C’è un passaggio rivelatore, in House of Cards 4. Quando l’ex giornalista Lucas Goodwin viene rilasciato dal carcere e portato in una casa dove dovrà vivere clandestinamente sotto falso nome. In quella casa avrà la tv via cavo, ma non internet: quindi non potrà vedere Netflix.
Perché niente internet? Internet è il motivo per cui Lucas era in galera, accusato di cyberterrorismo. E senza internet in casa la clandestinità di Lucas sarà protetta meglio. La serie di Netflix, azienda nata e soprattutto cresciuta grazie a internet, dipinge la rete come la tecnologia del controllo, dello spionaggio, della diffusione di informazioni più o meno false ma certamente pericolose.
L'”internet of cards” è l’internet del potere e del contropotere. Juan Carlos de Martin riflette da tempo su questo e ne ha parlato a Bruxelles, al Bozar, in occasione di una conferenza organizzata dall’Istituto italiano di cultura. Esiste il potere “in” internet, il potere “di” internet e il potere “su” internet. Della rete non si può più parlare senza tenerne conto. La rete libertaria e anarchica di un tempo è stata invasa da altre logiche. Non poteva essere diversamente.
Ma resta internet: una tecnologia che – fintantoché resta neutrale – consente di inventare ogni genere di possibilità ulteriore di interazione sociale, culturale e politica.
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