Joi Ito, direttore del Media Lab, ha pubblicamente chiesto scusa per avere accettato soldi da Jeffrey Epstein e ha promesso di restituirli, aggiungendo che non sapeva nulla delle «orribili» pratiche di quell’uomo (Joi). Un movimento di critici ha chiesto le sue dimissioni (Boston Globe). Due importanti studiosi del Media Lab lasceranno l’istituto (New York Times). Un centinaio di studiosi sostiene invece Joi Ito. Hanno scritto una lettera di supporto a Joi Ito chiedendogli di non dimettersi (WeSupportJoi). Update: Newyorker ha un articolo che riporta fatti che sembrerebbero tali...
perplessità
La nuova stagione
Anche se il paragone tra due epoche storiche distanti un secolo è sempre molto complesso, uno dei fatti più sani e rasserenanti che stanno accadendo in questa estate politicamente insensata, troppo ridicola per essere addirittura oscura, è che molti in Italia stanno leggendo “M” di Antonio Scurati (Giunti/Bompiani 2018). Chi si sente affaticato dall’inquinamento informativo e dall’irrazionalità schiacciata sull’apparenza o l’appartenenza tribale che caratterizza il dibattito politico di questi giorni trova un angolo di mondo pulito nel libro di Scurati. L’autore ha dedicato molto tempo a...
La schiavitù oggi sarebbe abolita o difesa in America?
Una bella ricostruzione della storia della schiavitù americana e della brutalità del capitalismo di quel paese (NYTimes). E fa pensare che paradossalmente oggi i difensori integralisti del concetto del “libero mercato” – che in realtà talvolta sconfina nella realtà di un “capitalismo senza freni” – sarebbero tentati di sostenere che l’abolizione della schiavitù è un’indebita intromissione di uno stato troppo invadente nell’economia privata. Sì è una boutade: ma non del tutto forse… Update: Newt Gingrich twitta “The NY Times...
Grillo e il PD dal 2009 al 2019
Ho scritto tre post sul rapporto tra Beppe Grillo e il PD. Non si capisce il Pd su Grillo 2009 Lettera a Beppe Grillo e all’M5S 2013 Promemoria per un umile ragionamento sul PD 2018 Davvero di politica capisco poco. Ma quanto ci vuole perché il PD e il M5S si parlino? Nessuno dei due partiti è omogeneo. Nessuno è privo di ombre. Entrambi a questo punto hanno conosciuto l’anello del potere e la vergogna dell’errore. Ma entrambi hanno un elettorato che vuole un mondo più giusto, più verde, più lungimirante. Possibile che si lascino trascinare a parlarsi solo di fronte alla marea...
La banalità dei media e il potere
Ruben Durante (Universitat Pompeu Fabra, Barcelona), Paolo Pinotti (Università Bocconi) e Andrea Tesei (Queen Mary University) hanno pubblicato su “American Economic Review” un articolo sull’influenza politica dei modelli culturali propugnati dalla tv commerciale: The Political Legacy of Entertainment TV. L’articolo è stato ripreso da moltissimi giornali. Ma l’analisi merita di essere ulteriormente discussa per le sue relazioni con la fase attraversata attualmente dal sistema mediatico. Gli autori hanno cercato di scoprire le conseguenze cognitive e culturali di...
Polarizzazione nel lavoro. È un mega-trend. Nuove evidenze dalla Germania
«Di fronte alla doppia minaccia rappresentata dall’automazione e dal commercio internazionale, i lavoratori licenziati hanno due alternative chiare. Una è quella di tornare all’università per acquisire nuove competenze manageriali, professionali o tecniche o dare una rinfrescata a quelle che hanno già. Ciò richiede un investimento di tempo e denaro, che alla fine viene però ripagato da un salario più elevato e da una maggiore sicurezza sul lavoro. La seconda alternativa è quella di scendere a un livello inferiore della piramide salariale per svolgere impieghi di servizio come...
Vaccini obbligatori? Occhio al messaggio
I vaccini obbligatori fanno diminuire le malattie. Ma l’obbligo va introdotto con cura. Altrimenti rischia di produrre iniquità e può generare una recrudescenza del pregiudizio contro i vaccini, rinsaldando la minoranza che si oppone alla vaccinazione. Ma c’è un modo per introdurre l’obbligo evitando i guai (Nature). In Italia non lo sapevano.
Il riconoscimento facciale non ci azzecca alla polizia di Londra. E altri studi
L’80% delle volte, il sistema di riconoscimento facciale usato dalla polizia di Londra sbaglia. L’80% delle volte. Lo hanno calcolato alcuni ricercatori dell’università dell’Essex (Forbes). In particolare sbaglia generando falsi positivi, cioè crede di riconoscere criminali e terroristi in persone assolutamente prive di precedenti. Percentuale ridicola. I poliziotti farebbero meglio a tirare una monetina. Ma anche se sbagliasse meno, un software può indurre una polizia ad arrestare una persona sapendo che in una certa percentuale sbaglia? E poi, se possiamo sapere...
Deepfake: Photoshop edita Photoshop
Photoshop ha reso i creativi più ricchi di lavoro e di possibilità. Ma ha creato anche i falsari più infingardi, quelli che fanno credere che le loro foto dicano la verità e invece mentono. Ma ora Photoshop ha creato un tool per individuare facilmente tutte le modifiche photoshoppate alle foto: il sistema ci riesce nel 99% dei casi contro il 53% degli umani che ci provano a occhio (Adobe). L’intelligenza artificiale e il digitale moltiplicano i falsi credibili. Ma aiuteranno anche a trovarli. Nel tempo gli umani si abitueranno a diffidare di quello che vedono con i loro occhi digitali...
Sulla storia di Google che guadagna con il lavoro dei giornali
La News Media Alliance, una lobby di editori americani, ha calcolato che Google fattura 4,7 miliardi di dollari con le pubblicità connesse alle ricerche di notizie prodotte dai giornali nel 2018. Tanti soldi. Dei quali gli editori vorrebbero una parte. Secondo Jeff Jarvis, il New York Times ha pubblicato lo studio senza verificare il dato e chiamando Google solo con forte ritardo sulla prima pubblicazione. Google comunque dice che quel numero è sovrastimato. E Jarvis osserva che non tiene conto del valore generato dal traffico che Google manda agli editori. Vedi: Google Made $4.7 Billion From...
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