Comunica il Mibact: “Sarà Mario Cucinella il curatore del Padiglione Italia alla 16. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia del 2018”. Lo rende noto il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, al termine della procedura di selezione alla quale sono stati invitati a partecipare dieci nomi rappresentativi del panorama nazionale. Il progetto è stato scelto dal Ministro nell’ambito della terna proposta dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanea e Periferie Urbane. Tra le dieci proposte presentate, tutte molto attente alle più...
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La liberazione per via tecnologica e il suo contrario. La paura non viene dall’innovazione
La scoperta del fuoco per una società primitiva diventa un mito primordiale, prometeico. La potenza che la tecnologia che controlla il fuoco regala agli umani, per la preparazione del cibo e la fusione del metallo, è pari alla potenza del fuoco che esce dal controllo umano, brucia foreste, case, persone. Osservando il fuoco si può sentire insieme il potere e il pericolo. Questa emozione dicotomica si sente osservando un’auto che si guida da sola. E giustamente Vivek Wadhva dedica al guidatore dell’auto senza pilota il titolo del libro che propone per riflettere sulle grandi scelte...
Ducati, lire, piccoli… Il dibattito sull’euro avviato da Zingales sul Sole 24 ore
Ovviamente, non può essere il mio compito quello di contribuire al dibattito sulla permanenza dell’Italia nell’euro avviato da Luigi Zingales sul Sole 24 Ore. Ma sono affascinato dalle domande che l’economista propone di porsi: “Primo, se nel lungo periodo è preferibile per un Paese come l’Italia avere una moneta comune con il resto del (Nord) Europa o no. Secondo, quanto elevati (e duraturi) possano essere i vantaggi e gli svantaggi della svalutazione della nostra moneta nazionale che seguirebbe naturalmente dopo un’uscita dell’Italia dall’euro. Terzo, quanto elevati...
Guest post. “Come saremo” recensito da Elena Lamberti. Grazie!
Elena Lamberti, grande esperta di ecologia dei media, è stata così gentile da partecipare alla presentazione di Come saremo al Festival del giornalismo di Perugia. E con l’occasione ha riflettuto sul libro. Ecco il suo testo – la cui importanza va ben oltre quella di una recensione – con un sentito ringraziamento. COME SAREMO. Storie di umanità tecnologicamente modificata – Luca De Biase, Telmo Pievani (Codice Edizioni, 2016). Tra il 1923 e il 1931, la casa editrice londinese Kegan Paul pubblicò una serie di saggi critici denominata To-day and To-morrow (letteralmente...
È etico “embeddare” l’etica nella tecnologia?
Ha sempre stupito il fatto che le automobili siano costruite per viaggiare ad alta velocità anche se ormai quasi ovunque esistono limiti di velocità massimi molto inferiori. Se una società vuole imporre la prudenza ai guidatori di auto può riempire le strade di cartelli, rilevatori di velocità e poliziotti, oppure obbligare i costruttori a fare auto che non sono capaci di andare troppo forte. Eppure questo non succede, non è neppure un grande dibattito. Ma allora perché esiste il dibattito su come costruire robot e intelligenza artificiale in modo che si attengano a certe regole etiche? La...
Letture del lunedì. Sostenibilità della tecnologia, ripensamenti sui giornali e fake a base di intelligenza artificiale, industria 4.0 senza miti. E altro. Reading Monday
Reading monday. Nella quantità di letture fatte nel weekend, molte delle quali si erano accumulate da qualche settimana, scelgo quelle che probabilmente vale la pena di condividere. Diritti umani e tecnologia. Mariateresa Garrido Villareal, University for Peace, ha curato una vasta survey ispirata all’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Sviluppo, equità, ambiente. Educazione, soprattutto. La panoramica è impressionante, come del resto merita l’argomento. Non tutti i contenuti sorprendono, ma l’insieme è molto utile. Il pdf è disponibile. Notizie separate dai media...
Il metodo democratico. La governance di internet. La credibilità dei politici
Non è una grande scoperta. I politici faticano a essere credibili. Da una parte ce la mettono tutta per disperdere il loro capitale di credibilità, adottando una serie di comportamenti criticabili, o peggio. Da un’altra parte appaiono incapaci di incidere davvero sulla realtà che dovrebbero governare. Le promesse mancate, le cose fatte che non bastano mai, la grandezza dei problemi e l’impotenza del potere. Gli stati sembrano superati dalle aggregazioni sovranazionali ed erosi dalle altre dimensioni del potere, politiche o finanziarie. La realtà che dovrebbe essere governata...
Come saremo? Come sapremo
Una sorta di equivoco si sta diffondendo nel dibattito sulle tecnologie. Che possano fare male agli umani: sostituendo i lavoratori con robot, sostituendo pezzi di DNA con rimpiazzi artificiali, sostituendo la classe dirigente con i meccanismi automatici della finanza. Certo, queste macchine, tecnologie, logiche funzionano a modo loro e hanno conseguenze inerziali dovute all’interfaccia, al programma che le anima, allo scopo per il quale sono state costruite. Ma questo non significa che possano diventare esseri alieni che agiscono indipendentemente dagli umani: sono gli umani ad averle...
Correlazioni e cause: social media, giornali, populismo
Walter Quattrociocchi esce lunedì 6 marzo con un nuovo articolo su Pnas. Analizza le echo-chamber che si formano sui social network studiando le interazioni di 376 milioni di utenti Facebook con più di 900 giornali e sistemi di produzione di notizie. Quattrociocchi dimostra che la teoria della “selective exposure” domina il consumo di notizie e crea diversi ambienti segregati e non comunicanti basati su diversi pregiudizi e diversi conformismi: in queste echo-chamber le notizie che contraddicono le opinioni dominanti vengono respinte o ignorate. Le false notizie che aderiscono...
Le diverse durate del cambiamento nel lavoro
Questa idea secondo la quale le macchine stanno per sostituire molti lavori umani va chiarita. Anche nelle pubblicazioni più pessimiste da questo punto di vista (Frey-Osborne), si dà un orizzonte di dieci-venti anni per osservare una distruzione massiccia di posti di lavoro. I meno radicali, come l’Ocse, vedono una condizione più complessa: nel medio-lungo termine ci sarà effettivamente circa un 10% di posti di lavoro che rischiano seriamente di essere distrutti dalle macchine (intelligenza artificiale e robot), mentre ci potrebbe essere un 30% di lavori che cambiano ma non spariscono...
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