Una corte d’appello americana ha stabilito che l’internet deve essere neutrale. È come una utility. Nessuno può discriminare che cosa viaggia in rete (NyTimes). È una grande vittoria per i sostenitori dell’internet aperta, aiutati in modo fondamentale dal presidente Barack Obama. È una decisione coerente con quanto affermato dal Berec europeo. È una sconfitta per la lobby delle telecomunicazioni.
Ora la battaglia per l’internet aperta si sposta su un nuovo livello. La privatizzazione dello spazio nel quale avviene la maggior parte dell’attività degli utenti della rete è un fatto chiaro e indiscutibile. Ma alcune piattaforme sono a loro volta simili a utility nel momento in cui è quasi impossibile farne a meno per svolgere le proprie attività su internet, dunque nella società. E una delle idee emerse dalla Commissione per la Dichiarazione dei diritti in internet segnala una nuova frontiera, dopo la net neutrality: l’interoperabilità delle piattaforme. L’identità digitale dovrebbe essere interoperabile, per esempio. È una vicenda ancora più complessa e per certi versi controversa. Ma cominciare a parlarne può essere necessario.
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