Un giornalista del New York Times ha lavorato tre mesi per realizzare un’inchiesta sui siti delle calunnie. Se un pezzo che viene postato in rete parla male di qualcuno, trova subito molti siti che lo riprendono, facendo salire la vicenda nei motori di ricerca. Il giornalista ha provato a postare una calunnia contro sé stesso per vedere come funziona. Dopo poco tempo 25 altri siti avevano ripreso la storia. Chi c’è dietro questi siti? E come si fa a rimediare? Dietro i siti delle calunnie ci sono organizzazioni che riescono a lucrare da questo lavoro facendosi pagare per rimuovere i post critici. E chi aiuta le vittime a farli rimuovere? Siti specializzati in questa attività che sono pubblicizzati sui siti delle calunnie. E che spesso sono collegati.
Un’inchiesta giornalistica può meritare un applauso. Gli autori sono Aaron Krolik e Kashmir Hill: The slander industry, NYTimes.
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