Con l’approvazione del direttore, Angelo Agostini, questo blog può offrire l’accesso al nuovo numero di “ProInfo_3-2009.pdf“. C’è tra l’altro un pezzo di Claudio Giua sul giornalismo e l’innovazione digitale, a confronto con un contributo meno concentrato sul punto di vista dell’editore e più orientato al punto di vista del giornalismo innovatore. Gaspar commenta. Altri segnali in un post precedente.
Giornalisti inutili? Editori in difficoltà? Pubblico attivo in grado di fare da solo? Il dibattito è avviato da tempo. Probabilmente nessuna soluzione estrema sarà quella prescelta dalla storia. Sta di fatto che le responsabilità degli attori in campo sono precise. Gli editori sono gli imprenditori che devono trovare e gestire il modello di business dei giornali. I giornalisti sono coloro che fanno l’informazione. Entrambi i ruoli devono migliorare molto. E per migliorare, i giornalisti si devono concentrare sulle notizie, il modo di raccontarle, il modo di usare i nuovi mezzi al servizio del pubblico; mentre gli editori devono sperimentare nuove strade per rendere redditizio e dunque indipendente il lavoro dei giornali. Ogni commistione dei due ruoli è fondamentalmente una distrazione dal ruolo centrale cui sono preposti: e lo sanno tutti. Ma le commistioni avvengono, specialmente quanto l’urgenza e il panico di una congiuntura negativa spingono tutti a pensare soltanto al breve termine.
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