decidono chi ha il bigletto buono e chi quello cattivo per stare in platea ad applaudire a comando ? Oppure semplicemente sceglie da una lista prestampata ?

  • La discussione veramente interessante, almeno qui, sarebbe una sulle responsabilità della Rete nell’attuale crisi: sia come supporto tecnico per pratiche altrimenti ingestibili che come copertura ideologica della globalizzazione finanziaria (stessi miti, stesse parole d’ordine, stesse persone a volte…)
    Ma mi è capitato di notare in giro che è come parlare di corda in casa dell’impiccato…

  • “Scompare un’idea della gerarchia del sapere economico, perché ne scompare un vertice”.
    Se personaggi come Joseph Cassano (AIG)hanno costituito il vertice del sapere economico (leggasi finanziario) c’è da chiedersi quali processi fossero (siano?) in atto nella costituzione di tali poteri. La speranza è che dalle ceneri della tragedia sorgano strumenti e comportamenti più “etici” ed efficienti; e figure in grado di imporli e sostenerli.
    Lo scontro è aperto: la sensazione è che i sistemi finanziari vigenti pensino di averla, nonostante tutto, fatta franca e di poter continuare come prima (o quasi).
    Certo gli scenari aperti dal disastro e dallo scontro che ne sta seguendo sono veramente ampi …
    The Economist Intelligence Unit via
    http://globalguerrillas.typepad.com/globalguerrillas/2009/03/journal-prospects-for-global-depression-and-unrest.html

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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