Gli studenti arrivano all’università americana già dotati di indirizzo di mail fornita da un’azienda privata. Quindi le università stanno pensando di smettere di investire nelle piattaforme necessarie a offrire la tradizionale mail con il .edu in fondo. Nostalgia. La commercializzazione di internet che preoccupa un osservatore appassionatamente prudente come Carlo Formenti (Se questa è democrazia e precedenti) avanza il modo capillare.
10/04/2009 19:33
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Nostalgia.edu
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Nel mentre qui (non le università) va nella direzione opposta: http://www.dariosalvelli.com/2009/01/tuonome-chiocchiola-governoberlusconi-egovernment2012
Ai suoi studenti l’università di Macerata offriva fino a due mesi fa una casella di posta fornita dal Cineca (consorzio interuniversitario). Ora tutto il servizio è stato sposta su piattaforma Microsoft, gestito NON dall’universita ma direttamente da Microsoft; la motivazione (ufficiale) è che il Cineca ci costava 15.000 euro l’anno mentre MS lo fa gratis.
A parte il fatto che il costo del lavoro di chi si è dovuto occupare (e continuerà a farlo) della migrazione e dei (difficili) rapporti con MS, non viene conteggiato, si sorvola completamente sul fatto che in questo modo l’università ha regalato (questa volta sì, gratuitamente) 30.000 utenti alla MS. Che ora potrà bobmardarli con pubblicità, offerte di servizi, ecc.
Il tutto per risparmiare una cifra che, nel bilancio dell’ateneo, è irrisoria? Ridicolo.
Poi non parliamo di altri aspetti come la qualità del servizio, l’accessibilità,, la coerenza con gli scopi accademici…