Bill Mitchell riporta una conversazione con John Robinson, editor di News and Record nel North-Carolina. E’ una bella conversazione perché Robinson non ha paura. Lui reagisce, sperimenta e impara. Fa un blog. Twitta. E riflette facendo. Alla fine dei conti dice che la rete ha un effetto preciso, chiaro, fondamentale: “You simply need to ask a question. How cool is that? And, as a result, you establish yourself as a person. A real person. I hope that the people who connect with me on social networks see me as more than a name on a masthead. I engage with them. I show some...
informazione
Visioni editoriali mancanti
La crossmedialità declinata in molte forme è stata teorizzata anche nella forma del megagiornale proposto da NewspaperNext. Stefano ne riprende il concetto in chiave tecnologica. L’approccio resta teoricamente importante. In pratica, il flusso delle idee e delle informazioni, da scoprire, da esprimere, da adattare ai mezzi, da fruire e riutilizzare, viaggia nell’approccio crossmediale su una megapiattaforma composta di formati (testo, video, audio; Stefano aggiunge correttamente visualizzazioni e simulazioni), canali (internet, etere, ecc) e device (carta, cellulare, computer, tv...
Sono d’accordo
Mediatwit. Come salvare i giornali, in dieci lezioni. Di 140 caratteri…
Territorialmente
Il concetto di Territorialmente è ottimo. Offrire servizi ai comitati che localmente si oppongono a opere ritenute distruttive dell’ambiente o che propongono soluzioni urbanisticamente innovative, con lo scopo strategico di fare un’informazione a rete. Questi comitati locali faticano spesso a superare le ambiguità suscitate dall’informazione prevalente quando suggerisce il sospetto di interessi particolari che bloccano soluzioni di interesse generale. E un’informazione in rete può aiutare a distinguere e valorizzare le questioni più importanti. Aiutandole a farsi...
Lsdi – Intervista su Circulate
Lsdi intervista Martin Langeveld per capire qualcosa di più di Circulate, il previsto aggregatore di notizie che dovrebbe ravvivare il business degli editori tradizionali.
ps. Un’integrazione sul tema dei contenuti a pagamento, di Giorgio Soffiato. I giornali tradizionali costano troppo, dice, e la vendita delle notizie online non sarà facile da realizzare.
Mazza, Fimi: i giornali cambiano musica?
Ricevo e, con il consenso dell’autore, riporto qui una mail di Enzo Mazza, presidente della Fimi. Mazza pensa che i giornali siano in contraddizione: quando si trattava di parlare di musica gratis erano d’accordo, ora che hanno problemi con i giornali gratis cambiano idea. E cita un pezzo firmato da me e Mario Platero nel quale si riportano le opinioni di editori che parlano di “pirateria” contro i contenuti dei giornali. Peraltro, la “pirateria” contro la musica era fatta dai consumatori; quella presunta contro i giornali è eventualmente fatta da...
Save the media: uhmm
Save the media offre l’ennesima riflessione in materia di crisi dell’editoria e salvataggio dei giornali. Dice:1. il pubblico di massa è scomparso2. il prodotto dei siti dei giornali non è il notiziario Uhmm.. Dice Save the media che i giornali non vendono i notiziari, vendono la pubblicità. E la comodità di trovare cose che interessano nella vita quotidiana. Come tutti i link alle offerte speciali, alle altre persone, alle idee su quello che si può fare la sera… Se ha ragione Save the media, se è vero che le persone comprano i giornali per queste cose e non per i notiziari...
Philadelphia a pagamento
L’editore dei giornali di Philadelphia dice che vuole farli pagare online entro quest’anno. Perché non può spendere tanto per i giornalisti e poi regalare il frutto del loro lavoro. Non dice niente di nuovo ma lo dice in modo particolarmente deciso. Peccato che se ne sia accorto ora. E che non sembri averci riflettuto poi molto.
Lo incoraggierebbe forse il pezzo di Steve Outing secondo il quale per far pagare il pubblico non ci vuole mica la scienza che serve a mandare i razzi sulla luna. Bisogna però sviluppare nuovi prodotti di maggiore qualità. Ecc ecc.
Quali Tweet seguono a Twitter
Divertente tabella con tutte le persone che usano Twitter che hanno tra i loro follower almeno una persona che lavora a Twitter. Di Dave Winer. Che spiega in un post come questo suo lavoro sia per lui una forma di giornalismo investigativo, basato sulla scrittura di programmi per computer. Tra l’altro, la velocità con la quale ha realizzato il programmino lo qualifica per collaborare a una redazione da quotidiano. Un dipartimento di ricerca giornalistica che sappia programmare e che dunque tiri fuori dai computer tutto quello che essi possono dare, probabilmente, sarebbe per i giornali...
Reinventare il giornalismo
Per fare buon giornalismo c’è bisogno di una buona discussione sulla qualità del buon giornalismo. E di un supporto economico. Stiamo parlando molto di come sostenere economicamente il giornalismo (pubblicità, beneficenza, spesa pubblica, pagamento delle notizie…). Ma non stiamo parlando abbastanza di come si definisce, alimenta e costruisce il giornalismo di qualità. Eppure è solo affrontando questo tema che si può risolvere l’altro. Su questo argomento, un intervento di Nicholas Lehmann (tratto dal suo discorso in occasione della laurea degli studenti della Columbia...
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