Sarà il design – al completo, quello che va dalla grafica alla funzione, dalla fascinazione per la sperimentazione culturale alla concretezza del modello di business – a fare una grande differenza nel futuro dei magazine (e forse dei giornali), nell’epoca del discusso ma affascinante sistema iPad-iPhone-AppStore…
Anche se la discussione è ampia sulle qualità dell’oggetto, l’iPad suggerisce fantastiche possibilità creative. A Pentagram ci credono. Gianluca, giustamente, segnala.
La discussione in materia è ampia. I giornali sono applicazioni che servono all’organizzazione intelligente e interpretativa dell’informazione. Non sono somme di articoli da mandare in rete come atomi in cerca della loro molecola. Gli editori, al di là della loro funzione culturale, tendono a doversi confrontare anche con la funzione delle piattaforme. Sempre confusi dalla paura della pirateria. Mentre il crowdsourcing del giornalismo si fa strada nel dibattito. E le metriche internettesche si affinano. Con il dibattito culturale su internet si approfondisce.
Intanto, si fa strada l’ottima idea di Sergio Maistrello: FactCheck. Per discutere dei fatti e della ricerca necessaria alla verifica. In un contesto nel quale la cronaca sembra pensata come la fiction, il fact checking è un lavoro sacrosanto.
L’iPad è un’opportunità per fare giornali migliori. Forse offrendo qualche speranza in più agli editori, li spingerà a investire nell’innovazione di design e nella qualità della ricerca giornalistica…_
Associo questa ottima lettura alla seguente:
http://morrick.wordpress.com/2010/01/30/linked-stevenf-ipad/
che starebbe benissimo su questo blog quanto su Nova24.
E’ un’idea che riguarda anche il giornalismo open source: metodo condiviso, fonti aperte, controllabilità delle affermazioni…sono in atto convergenze di metodo, ma è ancora complicato descriverle