L’innovazione necessaria agli editori è radicale. Molti tentano di gestire una fase di passaggio graduale al nuovo contesto del mercato editoriale. E forse è una strategia obbligata. Ma sta di fatto che la trasformazione del mercato e della tecnologia impone una visione di innovazione radicale. Ne scrive Clayton M. Christensen, importante teorico dell’innovazione radicale che insegna e fa ricerca a Harvard, in un articolo pubblicato con David Skok e James Allworth. Lo ha riportato Lsdi. E se n’è accennato in un paio di post precedenti, linkati sotto. Nella teoria di...
Approfondimenti
Spazi giornalistici di nuova generazione
Il giornalismo è un mestiere per innovatori. Se n’è parlato qui e altrove (come nei pezzi citati qui e su Ldsi, Mdplab, Giuze). Ma i giornalismi sono molti, come dice Angelo Agostini. Occorre cercare questi nuovi spazi di lavoro. Elaborare una visione. Sperimentare soluzioni. Con approccio empirico e spirito di servizio. Facciamo degli esempi, da prendere solo come appunti di lavoro. La cronaca potrebbe esprimersi in modi nuovi tenendo presente l’evoluzione degli open data. Trasparenza delle decisioni ammnistrative e politiche, informazioni sulla sanità, la scuola, il traffico e...
Università nel vortice internettiano
Il rapporto tra formazione e lavoro sta cambiando. IL rapporto tra ricerca e generazione di valore sta diventando sempre più importante. Il disorientamento dei giovani è purtroppo crescente, come la sofferenza delle famiglie che vorrebbero sapere meglio che cosa fare per il bene dei figli. In questo contesto, pensare che una tecnologia sia la soluzione è riduttivo. Internet è destinata a rivoluzionare l’università? Uno studioso che se ne sta occupando a fondo come Juan Carlos De Martin sostiene: È sicuramente vero che l’avvento di Internet costringe tutte le attività che lavorano con la...
Post Industrial Journalism. Anderson, Bell, Shirky
C.W. Anderson, Emily Bell e Clay Shirky hanno terminato il loro grande rapporto sul giornalismo, la sua crisi, la sua trasformazione, il suo futuro. Che in una parola si sintetizza in: sopravvivere. (via Nieman, Tedeschini) Il titolo è Post-industrial journalism. Adapting to the present. E va letto assolutamente, con attenzione e molta calma. Il cambiamento che descrive associa l’innovazione tecnologica, il nuovo mestiere giornalistico, le trasformazioni nel pubblico. Al di là di questa segnalazione e in relazione ai temi che si vedranno nei prossimi post, il testo va messo in...
Dal campanile alla radio e ritorno
Oggi a Trento, New Radio. Convegno sulla trasformazione della radio nel contesto digitale. Appunti preliminari: 1. La trasformazione della radio non è di oggi: dal campanile alla radio Balilla, da Radio Londra alle radio libere, dai radioamatori alle webradio. La radio è parte dell’ambiente antropizzato e dell’immaginario collettivo. Ma cerca, ancora una volta, la sua nuova missione Il senso caldo della radio, come diceva McLuhan, cambia: radio non è più quell’oggetto che si sintonizza sulle frequenze desiderate e con l’altoparlante fa ascoltare musica o parole; radio...
Chi investe nella produzione di contenuti. Da Monaco segnali per la ricerca di nuovi spazi
Riportano che al Monaco Media Forum si è parlato molto di una possibilità della quale si cercano tracce da molto tempo. Pare che gli investimenti nella produzione di contenuti siano destinati ad aumentare. Perché si stanno chiarendo i nuovi connotati del mercato più complicato della rete. (PaidContent) Non stiamo parlando di piattaforme per i contenuti. Ma proprio della produzione di contenuti. Sette tendenze individuate (e sette perplessità allegate): 1. Branded content Nuove forme di pubblicità appoggiate su contenuti che cercano contemporaneamente di essere credibili e favorevoli alle...
Dalla scuola autoreferenziale all’educazione visionaria
Antoine Compagnon, storico della letteratura al Collège de France, ha dedicato uno dei suoi corsi all’anno 1966 (da ascoltare il podcast). E ha magistralmente mostrato come le riforme della scuola francese di quell’anno si confrontassero con il boom di iscritti e con la necessità di aumentare il numero di insegnanti: la scuola in quegli anni diventa una macchina che in prima istanza deve crescere e definisce i suoi programmi in modo da rispondere all’esigenza del momento. Il risultato è l’avvio di un processo che fa della scuola la riproduttrice di sé stessa. La conseguenza, si può...
Big Data City
Sensori e infografiche per immaginare visioni della città. Sul sito di SenseableCityLab al Mit molti esempi, tra cui Singapore. (Come non vedere che, tra l’altro, è l’ennesimo argomento che dimostra come sia l’ora di dimenticare i vecchi confini tra culture scientifica e umanistica?
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IL tema è apertissimo. Prossima settimana se ne parla a Barcellona. Qualche giorno fa a Bologna. Vedi anche il pezzo di GG.
Big Data Politics
Quattro anni fa, la campagna presidenziale di Obama ha innovato usando i social network e la rete per comunicare e finanziarsi. Quest’anno l’ha usata anche per riconoscere modelli di comportamento degli elettori analizzando i grandi volumi di dati registrati mentre usano varie piattaforme digitali. Altro che sondaggi. Qui si guardavano i pattern contea per contea. Un po’ di background in materia su O’Reilly Community. E in un post su Engace di Patrick Ruffini. E infine un post dell’anno scorso di Micah Sifry, cofondatore di Personal Democracy Forum, dove si...
Quanto si paga alla Siae per fotocopiare qualche pagina di un libro?
Per fotocopiare qualche pagina di un libro si deve pagare la Siae. Anche per uso personale. A qualcuno è sfuggito? Giusto una vecchia cosa. Tanto per infilarsi in un labirinto. Ma siccome tutti quelli che comprano libri possono incappare in questa norma, tanto vale osservarlo. La domanda è: quanto si deve pagare? Dovrebbe essere chiaramente indicato ogni copia di libro che vuole essere protetta, no? Prendi un libro. In una delle prime pagine ci sono tutte le attribuzioni del diritto d’autore. Molti editori non dicono che si deve pagare la Siae per le fotocopie. Altri editori precisa...
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