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NewsTiles: collaterale digitale

NewsTiles è un’applicazione per iPhone che aggrega notizie da vari giornali (con il loro permesso) dandole prima di tutto come foto titolate e poi rimandando al sito web originale. Sperimentando nel contempo qualche idea originale per quanto riguarda il modello di business. via federicabianchi.

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Aggregatore di editori

Circulate è il nome in codice di un nuovo “aggregatore” di notizie fatto in collaborazione con gli editori di giornali americani e, in un certo senso, contro Google News. Per redistribuire a favore dei giornali il tempo e l’attenzione che i lettori dedicano alle notizie.

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I numeri di Gaspar

Sostenibilità dei giornali tradizionali? Bel post di Gaspar. E bella discussione su FF. E’ pacifico che i numeri di Gaspar ispirano molte considerazioni: perché non sono molto facili da interpretare e perché se fossero statisticamente inequivocabili non lascerebbero dubbi sul fatto che i giornali tradizionali inefficienti rispetto a quelli nati su internet. Ed ecco le mie considerazioni:1. I dipendenti dei giornali tradizionali svolgono molti mestieri, quelli dei giornali nati su internet si forniscono di una quantità di mestieri svolti all’esterno. I giornali tradizionali...

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Studenti innovatori

Prosegue il corso del Master in giornalismo dello Iulm. E la scoperta è notevole: i ragazzi non si lasciano intimidire dalle difficoltà della crisi. E’ come se la crisi dei giornali avesse reso più evidente la semplice necessità di innovare.  Comprendono senza difficoltà che la crisi è grave e che però il cambiamento che il sistema dell’informazione sta attraversando è anche denso di opportunità. Il problema è questo: mentre devono essere consapevoli delle difficoltà e della paura diffusa, con tutti i freni all’innovazione che questo comporta, devono anche essere aperti a...

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Google non compra giornali

Pare si dicesse che Google voleva comprare giornali in crisi e sostenerli con una sua divisione non profit. E pare che abbia deciso di non farlo. Una non notizia che lo è. Financial Times.

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Mills

In questo momento, il sito del Sole 24 ore apre a tutta pagina su Mills. 

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Murdoch, chi era costui?

Quando Murdoch ha detto che voleva far pagare i giornali online, sull’esempio del suo Wall Street Journal, tutti gli addetti ai lavori hanno considerato importante la notizia e l’hanno commentata. Perché hanno pensato che quello che fa un editore così importante vada preso sul serio. Il che è giusto, ma per il motivo sbagliato. Perché il fatto che Murdoch sia un editore importante non lo rende particolarmente adatto a dare indicazioni valide su internet. Murdoch ha dimostrato di non avere le idee chiare. Ecco quello che ha detto: 1998 – entriamo su internet solo per vedere...

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Link: giornali a pagamento

Il Sole ha pubblicato diversi articoli sull’eventualità di pubblicare giornali online a pagamento. A parte un mio pezzo, c’è quello di Paolo Madron sugli editori italiani, e quello di Marco Magrini sugli strumenti di accesso innovativi. Sul sito Antonio Dini ha scritto di lettori elettronici. E Gianni Rusconi della cronaca del dibattito.
Giovedì, Nòva aveva dedicato la copertina all’argomento con un servizio dal titolo “Il senso della notizia“.

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Google: parassitismo o simbiosi

Jim Spanfeller, di Forbes, aveva detto che Google è un parassita dell’industria dell’informazione perché guadagna utilizzando le notizie prodotte dai giornali tradizionali.  Risponde Marissa Mayer, di Google, per dire che il motore di ricerca aggiunge valore ai siti dei giornali perché porta a loro milioni e milioni di lettori. Un paradosso sensa uscita? No. In realtà, Spanfeller ammette che Google porta lettori, ma segnala che da questa attività il motore di ricerca trae un guadagno sproporzionato rispetto al valore generato. E da qui si trova la chiave per uscire dal paradosso. ...

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Arianna Huffington: le sindromi del giornalismo

Per Arianna Huffington, i giornalisti tradizionali rischiano di essere affetti da “Attention Deficit Disorder” perché consumano in fretta una notizia e passano alla prossima, mentre i giornalisti online sono tendono ad essere affetti da “Obsessive Compulsive Disorder” perché si attaccano a una vicenda e non la mollano fino a che non ne hanno tirato fuori tutto il contenuto. Sarà…

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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