Ap ha rilasciato il suo sistema per far pagare le notizie a chi le vuole ripubblicare. L’approccio è interessante, come dice CJAhearn. via Jeff Jarvis.
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Labirinti legislativi sull’informazione finanziaria
Roberto Ceredi, su lavoce.info, segnala e ricostruisce lo strano caso dell’obbligo delle società quotate di usare i giornali per diffondere informazioni importanti per il mercato. Si legge nel suo pezzo che le regole europee spingono nella direzione di definire internet come il luogo nel quale si danno queste informazioni, eliminando l’obbligo per le società quotate di comprare costosi spazi pubblicitari sui giornali finanziari. Ovviamente, gli editori non sono molto contenti. Il finale, a sorpresa, lascia presagire che gli editori avranno partita vinta.
Mai più senza giornali
Appunti a margine di un post da leggere assolutamente di Jeff Jarvis. Chi stabilisce che cosa è una notizia? Che cos’è la carta per i giornali? Quali sono le cause e le conseguenze del narcisismo dei giornali? Si può fare a meno dei giornalisti? Si tratta del problema di come si crea un’agenda condivisa in una società. Chi la deve scrivere? Come diventa credibile? Che cosa genera consenso su quale sia il medium preposto a portare una società su un terreno di discussione comune? Internet non è un medium: è uno strumento per le iniziative di tutti coloro che...
Educazione al giornalismo dei cittadini
Il Reporters’ Center di YouTube è una buona idea, magari si può realizzare meglio. Il bisogno è chiaro. Se i cittadini fanno i reporter, possono essere interessati a farsi dare qualche dritta da esperti reporter sul modo migliore per sviluppare le storie. (Journalistics) Nel frattempo, si dovrà avviare anche una discussione sul metodo giornalistico e sulla volontaria adesione a regole di comportamento giornalistiche per i cittadini. Nessuno è obbligato a nulla: ma se qualcuno dichiara in modo preciso e circostanziato che si mette al servizio dei cittadini e non di qualche parte...
Digital content summit
Tra poco il III Digital Content Summit. E in quel contesto, un approfondimento sull’economia dei notiziari e dei giornali. Quale buona novella? Il mercato delle news in Italia: modelli di business e condizioni di sostenibilità. Il mercato delle news sta vivendo a livello globale una fase di profonda trasformazione, che sta mettendo in discussione i modelli consolidati di “fare notizia”. La crisi internazionale dei giornali: quali cause e quali conseguenze? Come si stanno muovendo i principali attori delle digital news a livello nazionale? Quali modelli di business...
Dialogo sull’informazione senza paura
Ok. I giornali non sono l’informazione. I cittadini e il pubblico attivo possono cogliere le opportunità offerte dalla rete per partecipare all’ecosistema dell’informazione. Lo abbiamo visto. E qualcuno l’ha capito. Ma non è la fine della storia. I problemi sono vari: 1. Come si mette ordine nella complessità di informazioni che arrivano da ogni parte, con una quantità di link e di rimandi a notizie nuove, meno nuove, vere, meno vere, emozionate e razionali, ideologiche ed empiriche… ?2. Come si possono garantire le identità di coloro che pubblicano notizie?3...
Marche e testate
Un convegno di Centromarca su “Nuovi paradigmi di relazione con i Media” al Corriere della Sera. Un tempo sarebbe stato tutto sulla pubblicità. Che altro ci dovrebbe essere nelle relazioni tra marche e media se non la pubblicità? Oggi si è parlato di internet, di crisi dei giornali, di diminuzione della pubblicità, di televisione, di consumatori, di cittadini… Ferruccio de Bortoli ha detto che i problemi delle marche gli sembrano molto simili a quelli delle testate. Luigi Bordoni, presidente di Centromarca, ha dichiarato una forte disponibilità culturale a cambiare. Monica...
Riassunto di ansie mediatiche
Ebbene, riassumiamo. Il Censis dice che il 69,3 per cento degli elettori ha deciso come votare essenzialmente in base alle informazioni fornite dai telegiornali. Il 30 per cento ha seguito i programmi di approfondimento, sempre in tv. I giornali hanno avuto importanza per il 25 per cento. Internet è stata importante solo per il 2,3 per cento. Ma per gli studenti e i giovani, la percentuale sale al 5,9 per i siti indipendenti e al 7,5 per i siti dei partiti. La televisione è determinantissima. Ed è organizzata in modo tale che vi prevale la strategia delle balle piuttosto che...
Editori in cerca di coraggio
Gli editori sanno perfettamente che oltre a tagliare i costi devono innovare. Ma non è chiaro che cosa stiano facendo come conseguenza di questa consapevolezza. E’ vero che sono diminuite drasticamente le entrate tradizionali. E dunque è vero che devono tagliare. Ma non è vero che devono prima tagliare e poi innovare. I tagli e l’innovazione dovrebbero essere parte di una visione. E dovrebbero essere pensati come conseguenza di quella visione, per accelerare l’avvento di una fase innovativa. Nel migliore dei mondi possibili, anche i tagli dovrebbero essere visti come...
Consigli americani per gli editori
Intanto, saltano fuori le raccomandazioni dell’American Press Institute uscite dal famoso meeting di Chicago. Rick Edmonds le riassume: “The report, titled Newspaper Economic Action Plan, recommends that industry leaders follow five new “doctrines.” True Value. Establish that news content online has value by charging for it. Begin “massive experimentation with several of the most promising options.” Fair Use. Maintain the value of professionally produced and edited content by “aggressively enforcing copyright, fair use and the right to profit from...
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