Si riassumeva qualche giorno fa un articolo dell’Economist che parlava del ruolo della tv per i regimi che hanno un comportamento autoritario. Diceva l’Economist: «Tutto comincia con la televisione, nella quale la maggior parte degli
elettori (specialmente i più poveri e meno istruiti) trovano la più
parte delle loro informazioni».
In Italia, a quanto pare, c’è un problema sulla televisione. Che quella pubblica non vada molto bene è un fenomeno abbastanza indagato. Che per risolvere i problemi occorra visione, energia e senso del servizio pubblico è una diagnosi diffusa. Che ci sia una certa complessità democratica nel sistema che ammette la commistione tra cariche pubbliche e proprietà delle televisioni private è un’opinione non isolata. E che una compagnia privata possa controllare tre canali televisivi nazionali è una possibilità ammessa da pochissime legislazioni oltre a quella italiana.
Se si cita Repubblica, a questo proposito, si rischia di essere considerati di parte. Repubblica. Corriere. Sole. Stampa.
Siamo lontani dalla consapevolezza della necessità di disinquinare l’ecosistema dell’informazione.
Collegato, solo compiendo un salto di astrazione, il tema della legge sulla corruzione tra privati. Stampa.
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