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Per Zuckerberg Facebook è un’azienda di tecnologia. Altri dicono che è una media company. E altri sostengono che è una utility

Mark Zuckerberg ha risposto a uno studente della Luiss: “no, non siamo una media company: noi facciamo tecnologia”. Mathew Ingram non è d’accordo e, su Fortune, risponde senza dubbi: “Sorry Mark Zuckerberg, But Facebook Is Definitely a Media Company“. Tempo fa però dana boyd aveva proposto una terza via: “Facebook is a utility; utilities get regulated“. Se pensiamo al prodotto dell’attività delle persone che lavorano a Facebook, indubbiamente, vediamo che la generazione di software e la gestione di computer è il centro del lavoro. Quindi è...

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Industria 4.0: perché la Cina può perdere; America ed Europa possono avanzare; e l’Italia…

Nella foto c’è un vecchio “concept” di robot industriale della cinese Sany Heavy Machinery (IndustryTap). L’automazione industriale, con robot di nuova generazione, big data per la manutenzione predittiva e il super-just-in-time, le nuove macchine per la produzione additiva e i sistemi di co-progettazione e prototipazione accelerata, iper-customizzazione, è la nuova frontiera della produzione. E a differenza di quanto succedeva in passato, in questo nuovo contesto, il costo del lavoro non è più la variabile fondamentale per la competizione. Molto più importante, per...

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Le gabbie dorate dei media digitali e il giornalismo: una storia del futuro

Il mondo digitale è diventato un argomento per i giornali generalisti nei primi anni Ottanta, quando è partito il fenomeno dei personal computer. Ma era un argomento assolutamente marginale. Almeno fino ai primi anni Novanta, in quei giornali, si faticava a ottenere spazio per qualunque articolo, persino un’intervista a Bill Gates. In America c’era qualcosa di più, non moltissimo. In Italia, Franco Carlini e pochi altri. Il genere del giornalismo interessato alla tecnologia digitale si è presto diviso tra i molti articoli per impallinati, con riviste specializzate per tirar fuori...

La disinformazione online e quello che possiamo fare. Quattrociocchi, Pariser, Menczer, Fournier, Quelch, Rietveld

La disinformazione non è nata con internet e tanto meno su Facebook. Gli esempi non mancano. Il caso Boffo è stato costruito sui giornali di carta e da giornalisti che non avevano molte idee sul digitale (Feltri su Repubblica). Il caso Telekom Serbia fu ingigantito dalla televisione posseduta dal capo di un importante partito italiano (Wikipedia). Ma ci sono anche casi più importanti e recenti: se la Brexit è un disastro politico tra le sue cause c’è la disinformazione portata avanti nel tempo dai giornali di carta più popolari in Inghilterra e Galles (questo blog). Il problema non è...

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La Guerra Fredda si è trasformata nella Guerra Digitale. Le spie sono ovunque. E non si sa chi vince

E il gruppo di spie digitali Shadow Brokers ha messo in vendita all’asta online molti file che dovevano restare segreti, comprese alcune cyberarmi. A quanto pare, gli Shadow Brokers si fanno così vanto di aver violato la NSA e Equation Group l’organizzazione di spie digitali che si vocifera fiancheggi l’agenzia segreta per la sicurezza americana – famigerata per l’iperspionaggio ai danni di più o meno tutti reso noto da Edward Snowden. Equation Group è stata leader per vent’anni nel cyberspionaggio e si dice che abbia infettato con i suoi sistemi di...

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La cultura del piagnisteo. Un passaggio del pezzo di Scott Anderson che si può generalizzare

Il grande reportage-storico di Scott Anderson con le foto di Paolo Pellegrin, della Magnum, è stato pubblicato dal New York Times Magazine ed è disponibile online. Una traduzione in italiano è stata riportata ieri su Repubblica. È un grande pezzo di giornalismo. Con qualche angolo che va oltre. Come quando Anderson trova le parole per descrivere “la cultura del piagnisteo, dove a giocare un ruolo centrale non era quello a cui aspiri, ma quello a cui ti opponi”. In inglese suona più pulita: One of the Arab world’s most prominent and debilitating features, I had long felt, was a...

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A ferragosto pensando al lavoro… Industria 4.0 a cura di Annalisa Magone e Tatiana Mazali

Il dibattito internazionale sul futuro del lavoro continua, anche a ferragosto. Perché probabilmente è uno dei temi più appassionanti, preoccupanti, definitori della prospettiva che abbiamo di fronte, almeno in Occidente. Uno studio fin troppo famoso pubblicato nel 2013 da Carl Benedikt Frey e Michael A. Osborne, due ricercatori dell’università di Oxford, ha preconizzato la possibilità che addirittura il 47% dei posti di lavoro siano a rischio di essere sostituititi da macchine basate sull’intelligenza artificiale. L’Ocse ha contestato questo calcolo e ha parlato casomai di un 9% di posti di...

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Immigrazione. Dati e decisioni

Una ricerca di Pew (Number of Refugees to Europe Surges to Record 1.3 Million in 2015) racconta con i numeri l’immigrazione in Europa. Le proporzioni tra le popolazioni locali e il numero di immigrati spiega quanto è grave la situazione in paesi apparentemente esagerati nelle reazioni come Austria e Ungheria. Il rancore di tutti gli europei è evidente. E in qualche misura il numero di persone che entrano con lo status di rifugiati e richiedenti asilo non può che dimostrare che il problema esiste. L’operazione EUNAVFOR MED serve a ridurre il numero di vittime in mare tra coloro che...

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La scoperta della ruota complessa sorprende un mondo che affonda in modo lineare

Beh, sì il titolo è un gioco con sei chiavi di lettura. Non importa incaponirsi a decifrarle tutte. Non ci riesce neppure chi le ha scritte. Comunque, stiamo parlando del ruolo intellettuale e politico del lavoro di ricerca di chi indaga intorno al concetto di “economia circolare”, cercando di incrementare la rilevanza percepita di quell’approccio in un periodo storico particolarmente grave. Il mondo di chi pensa in modo lineare sta affondando. Dopo trent’anni di scomposizione sociale ed economica dettata dall’ideologia finanziaria – Thatcher, Reagan...

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La sicurezza del software si può valutare. I bachi possono essere dovunque. E Microsoft…

Peiter Zatko, hacker conoscito come “Mudge”, ha messo a punto un sistema per valutare la sicurezza intrinseca in un software. Potrebbe rendere possibile quello che un paio d’anni fa era stato proposto da Dan Geer: che le software house siano responsabili della sicurezza del loro software, sicché o lo mantengano sicuro, o se non riescono pagano una penale, o se non sono in grado di tenerlo sicuro lo mettano in open source perché la comunità lo sviluppi in modo più sicuro (Intercept). La cybersicurezza non è più quella di una volta. Non si tratta di fare firewall che tengano fuori i...

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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